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MONDO

Vertice informale tra i ministri della salute a Bruxelles

Ebola, casi sospetti a Parigi, Madrid e Copenaghen

Allerta nella capitale spagnola per un passeggero nigeriano su un volo Air France che ha mostrato i sintomi dell'ebola. In ospedale anche un altro missionario spagnolo reduce dalla Liberia. Intanto la stampa francese parla di un caso sospetto anche a Parigi: ma il ministero della Sanità non conferma. Stessa situazione in Danimarca

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ebola (MSF)
Il virus dell'ebola proietta la sua ombra sull'Europa dove continuano a registrarsi casi sospetti. C'è allerta a Madrid per un passeggero nigeriano di un volo Air France proveniente da Parigi che ha mostrato sintomi dell'ebola. Dopo l'atterraggio all'aeroporto di Barajas, è stato trasportato all'ospedale Carlo III per le analisi. L'uomo, fra i 30 e i 40 anni, era partito da Lagos e nella capitale francese aveva preso la coincidenza per Madrid. Fonti sanitarie spagnole hanno fatto sapere che il passeggero è rimasto sotto osservazione nella zona di isolamento dell'aeroporto madrileno fino al momento del trasferimento. L'uomo avrebbe mostrato brividi e febbre alta durante il volo. Tutti i 163 a bordo del Parigi-Madrid - 156 passeggeri, due piloti e cinque assistenti di volo - sono stati fatti scendere dall'aereo.

Nuovo missionario spagnolo ricoverato
Sempre a Madrid un nuovo missionario spagnolo, reduce dalla Liberia, è stato ricoverato con sospetti sintomi di ebola anche se al momento, riferisce il quotidiano El Mundo, si tratterebbe solo di febbre a 37,6 gradi. Il sacerdote appartiene allo stesso ordine degli altri due missionari rimpatriati dall'Africa occidentale nelle ultime settimane contagiati del virus, che ne ha ucciso uno.

Caso sospetto anche a Parigi
Anche a Parigi c'è un caso sospetto di ebola. Ma il ministero della Sanità, per ora, non ha confermato. Si tratterebbe di un'infermiera con la febbre molto alta, ricoverata nel reparto malattie infettive dell'ospedale militare Begin a Saint-Mandè, quartiere alla periferia della capitale. L'infermiera sarebbe entrata in contatto con una volontaria di Medici senza frontiere contagiata dal virus in Liberia, rimpatriata a settembre, dimessa all'inizio di ottobre dopo essere stata dichiarata "completamente guarita". 

In Danimarca sotto analisi operatore Msf tornato dall'Africa
C'è un caso sospetto anche in Danimarca, dove una persona è stata ricoverata, secondo quanto ha confermato Peter Mogensen, vice direttore dell'ospedale Hvidore di Copenaghen, dove si trova ora il paziente in attesa dei risultati del test sulla malattia. "Il paziente è trattato come se avesse l'Ebola. Ciò significa isolamento e protezione dello staff", ha aggiunto Mogensen. Secondo l'agenzia stampa danese Ritzau, il caso sospetto è un operatore di Medici Senza Frontiere tornato dall'Africa occidentale che ha manifestato sintomi febbrili.

Usa, ricoverato ricercatore negli Stati Uniti per sintomi simili a quelli del virus
Intanto si moltiplicano i casi di allarme per l'Ebola negli Stati Uniti: un ricercatore dell'università di Yale è stato ricoverato con sintomi simili a quelli del virus. Pare che sia tornato dalla Liberia all'inizio della settimana. Sono anche state chiuse cinque scuole in Ohio e Texas per il timore che i membri dello staff e alcuni studenti siano stati in contatto con una persona contagiata dal virus Ebola. Nel nord-est dell'Ohio sono stati lasciati a casa gli studenti della Solon Middle School e della Parkside Elementary School, poiché pare che un membro del personale fosse sullo stesso aereo di Amber Vinson, una delle due infermiere contagiate dall'Ebola dopo aver curato il paziente zero Thomas Eric Duncan a Dallas. Vinson si è infatti imbarcata su un aereo da Cleveland a Dallas nonostante avesse qualche linea di febbre e ora si cercano i passeggeri del volo per evitare nuovi contagi.

Ospedale di Dallas: "Dispiaciuti per errori nel trattamento del paziente Duncan"
Nelle prime fasi del trattamento del paziente zero americano, il liberiano Thomas Eric Duncan, "abbiamo compiuto errori, nonostante le nostre migliori intenzioni e uno staff medico altamente qualificato". A fare 'mea culpa' è il direttore sanitario del Presbyterian Hospital di Dallas, Daniel Verga, in una testimonianza scritta per un'audizione al Congresso. "Non abbiamo correttamente diagnosticato i suoi sintomi come Ebola, siamo profondamente dispiaciuti", ha sottolineato il medico. Due infermiere dell'ospedale sono state contagiate dal virus. Ad aumentare le preoccupazioni sulla risposta che le autorità sanitarie americane hanno dato all'emergenza vi è il fatto che la seconda infermiera contagiata sia salita su un aereo, lunedì scorso, quando aveva già la febbre. 

Le autorità sanitarie Usa: "Non è facile contrastare epidemia"
"Non è facile contrastare e tenere sotto controllo l'epidemia dell'Ebola": lo ha detto il direttore dei Cdc, la massima autorità sanitaria in Usa, Thomas Frieden, nel corso di un'audizione al Congresso dei responsabili sanitari. "La cosa che fa paura - ha detto - è che l'epidemia si possa diffondere ancora di più in Africa e che la minaccia al nostro sistema sanitario possa durare a lungo".

L'Oms: "Improbabile un'epidemia in Europa o negli Usa"
Intanto l'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha ridimensionato il rischio di una diffusione di ebola in Occidente, spiegando che è improbabile un'epidemia in Europa o negli Stati Uniti, dove i sistemi sanitari sono strutturati ed efficienti. 

Vertice ministri Ue: agire in modo più coordinato
L'Unione europea è pronta a rafforzare i controlli in uscita nei Paesi flagellati da Ebola lavora a un coordinamento nella raccolta dati e nella tracciabilità dei viaggiatori provenienti dall'Africa occidentale, con verifica anche sul rilascio dei visti. Nel giorno in cui il segretario generale dell'Onu ban Ki Moon lancia un appello alla comunità mondiale perché stanzi un miliardo contro il virus, Bruxelles ribadisce che il rischio reale di un'epidemia, qui in Europa, è estremamente basso, secondo quanto emerso al termine del vertice informale tra i ministri della salute a Bruxelles, fortemente voluto dalla presidenza italiana e il ministro Beatrice Lorenzin. Per prevenire una diffusione del virus in Europa, comunque i ministri della Salute Ue hanno deciso di agire in modo più coordinato per quanto riguarda le decisioni nazionali sui controlli sui passeggeri provenienti da Liberia, Guinea e Sierra Leone e di sostenere quei Paesi dell'Africa occidentale nel miglioramento dei controlli sanitari su chi parte. 

Ue, al via verifica dell'efficacia dei controlli 'in uscita'
Bruxelles farà subito partire, in coordinamento con l'Organizzazione mondiale della sanità, "un accertamento sui sistemi di screening sanitario delle persone in uscita dai Paesi colpiti - ha spiegato il commissario Tonio Borg - per controllare che siano davvero efficaci e rafforzarli se necessario".