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MONDO

Il vertice alla Casa Bianca

L'America cambia linea su Israele. E Donald Trump perde un altro pezzo: lascia anche Andy Puzder

Molti repubblicani non erano disposti a sostenere il segretario al lavoro scelto dal Presidente ma gravato da un'accusa di abusi avanzata dalla moglie nel 1990 allo show di Oprah Winfrey e dal mancato pagamento di tasse su dipendenti clandestini - già un controsenso per un uomo di Trump - della sua catena di fast food. Una Casa Bianca sotto assedio riceve intanto Netanyahu e fa infuriare i palestinesi annunciando: "Uno o due stati per noi è uguale"

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Neanche un mese in carica e per Donald Trump non smettono i fuochi d'artificio. Sul fronte internazionale il Presidente compie un'inversione a U rispetto a Obama, accogliendo con tutti gli onori a Washington il Premier Benyamin Netanyahu e buttando a mare la politica dei 2 stati per 2 popoli, per anni uno dei pilastri delle politiche in Medio Oriente. Sul fronte interno Trump deve incassare un nuovo scacco dopo le dimissioni del Consigliere per la Sicurezza nazionale Flynn: il passo indietro di Andu Puzden, scelto come segretario al lavoro ma affondato dagli stessi repubblicani non disposti a sostenere un uomo che nella sua catena di fast food non gode fama di manager rispettosi dei diritti dei lavoratori. Sullo sfondo, ma non troppo, i rapporti controversi e sempre più scabrosi che emergono giorno dopo giorno tra lo staff di Trump e la Russia di Vladimir Putin.

Dopo il generale Flynn lascia anche Puzder
Andrew Franklin Puzder si è ritirato dalla candidatura a segretario al Lavoro, voluta dal presidente americano Donald Trump. "Mentre non servirò nell'amministrazione, appoggio pienamente il presidente e il suo team altamente qualificato", ha scritto lui stesso nella nota con cui ha annunciato il passo indietro. Puzder è l'amministratore delegato di una catena di fast food, CKE restaurants. La scelta era stata molto criticata, soprattutto per le sue posizioni sui diritti dei lavoratori: l'ad infatti è contro l'aumento del salario minimo, che dal suo punto di vista ridurrebbe i posti di lavoro creando una crisi economica. 




Molti senatori repubblicani indisponibili a confermare la nomina
L'amministrazione Trump, dopo il Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Michael Flynn, costretto a dimettersi per rapporti impropri con la Russia, perde dunque un altro pezzo. E' stato un gruppo di senatori repubblicani di peso a suggerire al presidente di ritirare la nomina di Andrew Puzder perché, malgrado il Gran Old Party abbia 52 senatori su 100, avrebbe potuto essere bocciata. E' quanto riferisce Politico sottolineando che molti senatori repubblicani hanno espresso riserve su di lui e stavolta non sarebbe bastato, come per il ministro dell'Istruzione, la miliardaria Betsy DeVoos, l'irrituale voto del vicepresidente Mike Pence, che vista la perfetta parità (50 a 50), fu costretto ad esprimersi nella veste di presidente del Senato. Cosa mai accaduta per la ratifica della nomina di un ministro.




  Le accuse: abusi sulla moglie e tasse non pagate sui suoi dipendenti irregolari
Contro Puzder, scrive Politico, hanno giocato l'accusa di abusi avanzata dalla moglie nel 1990 allo show di Oprah Winfrey ed il mancato pagamento di tasse su dipendenti clandestini - già un controsenso per un uomo di Trump - della sua catena di fast food. 


Trump riceve Netanhyahu a Washington
"Respingiamo le azioni unilaterali e ingiuste da parte dell'Onu contro Israele". Lo ha affermato il presidente Usa Donald Trump in conferenza stampa alla Casa Bianca con il premier israeliano Benyamin Netanyahu.

Trump insieme con la first lady Melania ha accolto alla Casa Bianca Netanyahu con la moglie Sara. E' il primo incontro tra i due leader dall'insediamento di Trump alla presidenza. Ed è una visita cruciale per i rapporti tra i due Paesi, anche se accade in un momento di particolare confusione, dopo le dimissioni del consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn.

Il presidente degli Stati Uniti ha sottolineato "il legame indistruttibile con il caro alleato" Israele, che descrive come "simbolo di resilienza contro l'oppressione e di sopravvivenza di fronte al genocidio".

Uno o due Stati, scelgano israeliani e palestinesi. L'importante è la pace
"Voglio vedere Israele contenersi un po' sugli insediamenti", ha continuato Trump, aggiungendo: "Che la soluzione sia a uno o due Stati, quella che loro preferiscono", l'importante è che sia pace. Ed ha sottolineato: è necessario che siano direttamente le due parti, israeliani e palestinesi, a trovare una soluzione in negoziati diretti. Il premier israeliano ha replicato annunciando che intende coinvolgere i partner arabi nel perseguire la pace con i palestinesi. Ma la condizione primaria è che i palestinesi devono riconoscere lo Stato ebraico. Ed ha concluso: piuttosto che trattare con etichette come la soluzione dei due Stati, bisogna trattare della "sostanza".

Trump, ambasciata Usa a Gerusalemme? Mi piacerebbe
Donald Trump dice che gli "piacerebbe" spostare l'ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme, ma rimane vago sui tempi limitandosi ad un "vedremo cosa succederà". "Per quanto riguarda il trasferimento dell'ambasciata a Gerusalemme, mi piacerebbe che accadesse. Ce ne stiamo occupando con molta, molta energia. Ce ne occupiamo con molto, molto impegno, credetemi. Vedremo cosa succederà", ha detto il presidente americano in conferenza stampa.

"Pessimo accordo" con l'Iran
Israele, ha sottolineato il presidente Usa, affronta "enormi problemi di sicurezza", a partire dalle "ambizioni nucleari  dell'Iran", con il quale si è stretto "uno degli accordi peggiori che io abbia mai visto", ed aggiungendo che la sua amministrazione ha già imposto nuove sanzioni contro Teheran e farà di tutto per impedire che l'Iran sviluppi un pericolo nucleare contro lo Stato ebraico. "Israele - ha concluso Trump - non ha un alleato migliore degli Usa e io voglio  assicurare che gli Stati Uniti non hanno alleato migliore di Israele". 

Presidenza palestinese: restiamo legati a 2 Stati
La presidenza palestinese ha ribadito stasera di rimanere legata alla Soluzione a 2 Stati e che continuerà a lavorare con gli Usa in questa direzione. In un comunicato diffuso dalla Wafa la presidenza di Abu Mazen ha ammonito che "l'insistenza del governo israeliano nel distruggere l'opzione dei 2 Stati attraverso la continuazione degli insediamenti porterà a più estremismo e instabilità", e ha chiesto a Israele di "rispondere alla richiesta del presidente Trump di fermare tutte le attività di insediamento". 


Al posto di Flynn Trump sceglie Robert Harward
 Il presidente Donald Trump ha offerto al vice ammiraglio in pensione Robert Harward di sostituire Michael Flynn come consigliere per la sicurezza nazionale. Lo riporta il Politico. Lunedi' notte, dopo l'addio forzato di Flynn per i suoi contatti con  il Cremlino sulle sanzioni americane a Mosca, l'incarico di consigliere per la sicurezza nazionale e' stato assegnato ad interim al generale in pensione Keith Kellogg, attuale capo dello staff del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca. Harward con esperienza di combattimento come Navy Seal, era stato immediatamente indicato tra i papabili successori: e' stato vice comandante del Comando Centrale sotto la guida dall'attuale capo del Pentagono, James Mattis,ha servito nel consiglio per la sicurezza nazionale durante la presidenza di George W. Bush e presso il Centro nazionale  contro il terrorismo.




"Il presidente sta attualmente valutando un gruppo di candidati molto forti che saranno presi in considerazione per ricoprire l'incarico di consigliere per la sicurezza  nazionale in modo permanente mentre confida nell'abilita' del generale Kellogg finche' non sara' scelta la persona definitiva", aveva dichiarato martedi' scorso il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer. Oltre a quello di Harward, come possibili successori di Flynn, era circolato pure il nome di David Petraeus, generale a quattro stelle che ha guidato la Cia per un anno prima di essere costretto a dimettersi per aver rivelato informazioni classificate alla sua biografa, Paula Broadwell, che era anche la sua amante. Petraeus era stato preso in considerazione anche come segretario di Stato ma gli e' poi stato preferito Rex Tillerson. Petraeus, in questa fase, sembrerebbe la scelta piu azzardata. In meno di un mese, l'amministrazione Trump ha perso due pezzi se si considera, oltre a Flynn, Andrew Puzder, l'imprenditore della ristorazione nominato come segretario al Lavoro che ha deciso di ritirarsi perche' non godeva del sufficiente sostegno dei repubblicani per la conferma in Senato. Interpellata sulla scelta di Harward, la Casa Bianca ha mantenuto la bocca cucita e per il momento non e' dato di sapere neppure se l'ex Navy Seal abbia accettato l'incarico che non richiede la conferma del Senato.

Non fu solo Flynn a flirtare con Mosca. 'Ripetuti contatti dello staff con Russia'
La 'Russian connection' intanto assomiglia sempre di più a un Watergate Reloaded e ora rischia davvero di travolgere Trump. cominciano a pensarlo in molti a Washington, dopo la drammatica escalation delle ultime ore.
Durante il 2016 diversi personaggi dell'inner circle del tycoon sono stati "ripetutamente in contatto" con esponenti dell'intelligence russa, e non solo.    Il cerchio, insomma, rischia di stringersi sempre di piu' attorno al presidente americano. e se i democratici gia' evocano lo spettro del "tradimento", anticamera dell'impeachment, anche tra i repubblicani comincia a serpeggiare un forte nervosismo per quello che il senatore John McCain ha riassunto come "caos totale" alla Casa Bianca, dove "nessuno e' al timone". tantomeno il commander in chief , prigioniero di un braccio di ferro tra le varie anime del suo 'cerchio magico'.

Non solo l'ex generale dei marine Flynn, dunque, ha intrattenuto rapporti con i russi, in contatto con l'ambasciatore di Mosca a Washington per discutere di sanzioni. Trump e Barack Obama sono stati informati a suo tempo dagli investigatori, ma la Casa Bianca ha impiegato settimane prima di assumere una iniziativa. quando - sostengono i detrattori - non ne ha potuto piu' farne a meno.  

Le intercettazioni del 2016
Adesso pero' da diverse intercettazioni telefoniche - rivelano fonti dell'intelligence usa al New York Times - emerge come piu' di un responsabile della campagna elettorale del tycoon (e anche personaggi che ruotano attorno al suo business) hanno avuto ripetuti scambi con funzionari e agenti russi. In primis (ed e' l'unico nome citato) Paul Manafort, per parecchi mesi presidente della campagna di Trump ed ex consulente politico del governo Yanukovic in Ucraina, dove rappresentava alcuni interessi pro-russi.

"Non ho mai avuto alcun legame con il governo di Mosca e con l'amministrazione Putin", continua a ripetere in queste ore Manafort. mentre da Mosca il cremlino si appresta a precisare come quelle comparse sui media usa siano vere e proprie 'bufale"  

Le intercettazioni in questione riguardano in particolare alcune telefonate tra funzionari e responsabili di intelligence russi, spiati nel corso delle indagini sulle sospette interferenze del cremlino sul voto delle presidenziali usa. Indagini che mirano anche a individuare le responsabilita' dell'hackeraggio ai danni del partito democratico durante la campagna elettorale.