Claudio Cia fuori da Fratelli d'Italia, la decisione comunicata con una mail

"Liberato da una situazione imbarazzante", dice il consigliere provinciale. "Un arrivista disposto a tutto", replica il commissario Urzì

Claudio Cia fuori da Fratelli d'Italia, la decisione comunicata con una mail
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Claudio Cia e le mail ricevute

Claudio Cia è fuori da Fratelli d'Italia. O, quantomeno, non è più dirigente del partito della premier Giorgia Meloni.

La conferma arriva dallo stesso consigliere provinciale, oggi nel gruppo misto, con tanto di screenshot allegati delle mail automatiche che gli sono state inviate per comunicargli la decisione del commissario regionale del partito, Alessandro Urzì.

In una nota Cia ricostruisce le tappe della vicenda che hanno portato a questo epilogo, dopo la sua decisione di autosospendersi da Fratelli d'Italia in seguito a quello che lui definisce “stalking politico” da parte di Urzì, con, dice Cia, “prepotenze, dichiarazioni sguaiate, bullismo verbale nei miei confronti e comportamenti estranei alla cultura trentina e all'Autonomia”.

“Prendo atto - scrive Cia a riguardo della decisione del suo ormai ex partito - e, in risposta, ringrazio per essere stato liberato da questa imbarazzante situazione. Nonostante l'estromissione dal partito, che a questo punto appare definitiva, la mia stima nei confronti di Giorgia Meloni e di molte persone che militano nel medesimo rimane immutata”.

A stretto giro è arrivata anche la risposta di Alessandro Urzì, secondo cui “il destino dello stesso Cia è stato stato segnato dalle decisioni dello stesso consigliere, prima quelle di non voler rimettersi alle determinazioni del partito e poi quella di auto sospensione dallo stesso, istituto non esistente in FDI”.

“La questione evidentemente si chiude qui - conclude Urzì - perché FDI risponde agli interessi del Trentino e del paese intero e non di solitari arrivisti disposti a tutto, oltre ogni regola di etica e morale, per una poltrona”.

La nota di Claudio Cia

Il 9 dicembre 2023, ho annunciato la mia sospensione dal partito Fratelli d'Italia e dal gruppo consiliare fino al termine della permanenza in Trentino dell'"onorevole" Urzí, in qualità di commissario. Questa decisione è stata presa a seguito di mesi di "stalking politico", caratterizzati da prepotenze, dichiarazioni sguaiate, bullismo verbale nei miei confronti e comportamenti estranei alla cultura trentina e all'Autonomia.
Il 17 gennaio, ho appreso di essere stato deferito dallo stesso commissario alla Commissione disciplinare nazionale di garanzia di Fratelli d'Italia, e il 21 gennaio 2024, tramite email automatica, ho ricevuto la comunicazione di revoca da parte di Alessandro Urzi della mia nomina a Dirigente provinciale e regionale. Prendo atto e, in risposta, ringrazio per essere stato liberato da questa imbarazzante situazione. Nonostante l'estromissione dal partito, che a questo punto appare definitiva, la mia stima nei confronti di Giorgia Meloni e di molte persone che militano nel medesimo rimane immutata.
Mio malgrado, si conclude qui un percorso politico iniziato nel 2020, durante il quale portai, da solo, il partito di Fratelli d'Italia in Consiglio provinciale e regionale per la prima volta. Per questo, ho rinunciato alla lista civica che avevo fondato, "Agire per il Trentino", con la quale sono stato eletto nel 2018, e all'assessorato regionale che mi era stato affidato. Nessun rimpianto, solo amarezza e grande delusione per il trattamento ricevuto.
In chiusura, ringrazio tutti i miei elettori, sono davvero tanti, per la fiducia che hanno riposto nella mia persona e che continuerò a onorare con il mio lavoro in Consiglio provinciale e sul territorio.

La risposta di Alessandro Urzì

In riferimento alle confuse note e dichiarazioni del consigliere provinciale Claudio Cia circa la sua sospensione da Fratelli d’Italia corre l’obbligo di ricordare come il destino dello stesso Cia è stato stato segnato dalle decisioni dello stesso consigliere, prima quelle di non voler rimettersi alle determinazioni del partito e poi quella di auto sospensione dallo stesso, istituto non esistente in FDI, lasciando nell’ambiguità la sua posizione dopo le provinciali dello scorso anno.
Il partito ha semplicemente preso atto delle volontà di Cia di non rispondere più a Fratelli d’Italia.
Ribadiamo proprio in questa circostanza come Fdi non sia un partito dalla porta girevole e non sia soprattutto  un taxi da cui ottenere vantaggi personali sul piano istituzionale.
Cia ha deciso di comunicare con parole vergognose di avere tradito il partito che gli ha permesso di essere eletto in consiglio provinciale non avendo avuto soddisfazioni personali in termini di poltrone, nulla a che vedere con gli interessi generali. Il consigliere deve quindi rimproverare solo se stesso per il suo destino politico e se c’è chi nutre amarezza è un partito che ha creduto e investito in lui per poi esserne tradito.
La questione evidentemente si chiude qui perché FDI risponde agli interessi del Trentino e del paese intero e non di solitari arrivisti disposti a tutto, oltre ogni regola di etica e morale, per una poltrona.