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POLITICA

Conferenza programmatica

Dopo Visco e Grasso: il Pd cerca l'unità a Napoli

Una nuova partita e l'unità ritrovata per unire il centrosinistra: Matteo Renzi lancia questo messaggio dal museo ferroviario di Pietrarsa. Ma nell'aria resta quella parola ricorrente tra i non-renziani: "sfilacciamento".  Lo scontro sul governatore di Bankitalia e l'addio di Grasso, passato al gruppo Misto, lasciano strascichi e preoccupazione

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Una nuova partita e l'unità ritrovata per unire il centrosinistra. Matteo Renzi lancia questo messaggio dal museo ferroviario di Pietrarsa, un capannone che ospita la conferenza programmatica Dem, a conclusione della prima giornata. Oggi si ricomincia, tra confronti tematici e tavole rotonde.  E' stata la lettura di un brano della partigiana Teresa Mattei ad aprire stamattina il secondo appuntamento della Conferenza. In prima fila siedono Renzi e i ministri  Minniti, Delrio, Fedeli e Martina. Teresa Mattei fu una delle donne più coraggiose della storia dell'Italia Repubblicana, la più giovane eletta nell'Assemblea Costituente, che contribuì alla stesura dell'articolo 3 della Costituzione sul tema dell'uguaglianza.  La sensazione è quella della pace ritrovata con Gentiloni. Perché Bankitalia è una "vicenda chiusa", assicura il segretario. E sul futuro, Maurizio Martina, da "figlio dell'Ulivo", ripete: "Non abbiamo nemici nel centrosinistra". Ma nell'aria resta quella parola ricorrente tra i non-renziani: "sfilacciamento".  Lo scontro su Visco e l'addio di Grasso lasciano strascichi e preoccupazione. 

Il nuovo campanello di allarme è scoppiato ieri in mattinata.  Nel Consiglio dei ministri convocato per la nomina di Visco mancano Martina, Luca Lotti, Graziano Delrio e Maria Elena Boschi. I primi due - viene spiegato - avevano precedenti impegni, Delrio e Boschi sono malati (non una scusa, assicurano i renziani). Ma altri ministri Pd pensano subito che le assenze siano frutto di una "regia" del segretario. In Cdm non una parola (sostegno alla scelta di Gentiloni senza discutere, è la 'mozione d'ordine' di Franceschini), ma alla fine si fermano a parlare lo stesso Franceschini, Andrea Orlando, Anna Finocchiaro, Roberta Pinotti e Marco Minniti. Ed emerge non solo il disappunto per l'assenza dei colleghi, ma pure la preoccupazione per l'addio di Grasso, campione dell'antimafia: dopo le critiche di Napolitano e la tenda levata da Prodi, un distacco che pesa.

I rapporti tra governo e partito sono tesi e, anche se tutti assicurano che si andrà avanti uniti fino alla fine di una legislatura che potrebbe avere come atto finale la legge sulle unioni civili, è il "come" a preoccupare il governo. "Non c'è pace da fare con Gentiloni, perché non c'é alcuna guerra. Pieno sostegno al governo" ribadisce oggi, a margine della conferenza, il vice segretario Lorenzo Guerini, che puntualizza:  pieno sostegno al governo Gentiloni, dato che sulla riconferma di Ignazio Visco a governatore della Banca d'Italia ci sono state solo valutazioni diverse.

I post di Renzi che, scavalcando la ministra Fedeli, annuncia un emendamento sulla scuola riguardo l'obbligo dei genitori di riprendere i figli in uscita dalle scuole medie- viene fatto notare - è però l'ennesimo indizio, dopo Bankitalia e le pensioni, di un segretario pronto a fare incursione su ogni dossier. Anche se ieri, secondo un esponente del governo, avrebbe dato un segnale di debolezza in Cdm mettendo a verbale 'solo' quattro assenze tra i ministri Pd.

"Ciascuno ha le sue idee ma lavoriamo insieme per il Paese", assicura Renzi. Oggi è a Pietrasanta, ma parlerà domenica, in un intervento che annuncia corposo. "Unità" e "apertura" sono intanto le parole che i dirigenti a lui più vicini ripetono dal palco e a margine dell'assemblea programmatica. Dopo il via libera al Rosatellum, spiegano, l'obiettivo è presentarsi nei collegi con la coalizione più ampia possibile, perché "vince chi ha un voto in più".

Da Catania, dove è andato a sostenere Micari a dieci giorni dalle elezioni siciliane, Renzi ha fatto un appello al voto utile, perché "se si sceglie la sinistra radicale vince la destra". Questa sarà l'arma se il centrosinistra si presenterà diviso al voto. Non si vuole però arrivare a quel punto: il dialogo viene tenuto aperto "anche con Mdp".

Ma nel capannone di Pietrarsa giunge eco delle parole di Roberto Speranza che denuncia "un patto tra Renzi e Berlusconi". E sulla linea del segretario esprime tutto il suo scetticismo dal palco Andrea Orlando: "Se siamo una squadra dovremmo cominciare a dire tutti i giorni le stesse cose. Per mobilitare gli elettori non basta un leader", aggiunge sostenendo che il treno di Renzi nel suo viaggio per l'Italia "prescinde" dal Pd dei territori. "Rischiamo uno scollamento sempre più grande".