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TECH

Il parere del Ceo di Eit Digital

Servizi e mercati digitali, le scelte dell'Europa per la sovranità digitale

L'amministratore delegato dell'Istituto europeo per la tecnologia e l'innovazione commenta le proposte di regolamento presentate a Bruxelles e ricorda: siamo sotto rappresentati rispetto ai grandi player mondiali

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"La presentazione del nuovo quadro normativo europeo per il digitale è un passo avanti nel cammino verso l'innovazione e la competitività dell'ambiente online europeo. Anche se è obbligatorio creare un campo di gioco paritario, questo deve essere completato dal rafforzamento di un ambiente che faciliti la creazione di attori europei del mondo digitale in gradi di confrontarsi con i migliori a livello globale". A dirlo è Willem Jonker, Ceo di Eit Digital, l'ente europeo per la promozione dell'innovazione digitale, collegato all'Istituto europeo per l'innovazione e la tecnologia, a proposito del Digital services act (Dsa).

Il nuovo pacchetto normativo che la commissione europea ha presentato segna un cambio di rotta sul mercato digitale secondo i due promotori del dossier, i Commissari Margrethe Vestager (concorrenza) e Thierry Breton (mercato interno). "Gli interessi economici e politici di poche aziende non dovrebbero dettare il nostro futuro. L'Europa deve stabilire i propri termini e le proprie condizioni", hanno dichiarato a Irish Time. I termini e le condizioni prevedono per le Big tech responsabilità, obblighi e sanzioni nel caso di violazioni, mettendo a rischio l'integrità del mercato unico.

Jonker accoglie con favore le proposte di regolamento, ma pone l'accento su alcuni nodi: "la regolamentazione da sola, tuttavia, non è sufficiente a rafforzare il mercato unico dei servizi digitali e a promuovere l'innovazione e la competitività dell'ambiente online europeo. Le nuove misure politiche richiedono alle imprese interessate di adeguarsi. E, ironia della sorte, più la regolamentazione diventa completa e quindi complicata, più favorisce i grandi operatori e la loro capacità di adattamento"

L'esempio classico è il regolamento dell'Ue sulla protezione dei dati personali (Gdpr) entrato in vigore nel maggio 2018: "Ci sono indicazioni che anche il Gdpr, per quanto gradito, sia in gran parte vantaggioso per le grandi piattaforme che sono in grado di adattarsi rapidamente alla nuova realtà", sottolinea Jonker.

Non è un problema novo, non riguarda solo il mondo digitale. "Quindi, per affrontare il problema del dominio del mercato delle piattaforme digitali, si potrebbero prendere in considerazione anche gli approcci esistenti volti alla loro disgregazione. Ciò richiede ovviamente una chiara definizione dei mercati digitali e del dominio del mercato digitale", afferma ancora il Ceo di Eit.  

"La regolamentazione è solo un elemento nella costruzione di una forte Europa digitale. Guardando i principali player del settore digitale, purtroppo osserviamo che c'è una sotto rappresentazione degli attori europei. Soprattutto nell'ultimo decennio, la posizione europea nel digitale è stata indebolita da nuovi attori extraeuropei che sono entrati nel mercato e hanno assunto posizioni di leadership". Un quadro rilevato anche dalle autorità di Bruxelles, non ultima la presidente dell'Ue Ursula von der Leyen

Per avere una vera inversione di tendenza, quindi, l'obiettivo da raggiungere, per Willem Jonker, è quello di "fare molto di più per quanto riguarda il capitale di investimento, la creazione del mercato interno unico europeo, gli investimenti nei talenti digitali, così come per collegare le comunità europee della ricerca e dell'innovazione. Tutti questi sono settori in cui l'Europa è attualmente ancora superiore ai suoi concorrenti globali. Per rafforzare l'Europa digitale, abbiamo bisogno di un approccio combinato di misure normative e di strumenti che favoriscano la creazione di un'industria digitale europea competitiva".