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ITALIA

Roma

Caso Cucchi, la Corte d'Appello chiede nuove indagini sui carabinieri

Stefano Cucchi è stato picchiato. Bisogna indagare su quelli che lo hanno fatto. A ripetere questo concetto sono i giudici della corte d'assise d'appello nelle motivazioni della sentenza con la quale nell'ottobre scorso hanno assolto agenti penitenziari, medici e infermieri da tutte le accuse

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Atti al pm per nuove indagini sulla morte di Stefano Cucchi. Questo scrivono i giudici della Corte d'Assise d'Appello di Roma nella motivazione della sentenza, con la quale nell'ottobre scorso sono stati assolti tutti gli imputati. Per i giudici Cucchi è stato picchiato ma non si conoscono le cause della morte. Per i giudici d'appello non ci sono dubbi che Stefano Cucchi, arrestato nell'ottobre 2009 e morto una settimana all'ospedale Sandro Pertini di Roma, fu picchiato ma sottolineano che non si conoscono le cause della morte.

Ilaria: "Nuove indagini rappresentano un fatto nuovo"
"Registro con soddisfazione che la Corte ha accolto l'invito del mio difensore di non voltarsi dall'altra parte, e quindi di restituire gli atti alla procura nel caso in cui ritenesse che gli autori del pestaggio potessero essere individuati nei carabinieri". Lo dice in un comunicato Ilaria Cucchi, che parla di "fatto importante e nuovo, perché non era stato fatto dalla Corte di assise di primo grado". "Ho la sgradevolissima sensazione che il processo per la morte di mio fratello sia stato oggetto di discussioni e contrapposizioni determinate più da ragioni politiche di scuola e prestigio, che da reale amore di scienza e verità - dice la sorella di Stefano -. I periti Cattaneo e Grandi avevano addirittura indetto una conferenza durante il processo di primo grado per dire a tutti i colleghi 'come avevano risolto il caso Cucchi' ". 

Per i giudici, "le lesioni subite dal Cucchi debbono essere necessariamente collegate a un'azione di percosse; e comunque da un'azione volontaria, anche una spinta, che abbia provocato la caduta a terra, con impatto sia del coccige che della testa contro una parete o contro il pavimento". Nelle motivazioni i giudici scrivono anche che "è opportuna la trasmissione della sentenza al Pm perché valuti la possibilità di svolgere nuove indagini per accertare eventuali responsabilità di persone diverse dagli agenti di polizia penitenziaria". 

Per la Corte d'Assise d'Appello l'ipotesi si fonda su testimonianze secondo cui "già prima di arrivare in tribunale Cucchi aveva segni e disturbi che facevano pensare a un fatto traumatico avvenuto nel corso della notte. Non può essere definita una astratta congettura l'ipotesi prospettata in primo grado, secondo cui l'azione violenta sarebbe stata commessa dai carabinieri che hanno avuto in custodia Cucchi dopo la perquisizione domiciliare".