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MONDO

Asse Mosca-Pechino per isolare gli Usa

Corea del Nord, braccio di ferro in Consiglio di sicurezza tra Usa e Russia. "Pronti a fare da soli"

Al vice ambasciatore di Mosca Safronkov che a sopresa si è opposto a nuove sanzioni a Pyongyang ha risposto l'ambasciatrice Usa Nikki Haley: "Se la Russia non vuole sostenere misure più severe deve mettere il veto alla bozza di risoluzione" che presenterà nei prossimi giorni. Ma in questo caso, gli Stati Uniti "andranno per la loro strada"

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Dalla balistica alla diplomazia del palazzo di vetro: la crisi coreana vira verso scenari solo apparentemente meno bellicosi, con il Consiglio di sicurezza straordinario che si trasforma in un ring tra Stati Uniti e Russia.

Mosca dice no all'uso della forza contro la Corea del Nord. "La possibilità di intraprendere misure militari per risolvere i problemi legati della penisola coreana dovrebbe essere esclusa", "esprimiamo il nostro appoggio all'idea che Nord e Sud Corea si impegnino in dialogo e consultazioni", ha detto il vice ambasciatore della Russia alle Nazioni unite, Vladimir Safronkov.

Stesso messaggio da parte della Cina
Dopo la Russia, che a sorpresa si è opposta al Consiglio di Sicurezza Onu all'adozione di nuove sanzioni, anche la Cina, l'alleato più stretto di Pyongyang e su cui contava il presidente americano Donald Trump, si è opposto ad ogni azione militare contro la Corea del Nord dopo il lancio, ieri, di un missile balistico intercontinentale in grado di raggiungere gli Usa.

L'asse Mosca-Pechino
Erano stati gli ambasciatori di Washington e Parigi a proporre una risoluzione con nuove misure punitive contro il regime di Kim Jong-un. La perfetta coincidenza di punti di vista degli ambasciatori di Russia e Cina all'Onu conferma la vicinanza tra Mosca e Pechino emersa nell'ultimo incontro tra il presidente russo, Vladimir Putin e il collega cinese Xi Jinping. Unione tesa ad isolare sempre più gli Usa di Donald Trump. 

Usa: pronti a fare da soli
Al vice ambasciatore di Mosca  Safronkov ha risposto l'ambasciatrice Usa Nikki Haley: "Se la Russia non vuole sostenere misure più severe contro Pyongyang deve mettere il veto alla bozza di risoluzione" che presenterà nei prossimi giorni. Ma in questo caso, gli Stati Uniti "andranno per la loro strada". 

Donald Trump: "Valuto risposta severa "
Da Varsavia il presidente americano si è  scagliato nuovamente contro la Corea del Nord, esortando la comunità  inaternazionale a  fare in modo che vi siano delle "conseguenze" per la belligeranza di Pyongyang e  ha avvertito che sta prendendo in considerazione una risposta "severa".   "Chiedo a tutte le nazioni di confrontarsi con questa minaccia globale e di   dimostrare pubblicamente alla Corea del Nord che ci sono conseguenze per il suo   pessimo comportamento", ha detto Trump durante la visita a Varsavia.     "Ci sono delle misure piuttosto severe a cui stiamo pensando", ha detto Trump ma   ha aggiunto: "questo non significa che le faremo". 

Guterres: pesante violazione risoluzione, Pyongyang rispetti obblighi   
Il lancio del missile balistico intercontinentale da parte della nord corea "e' un'altra pesante violazione delle risoluzioni del consiglio di sicurezza e costituisce una pericolosa escalation della situazione": e' la "ferma condanna" del segretario generale dell'onu Antonio Guterres. "La leadership di Pyongyang deve evitare altre azioni provocatorie e rispettare i propri obblighi internazionali", ha avvertito, sottolineando l'importanza che "la comunita' internazionale sia unita per affrontare questa sfida".


Test confermato dagli Usa
Il primo test di un missile intercontinentale è stato confermato dalle autorità statunitensi che ritengono il lancio un importante passo avanti nel potenziale militare di Pyongyang, il cui obiettivo è quello di creare un proprio arsenale di armi nucleari a lungo raggio in grado di colpire qualunque parte degli Stati Uniti.

La "linea rossa"
Secondo gli analisti ci vorranno ancora molti anni per realizzare l'obiettivo di Kim Jong-un, ma il lancio di un missile intercontinentale viene comunque visto come una 'linea rossa' oltre la quale, se Pyongyang non sarà fermata, sarà solo una questione di tempo.