Venezia

Jesolo, operaio morì sul lavoro. Il pm: non aveva ricevuto adeguata formazione

Per la Procura sono queste le cause del decesso del 46enne Fabio Da Prat. Chiesto il rinvio a giudizio per il datore di lavoro

Morto perché mandato a rimuovere tre bombole anti-incendio senza un manometro, e perchè non aveva una formazione specifica. Sono le conclusioni a cui è giunta la Procura di Venezia sull'incidente al Kursaal di Jesolo, dove due anni fa, perse la vita il 46enne di Dolo Fabio Da Prat.

Chiesto il rinvio a giudizio per il suo datore di lavoro, l'amministratore unico della R.G. Impianti di Salzano, e per un collega. Sarà il giudice a decidere, il prossimo 18 marzo, se i due andranno a processo. Sono accusati di omicidio colposo in concorso, con l'aggravante della violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro.

Cosa accadde il 29 novembre 2021

Quanto accaduto quel 29 novembre 2021 è stato ricostruito dagli ispettori dello Spisal dell'Ulss 4 Veneto Orientale, dai carabinieri e dal consulente della Procura. Era in corso una manutenzione di routine dell'impianto anti-incendio. I due operai sul posto sono Da Prat, la vittima, e un altro addetto 35enne, vivo per miracolo. Una delle operazioni è ricaricare le tre bombole a gas inerte per lo spegnimento. L'azienda comunica ai due che sono vuote, informazione scorretta, di cui però Da Prat si fiderà. Il controllo sul gas compresso, presente o meno, sarebbe stato comunque impossibile. l'azienda non aveva fornito ai due operai lo strumento di misurazione, il manometro portatile appunto. Ecco la prima negligenza della ditta, per i magistrati. 

La seconda è non aver formato i suoi addetti, su procedure corrette di smontaggio delle bombole e sui rischi. Le tre bombole, rimosse con gas all'interno, schizzarono come missili. Una colpì Da Prat alla testa, uccidendolo.