Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Bce-Draghi-Piano-di-acquisti-da-60-miliardi-di-euro-fino-a-settembre-2016-0c51ff90-d1bd-49e8-b8b9-dec4d5271948.html | rainews/live/ | true
ECONOMIA

La decisione presa a maggioranza dal Consiglio dell'Eurotower

Bce, Draghi: "Piano di acquisti da 60 miliardi di euro al mese fino a settembre 2016"

Questa la decisione presa dal consiglio direttivo dell'istituto di Francoforte. Il presidente spiega: "Proseguirà fino a quando inflazione non risalirà abbastanza". Poi aggiunge "La condivisione dei rischi con le banche centrali sarà del 20%"

Condividi
La Bce avvierà "a marzo" un programma combinato "esteso" di acquisti "di titoli di Stato e privati" da "60 miliardi di euro al mese". Lo ha annunciato il presidente Mario Draghi, nel corso della conferenza stampa successiva al consiglio direttivo della Banca centrale. Draghi ha precisato che il piano "durerà fino al settembre del 2016" e comunque "fino a quando l'inflazione si riporterà a livelli ritenuti coerenti con i suoi obiettivi" (sotto ma vicino al 2%). Dunque un totale di 1.080 miliardi di euro ma il bazooka potrebbe essere ancora più potente. Draghi infatti ha sottolineato che gli acquisti continueranno fino a quando il tasso di inflazione non sarà allineato al target della Bce.

"Aiuteranno contro i rischi per le aspettative d'inflazione"
Il nuovo intervento ingloberà i precedenti programmi di acquisto di prestiti bancari cartolarizzati (Abs) e di obbligazioni bancarie garantite (covered bond).  "La decisione di oggi aiuterà la guidance sui tassi - assicura il presidente della Bce - e rinforza il fatto che ci sono differenze tra il ciclo di politica monetaria e l'andamento dell'economia. Insieme questi fattori dovrebbero incrementare la domanda e supportare la crescita del credito contribuendo all'incremento dell'inflazione". 
 
Condivisione rischi con le banche centrali del 20%
Come tiene a precisare Draghi, "l'acquisto di titoli di Stato da parte della Bce prevede un criterio di condivisione del rischio con le banche centrali dei paesi interessati".  Il nuovo piano di acquisti di titoli privati e pubblici della Bce prevede una condivisione dei rischi solo "al 20 per cento" ha riferito il governatore nella conferenza stampa al termine. Prima degli annunci di oggi era trapelata la possibilità che le emissioni pubbliche acquistate venissero fatte ricadere sui bilanci delle Banche centrali nazionali.

"Maggioranza così ampia che non abbiamo votato"
Il governatore rivela inoltre che sul varo del Quantitative Easing nel Consiglio Direttivo "c'è stata una maggioranza così ampia che non abbiamo neppure messo ai voti" la decisione. Ricordando che "è prima volta che avremo i resoconti del consiglio pubblicati", Draghi ha precisato che il Consiglio è stato invece "unanime nel definire che il programma di acquisti è dal punto di vista legale uno strumento di politica monetaria, che fa parte del nostro arsenale". Ha invece parlato di semplice "consenso" sul meccanismo di condivisione del rischio.

Ripresa dell'Eurozona
Sulla ripresa in corso nell'Eurozona, "restano rischi al ribasso ma questi dovrebbero essere ridotti dalle nostre decisioni odierne e dal calo dei prezzi del petrolio".

Il commento di Merkel
Qualsiasi azione della Banca Centrale europea "non deve farci deviare dal nostro cammino" di riforme aveva detto il cancelliere tedesco Angela Merkel pochi minuti prima dell'atteso annuncio da parte del governatore Draghi sul piano di acquisti di titoli di Stato da parte dell'Istituto di Francoforte. "Non ha importanza quale decisione prenderà la Bce, non dobbiamo farci deviare dalla convinzione che siamo noi, in quanto politici, a dover disegnare la cornice del risanamento", aveva detto la leader dei conservatori tedeschi dal  World Economic Forum di Davos.

Corrono le banche, spread giù a 107 punti. Poi tornano tiepide
Piazza Affari mette il turbo dopo l'annuncio del presidenteDraghi, di lanciare un piano di acquisti di titoli ampliato alle emissioni pubbliche da 60 miliardi al mese. L'indice principale Ftse Mib balza del 2,5% a 20.475 punti, trainato dai titoli bancari che accelerano al rialzo: Mps +5,8%, Bper +5,7%, Unicredit +4,6%, Bpm +4%. Lo spread Btp-Bund fa segnare un netto calo da 115 a 107 punti dopo le parole del presidente della Bce, Mario Draghi. Il rendimento del decennale italiano scende all'1,634%. Mentre l'Euro è in calo dopo le parole del governatore Bce: la moneta unica passa di mano a 1,1520 dollari dopo aver aperto questa mattina a 1,1592 dollari. Dopo una prima fiammata, poi tornano tiepide (LEGGI)

Cos'è il quantitative easing? 
Il quantitative easing è una misura di politica monetaria che serve a immettere liquidità nel sistema. La Banca centrale 'stampa' moneta attraverso l'acquisto sui mercati finanziari di titoli di Stato o di prodotti di altro tipo. Gli effetti del quantitative easing riguardano in primo luogo il cambio: con l'immissione in circolo di più denaro la moneta si deprezza. Le sole attese di una prossima attuazione della misura da parte dell'Eurotower hanno portato l'euro nei giorni scorsi sotto quota 1,15 dollari, fino ai minimi sul dollaro dall'autunno del 2003. Il calo della moneta favorisce l'export. Non solo. Maggiore moneta in circolazione e l'indebolimento dell'euro favoriscono l'aumento dei prezzi.

La Bce ha un obiettivo sull'inflazione annua "sotto ma vicino al 2%", mentre a dicembre l'andamento annuo dei prezzi dell'eurozona ha fatto registrare una discesa dello 0,2%. Inoltre, con l'acquisto di titoli di Stato, il Qe ha effetto sugli spread sovrani facendo scendere i tassi di interesse. Se infatti la Bce acquista bond pubblici questi tendono a pagare rendimenti sempre più bassi. Anche in questo caso, le sola aspettativa di un utilizzo di quello che viene definito il 'bazooka' dell'Eurotower ha fatto scendere lo spread del Btp a 10 anni italiano nei sotto quota 120 punti base. L'effetto si riflette su tutti i titoli bancari e aziendali che a livello di rendimento scontano il cosiddetto 'rischio Paese'. Questo significa, in parole semplici, che le imprese possono finanziarsi a un costo minore e che anche i prestiti all'economia reale, incluse le rate dei mutui concessi alle famiglie, diventano meno cari.