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MONDO

Lo scrive la Cnn online

Delitto Nemtsov: arrestate altre due persone per omicidio. Sospettato si fa esplodere a Grozny

Nove giorni dopo l'omicidio dell'ex vicepremier ieltsiniano diventato uno dei principali oppositori di Putin, quattro persone sono state fermate per il delitto. Oppositori ed esponenti dei diritti umani hanno accolto con scetticismo la notizia del fermo, chiedendo che siano individuati anche i mandanti dell'omicidio

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Cittadini in fila per l'ultimo saluto a Boris Nemtsov (Ap)
A poche ore dal fermo di persone di origine caucasica sospettate di aver partecipato "all'organizzazione e all'esecuzione" dell'omicidio di Boris Nemtsov, la polizia russa ha arrestato altre due persone. Lo scrive la Cnn online, che riprende l'annuncio di alcuni media russi. Intanto, secondo quanto riferiscono fonti investigative, un ceceno sospettato si è fatto saltare in aria da una granata a Grozny, prima di essere catturato dalla polizia che lo aveva accerchiato.

A nove giorni dall'eclatante delitto che ha scosso il mondo e messo in imbarazzo il Cremlino, sono in tutto quattro gli uomini arrestati per l'omicidio dell'ex vicepremier ieltsiniano diventato uno dei principali oppositori di Putin. I primi due fermati dai servizi segreti sono due cugini di origine caucasica, Anzor Gubashev e Zaur Dadayev. Secondo l'autorevole quotidiano Kommersant, i due avrebbero già confessato. Delle altre due persone arrestate in seguito non è ancora stata resa nota l'identità.  

Ufficialmente non sono stati forniti dettagli sugli arresti. Nella serata di ieri, però, il primo canale statale ha fornito particolari sui due cugini caucasici di 32 e 33 anni: Gubashev è da vari anni a Mosca come guardia di sicurezza in un ipermercato, Dadayev da dieci nel battaglione del ministero dell'interno ceceno 'Sever" (e decorato nel 2010 proprio dal presidente russo), come confermato dalla madre e da Albert Barakhaiev, segretario del consiglio di sicurezza dell'Inguscezia, dove entrambi sono stati catturati nei giorni scorsi in due diversi distretti. Gli inquirenti, secondo l'emittente, non escludono la loro appartenenza a un movimento islamico radicale del Caucaso e quindi, in tal caso, potrebbe rivelarsi non prima di fondamento una delle piste finora ipotizzate, forse la meno convincente: quella di una vendetta per le posizioni di Nemtsov sulla vicenda di Charlie Hebdo.

Aleksandr Bortnikov, capo dell'Fsb, ha comunque ribadito che al momento restano in piedi tutte quelle formulate finora: dal tentativo interno o esterno di destabilizzare il Paese al malcontento dei nazionalisti russi per la critica di Nemtsov al ruolo di Mosca nella crisi ucraina, da una vendetta per motivi di gelosia (la fidanzata era una giovane modella ucraina) o di affari, sino ad un attacco degli estremisti islamici legato a Charlie Hebdo.  

Intanto oppositori ed esponenti dei diritti umani hanno accolto con scetticismo la notizia del fermo, chiedendo in particolare che siano individuati anche i mandanti dell'omicidio. Pure nel caso Politkovskaya, di cui colpiscono le analogie con l'omicidio Nemtsov (stessa arma, una pistola Makarov, e killer caucasici), sono stati condannati dopo tre processi gli esecutori (tre fratelli ceceni) e gli organizzatori (lo zio con la copertura di un paio di poliziotti), ma i mandanti restano ignoti.