La tragedia domenica nel primo pomeriggio

Marmolada, riprese all'alba le ricerche a terra. Individuati altri resti

Resta da individuare ancora un disperso. Riconosciute ufficialmente altre due vittime

Marmolada, riprese all'alba le ricerche a terra. Individuati altri resti
Soccorso Alpino Trentino
Marmolada, le ricerche a terra

Riconosciuti due cittadini della Repubblica Ceca

I resti recuperati ieri durante le ricerche a terra hanno permesso di individuare la vittima numero 10 nel disastro della Marmolada. Resta quindi ancora un disperso da individuare. Intanto due due persone sono state riconosciute: si tratta di due cittadini della Repubblica Ceca, cui hanno dato un nome i cui famigliari giunti a Canazei (TN). 

Chiudere l'area della tragedia

Intanto il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha detto che con il collega Fugatti, presidente della Provicnia autonoma di Trento si sta studiando un provvedimento per chiudere tutta l'area della tragedia in attesa che si istituisca un tavolo nazionale per elaborare dei criteri tecnici che permettano di stabilire quando sia possibile e quando da vietare l'accesso degli escursionisti ai ghiacciai.

L’esperto: «Non ci sono movimenti anomali del ghiacciaio»

«Da quando abbiamo istallato le strumentazioni di controllo del ghiacciaio non abbiamo visto movimenti anomali. Si vede il normale movimento del ghiacciaio, ma nella zona del distacco dove si è creata la scarpata e dove ci sono le crepacciature non si osservano movimenti nè graduali nè a scatti. Stiamo aspettando perché prima o poi qualcosa si muoverà: la parte che si è distaccata, con quella pendenze, è destinata a trovare una sua regolarità, ma non si può dire se avverrà nei prossimi giorni o nell’arco di anni». Lo ha detto all’agenzia Ansa il professor Nicola Casagli, dell’Università di Firenze, che sta monitorando i dati forniti dagli interferometri e dal radar doppler installati in quota. Il monitoraggio proseguirà almeno fino a settembre. «Gli strumenti ci permetteranno di fare delle previsioni, e penso che i dati serviranno anche a capire cosa è successo», ha aggiunto Casagli.

Gli scienziati: «Il ghiacciaio della Marmolada potrebbe sparire nei prossimi vent'anni»

"Il ritiro dei ghiacciai è la manifestazione più evidente di un cambiamento climatico in atto i cui effetti sono visibili anche in molti altri fenomeni che interessano il pianeta. Ciò che desta maggior preoccupazione è la progressiva accelerazione del ritiro glaciale, che impone una revisione degli scenari climatici più ottimistici predisposti dagli scienziati". E' il monito dei ricercatori del Gruppo di lavoro glaciologico-geofisico per le ricerche sulla Marmolada, che da vent'anni studiano il ghiacciaio: Aldino Bondesan, glaciologo dell'Università di Padova, responsabile del Comitato glaciologico italiano (Cgi) per il coordinamento della campagna glaciologica annuale nelle Alpi orientali, Roberto Francese, geofisico dell'Università di Parma e componente del Comitato glaciologico italiano, Massimo Giorgi, Stefano Picotti, geofisici dell'Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale. Che affrontano anche, in una nota diffusa per dare un "contributo alla comprensione del fenomeno accaduto sulla Marmolada", il tema di quel che ci aspetta in futuro e di quel che quindi occorre fare. "Nel lungo termine l'unica azione efficace è quella di trovare un accordo globale che consenta la riduzione dell'emissione di gas-serra per mitigare il riscaldamento terrestre. Nel breve-medio termine si può solamente ricorrere a strategie di adattamento che consentano la razionalizzazione delle risorse e una maggiore efficienza nella realizzazione delle infrastrutture, nei processi industriali e nei modelli sociali", affermano gli esperti. Nel corso dell'ultimo secolo il ghiacciaio della Marmolada si è ridotto di più del 70% in superficie e di oltre il 90% in volume e, oggi, è grande circa un decimo rispetto a cento anni fa. "Il ritiro ha mostrato una progressiva accelerazione", evidenziano i ricercatori, tanto che negli ultimi 40 anni la sola fronte centrale è arretrata di più di 600 m risalendo nel contempo in quota di circa 250 metri. La velocità di ritiro media è stata di 0,5 metri all'anno nel periodo 1902-1906, cinque metri all'anno nella finestra 1925-1938, 8,4 metri all'anno tra 1951 e 1966 e 10,3 metri all'anno tra 1971 e 2015. "Tra le principali cause vi è certamente l'aumento della temperatura e in particolare, nella zona della Marmolada, della temperatura minima invernale che nel corso di 35 anni di osservazioni è aumentata di circa 1,5 gradi". Quanto al futuro, dicono gli esperti, "le previsioni sono sempre un esercizio piuttosto difficile quando si parla di sistemi naturali. Se saranno confermati gli attuali andamenti anche nei prossimi anni, è molto probabile che il ghiacciaio della Marmolada scompaia prima del 2040. Se dovesse rallentare il processo di riduzione della massa glaciale, in ogni caso è improbabile che possa conservarsi oltre il 2060. Solo pochi anni fa i modelli prevedevano una vita del ghiacciaio per altri 100 o 200 anni". Dunque, i modelli predittivi vanno "costantemente aggiornati e migliorati" ed è "fondamentale garantire (e possibilmente migliorare) il monitoraggio dei ghiacciai con particolare attenzione alle loro variazioni volumetriche".