La visita di Stato in Medio Oriente del presidente degli Stati Uniti

Arabia Saudita, botta e risposta tra Biden e Bin Salman sull'omicidio di Jamal Kashoggi

Dopo il saluto con il pugno tra i due leader, il capo della Casa Bianca contesta al principe ereditario saudita l'uccisione del giornalista nel 2018. La risposta: "Non siamo coinvolti con l'assassinio. E gli Usa non interferiscano"

Arabia Saudita, botta e risposta tra Biden e Bin Salman sull'omicidio di Jamal Kashoggi
AP Photo
Il Presidente Usa Joe Biden e il Principe saudita Mohammed bin Salman

L'omicidio del giornalista saudita Jamal  Khashoggi è stato al centro della visita del presidente americano Joe Biden in Arabia Saudita. Incontrando a Gedda il principe ereditario Mohammed Bin Salman, infatti, Biden ha fatto intendere che sulla monarchia araba pesa inequivocabilmente quella morte orribile. Concetto ripetuto nel corso di un incontro con i giornalisti, quando il capo della Casa Bianca ha sottolineato di non essere ''pentito'' per aver definito l'Arabia Saudita un Paese ''paria'' per il rispetto dei diritti umani.

Bin Salman, per tutta risposta, ha detto di “non essere responsabile dell'uccisione”, nel 2018, del giornalista collaboratore del Washington Post, aggiungendo poi che gli Stati Uniti non dovrebbero interferire con questo caso: lo sostiene l'emittente saudita Al-Arabiya, citando una fonte del governo di Riad (a condizione di anonimato), secondo la quale “imporre valori con la forza crea risultati controproducenti”. La stessa fonte spiega che il principe ereditario saudita ha garantito al presidente americano che Riad ha “preso le necessarie misure riguardo al caso Khashoggi”. Allo stesso tempo, prosegue ancora la fonte, anche gli Stati Uniti hanno commesso errori, come dimostra ad esempio il caso del carcere di Abu Ghraib in Iraq, diventata nota a livello internazionale per lo scandalo dei prigionieri torturati, emerso nel 2004. Il funzionario saudita cita anche la morte della giornalista palestinese di Al-Jazeera Shireen Abu Akleh, molto nota nel mondo arabo, uccisa nel corso di un raid israeliano in Cisgiordania a maggio.

Insomma, non proprio un clima cordiale, quello trovato dall'illustre ospite nella Penisola arabica, per la prima visita da presidente nella regione araba. Biden è stato attaccato negli Stati Uniti dagli stessi democratici, e da un giornale progressista come il Washington Post, che ha parlato di "erosione morale" nello scegliere di “stringere” la mano a colui che è considerato dalla stessa intelligence americana come il mandante dell'omicidio. Anche se poi, come ha documentato la foto-simbolo di questo viaggio, i due leader si sono semplicemente salutati con il pugno, stessa formula scelta da Biden al suo arrivo in Israele, prima tappa della visita di Stato.

Mohammed bin Salman ha accolto il presidente americano Joe Biden all'ingresso del palazzo Al-Salam a Gedda Reuters
Mohammed bin Salman ha accolto il presidente americano Joe Biden all'ingresso del palazzo Al-Salam a Gedda

Dal punto di vista pratico, Biden può però portare a casa il risultato a cui puntava di più: la promessa dell'Arabia Saudita di aumentare del 50 per cento la produzione di petrolio, per favorirne l'abbassamento del prezzo. Con la crisi interna e la polemica sul prezzo del carburante, un segnale positivo è ossigeno, in un momento in cui i sondaggi sono per lui poco incoraggianti. Se il viaggio in Medio Oriente doveva riaffermare la leadership americana, in una regione in cui Cina e Russia stanno cercando di espandere la loro sfera di influenza, il risultato verrà valutato nei prossimi mesi. Biden ha parlato con tutti, ha fatto qualche concessione, come al presidente dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen, al quale ha ribadito il sostegno alla soluzione dei due Stati, ma ha anche raffreddato le speranze, dicendo “la situazione non è matura” per la ripresa del processo di pace, fermo al 2014.

L'attenzione della Casa Bianca era fissata, comunque, soprattutto sui sauditi. L'obiettivo principale, oltre all'aumento della produzione di petrolio, era avviare silenziosamente una campagna per portare l'Arabia Saudita al tavolo dove si discute di cambiamento climatico. L'inviato speciale sul clima John Kerry ha fatto frequenti viaggi per coinvolgere gli arabi su questa sfida e lo stesso Biden ha fatto pressione sulla famiglia reale perché sviluppi tecnologie che possano ridurre l'effetto serra. I tentativi riflettono la volontà di rinsaldare i legami tra Stati Uniti e Arabia Saudita, a costo anche di compromettere l'immagine del presidente sui diritti civili.