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Coronavirus

La lotta alla pandemia in Europa

​Vaccini, Ue: "Non era previsto il rinnovo del contratto con AstraZeneca"

La Commissione precisa: "Non c'erano scadenze né condizioni per farlo"

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La Commissione europea ha precisato oggi che non era previsto alcun "rinnovo" del contratto di fornitura per i vaccini anti-Covid di AstraZeneca dopo il mese di giugno di quest'anno, e che la decisione di negoziare e firmare nuovi contratti con le case farmaceutiche, dopo quelli già conclusi e in fase di attuazione, non ha nessuna influenza sulle consegne delle dosi previste dagli impegni contrattuali in corso.

La puntualizzazione, venuta da parte dei portavoce della Commissione durante il briefing online quotidiano per la stampa, è stata necessaria dopo un'affermazione ambigua del commissario al Mercato unico, Thierry Breton. Ieri, Breton aveva dichiarato a una radio francese: "Non abbiamo rinnovato dopo il mese di giugno il contratto" con AstraZeneca. Questo aveva dato adito a varie interpretazioni giornalistiche sul "mancato rinnovo" e sulle sue conseguenze per le campagne vaccinali in corso negli Stati membri.

In realtà, hanno spiegato i portavoce, la stessa parola "rinnovo" è inappropriata, perché il contratto di acquisto anticipato fra l'Ue e AstraZeneca non prevede alcuna clausola di rinnovo, né scadenze, né condizioni da rispettare per poter "rinnovare" il contratto stesso.

C'è sempre la possibilità, ha ricordato il portavoce capo Eric Mamer, che la Commissione negozi e stipuli, a nome degli Stati membri, nuovi contratti con le case farmaceutiche per la consegna di ulteriori vaccini nel periodo successivo al 2021. Questo, d'altra parte, è già stato fatto (per 1,8 miliardi di dosi) per ora solo con Pfizer-BioNTech, ma si prevede che vi saranno anche altri contratti con altre società, anche su vaccini basati su altre tecnologie (e non solo su quella del vaccino Pfizer-BioNTech che utilizza l'Rna messaggero).

Mamer, inoltre, ha sottolineato che la Commissione ha un solo obiettivo: quello di ricevere tutte le dosi dei vaccini previste nel calendario di consegne del contratto firmato con AstraZeneca; ed è proprio per conseguire questo obiettivo, e solo per questo, ha aggiunto, che è stata iniziata l'azione giudiziaria presso i tribunali belgi contro la casa farmaceutica anglo-svedese, che non ha rispettato finora pienamente i propri impegni (la prima udienza del Tribunale di Bruxelles è prevista il 26 maggio). La Commissione, quindi, non mira né a rescindere il contratto, né a chiedere compensazioni, ha puntualizzato il portavoce.

Il contratto con AstraZeneca prevedeva invece la possibilità per la Commissione di attivare un'opzione per la fornitura di 100 milioni di dosi aggiuntive entro una scadenza ormai passata, e, come già annunciato in aprile, l'Esecutivo comunitario, d'accordo con gli Stati membri, ha rinunciato a questa opzione, ha confermato d'altra parte il portavoce per la Salute Stefan De Keersmaecker. AstraZeneca ha consegnato finora 30 milioni di dosi nel primo trimestre dell'anno, e ha annunciato che ne consegnerà altri 70 milioni nel secondo, ha ricordato De Keersmaecker, senza precisare quante dosi effettivamente fossero previste per i due trimestri dagli impegni contrattuali.

Le consegne mensili sono coperte da una clausola di confidenzialità, ma da rivelazioni della stampa sulle parti confidenziali del contratto risulta che AstraZeneca si era impegnata a fornire 120 milioni di dosi nel primo trimestre e 180 milioni nel secondo, per un totale, fino a fine giugno, di 300 milioni di dosi.