Il governo polacco è pronto a trasferire "gratis e subito" la propria flotta di cacciabombardieri Mig-29 alla base aerea tedesca di Ramstein, sotto il controllo statunitense e in vista di una possibile consegna alle forze aree ucraine: lo ha reso noto il ministero della Difesa di Varsavia. La Polonia ha chiesto tuttavia a Washington la fornitura di apparecchi di capacità equivalenti, mentre ha invitato tutti gli altri Paesi membri della Nato in possesso di Mig-29 a fare altrettanto.
Il governo polacco ha sottolineato di non essere disposto a consegnare direttamente i propri Mig-29 all'Ucraina poiché questo genere di decisioni compete alla Nato e non a un singolo Paese membro: "Va ribadito che né la Polonia né la Nato sono in guerra, e dunque la fornitura di armi offensive dovrebbe essere adottata a livello dell'intera Alleanza", ha spiegato il premier polacco Mateusz Morawiecki.
Due giorni fa il primo ministro polacco, Morawiecki, aveva chiarito su Twitter che "la Polonia non darà i suoi caccia all'Ucraina così come non metterà a disposizione gli aeroporti. Noi - aveva aggiunto - stiamo aiutando concretamente gli ucraini ma in altre aree".
Il Mig-29 "Fulcrum", entrato in servizio nel 1982, rimane di fatto il principale caccia in uso a diversi Paesi ex sovietici, fra cui appunto la stessa Ucraina che ne ha persi un gran numero da quando è stata invasa dalle forze russe.
Da allora alti funzionari ucraini hanno chiesto ad altri paesi che gestiscono il caccia di trasferire i loro MiG-29, perché i loro piloti sarebbero già addestrati a pilotarli.
Da una settimana erano in corso negoziazioni sul trasferimento dei caccia, in mezzo agli avvertimenti russi secondo i quali la consegna degli aerei all’Ucraina sarebbe una chiara provocazione e il Paese che lo facesse sarebbe considerato da Mosca belligerante.
Sorpresa sull'argomento da parte della sottosegretaria per gli affari politici Usa Victoria Nuland, citata da Cnn: la Polonia, "per quanto ne so, non si è pre-consultata con noi sull'intenzione di darci questi aerei". La dichiarazione è stata raccolta durante un'audizione alla commissione per le relazioni estere del Senato.