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POLITICA

Il faccia a faccia alla Festa dell'Unità

Delrio: "Nostra economia tornata a crescere". Squinzi: "Sindacato in Italia è fattore di ritardo"

Il ministro delle Infrastrutture e il presidente di Confindustria a Milano si confrontano sui temi economici con l'ex sottosegretario che dice: "Non stiamo al governo a tutti i costi"

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"Non ho una risposta intelligente sul perché l'economia spagnola migliori più velocemente della nostra, non studio economia spagnola e non sono preparato su questo tema. La nostra economia ha ricominciato a crescere dopo 13 trimestri di negativo, questo è un segnale importante. Anche il crollo della cassa integrazione è un altro segnale importante". Sono le parole del ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio al convegno 'Raccontiamo l'Italia. Le infrastrutture del futuro', alla Festa nazionale dell'Unità.

Insieme al ministro il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi che ha sottolineato il suo apprezzamento per la promessa del premier Matteo Renzi ma, sul tema, ha aggiunto: "Se dice che diminuisce le tasse noi facciamo il tifo, l'importante è trovare i modi di finanziare questa decisione. Io ritengo sia fondamentale mettere mano seriamente a una spending review, perché solo da lì si può andare a finanziarla". Squinzi, interpellato sulla questione del lavoro a Ferragosto, ha poi puntato il dito contro il sindacato: "In Italia mediamente è un fattore di ritardo - ha detto il presidente di Confindustria -, ha fatto tardare tanto l'ammodernamento e l'efficienza complessiva del Paese".

Crescita e riforme
"La nostra crescita può essere più robusta e forte se portiamo a casa subito alcune questioni che abbiamo importato - ha poi detto Delrio - come la riforma della pubblica amministrazione e la sua semplificazione. I decreti di applicazione arriveranno presto e questo darà una grossa spunta. Noi siamo lenti nell'eseguire gli investimenti, decidiamo una cosa e ci mettiamo anni per realizzarla, anche per colpa dell'inerzia burocratica".

L'occupazione
"Abbiamo bisogno di spingere sulla crescita del Paese, perché crescita e occupazione sono i maggiori problemi del Paese e dell'Europa. Dobbiamo creare più posti di lavoro e sfruttare tutti i margini di flessibilità esistenti dentro le regole dell'Europa. Continueremo quindi a essere rigorosi, abbiamo raggiunto gli obiettivi sulle riforme che l'Europa ci ha dato, tutte quelle richieste le abbiamo fatte, tanto è vero che l'Europa ha già dato un margine di flessibilità", ha detto l'ex sottosegretario spiegando che "il debito diminuisce se l'economia cresce, non possiamo occuparci solo del deficit ma soprattutto del Pil". "Italia non ha i conti in disordine, ogni anno mettiamo da parte qualcosa, siamo un Paese virtuoso che genera più avanzo primario, dobbiamo pensare a generare più investimenti nelle città e più lavoro. Negli ultimi anni sono stati dimezzati i lavori pubblici in Italia, lo vediamo dalle strade, dai parchi, dalle città e dalle ferrovie. Chiedere all'Europa l'applicazione della clausola sugli investimenti ci pare ragionevole". "L'emergenza - conclude - è riprendere in mano una crescita più forte, abbassando le tasse e facendo più investimenti, far ripartire il motore degli investimenti".

"Non più osservati speciali in Europa"
"Molto importante rispetto all'anno scorso - ha aggiunto il ministro - è il fatto che "il Paese non è più un osservato speciale, ci presentiamo in Europa con le carte molto in regola. Anche i consumi interni ricominciano a muoversi, i mutui sono aumentati dell'80 per cento, e questo è un segnale di fiducia. La gente ricomincia ad avere fiducia di noi, e del fatto che Italia abbia grandi potenzialità e debba solo fare bene ciò che sa fare. Se facciamo bene questo avremo buone sorprese economiche". 

Fisco
"Noi abbiamo fatto un ragionamento - ha spiegato Delrio -: Confindustria ha chiesto di tagliare il costo del lavoro, noi l'abbiamo fatto perché pensavamo che in questa maniera fosse più facile assumere. Siamo di fronte alla più profonda crisi edilizia degli ultimi anni, questo dipende anche dall'eccessiva tassazione che c'è su mercato immobiliare. Abbiamo dato ecobonus e incentivi e vogliamo abbattere la pressione fiscale. Stiamo cercando di riportare il Paese alla normalità, senza eccesso di tassazione".

"Non al governo a tutti i costi"
"Non stiamo al Governo a tutti i costi - ha detto il ministro -, solo se riusciamo a governare: non siamo attaccati alle poltrone ma è poco più di un anno che governiamo, ritengo sbagliato per il paese non per noi che si interrompa l'esperienza di governo, ma decide il Parlamento".