Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Governol-il-premier-al-Quirinale-le-possibili-mosse-dopo-il-voto-di-fiducia-09cea427-b343-483f-b922-28395dd11e8b.html | rainews/live/ | true
POLITICA

Crisi di governo

Quirinale: Conte, 50 minuti di colloquio con Mattarella

E' stato un incontro interlocutorio, si fa trapelare dal Quirinale. Camera e Senato approvano lo scostamento di bilancio

Condividi
E' durato 50 minuti l'incontro tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e il Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Giuseppe Conte è salito al Quirinale per riferire a Sergio Mattarella l'esito del voto di fiducia incassato nei giorni scorsi da Camera e Senato, l'esito della riunione di maggioranza che si è tenuta oggi pomeriggio e le valutazioni sue e dei partiti su come proseguire l'esperienza di governo. Quasi 50 minuti di incontro definito dal Colle interlocutorio e su cui c'è da parte del presidente della Repubblica la totale consegna del silenzio.

Oggi per Conte anche 3 ore di vertice di maggioranza con i capi delegazione e i leader di partito, tutti collegati da remoto. Durante la riunione sarebbe stata confermata la linea condivisa in questi giorni, ovvero allargare il perimetro della maggioranza. L'intenzione del premier Giuseppe Conte sarebbe quella di andare avanti, mantenendo per ora l'interim all'Agricoltura, e, solo successivamente, una volta puntellata la maggioranza, decidere sulla squadra di governo.

Nella riunione ci sarebbe stato soprattutto un confronto su come andare avanti con il lavoro. Avanti con il percorso di rafforzamento della maggioranza e di scrittura del nuovo patto di legislatura, ma senza indicare un termine per concludere questo processo. All'incontro hanno partecipato oltre al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, anche i leader dei partiti e i capi delegazione. Il premier si sarebbe collegato dal suo appartamento privato, in stanza a Palazzo Chigi. 

Zingaretti: "Occorre voltare pagina"
Il Pd incalza su un cambio di passo. "Occorre voltare pagina, rafforzare e ampliare la forza parlamentare di questo governo" afferma Nicola Zingaretti in mattinata.  Per questo il presidente del Consiglio ha in agenda per oggi sia un vertice con i partiti che lo sostengono sia un colloquio chiesto al Capo dello Stato. Già nel suo intervento il premier aveva anticipato alcune delle sue mosse: un rimpasto della squadra dei ministri, la ricerca di altri deputati e senatori che diano la fiducia al governo, l'arrivo in maggioranza di un gruppo di europeista e di centro strutturato. Un nuovo patto di legislatura.

Ma il tempo per raggiungere tutti questi obiettivi è poco: la 'tregua' che le Camere daranno all'esecutivo durerà pochi giorni, il tempo di varare lo scostamento di bilancio, già oggi, e il nuovo dl ristori. Poi l'opposizione tornerà alla carica, come ha fatto già subito dopo il voto, chiedendo che si torni alle urne ed appellandosi al Presidente della Repubblica. 

Il confronto con Iv 
Inoltre, anche dalla stessa maggioranza che viene una richiesta di rafforzamento. A cominciare proprio dai dem. "Il Pd ha svolto un ruolo importante. Basta polemiche, rimbocchiamoci le maniche perché l'Italia non può aspettare" ha detto Zingaretti. Si è certo "evitato il salto nel buio" ma ora è necessario "tornare a occuparsi dei problemi degli italiani e costruire una prospettiva politica". Il segretario dem risponde anche alle polemiche innescate dalle opposizioni: "L'esito dei voti di fiducia alla Camera e al Senato conferma che non c'era nessun'altra ipotesi di governo che potesse prendere più voti nel passaggio parlamentare". E il capodelegazione Pd Dario Franceschini esplicita l'impegno che Conte si trova davanti: "Un governo è forte se può contare su almeno 170 senatori. Ora quindi dobbiamo lavorare per rafforzarlo" e per farlo serve "una missione, un disegno politico"; per questo "abbiamo offerto di allargare la maggioranza a tutti i moderati che stanno con grande disagio in una alleanza a guida Salvini e Meloni, per sostenere una linea europeista e approvare una legge proporzionale che liberi il Paese da alleanze forzate. Per Forza Italia è una occasione". E già ieri due senatori, Rossi e Causin, si sono staccati dal gruppo azzurro per dire sì a Conte.   

Se l'allargamento debba interessare anche Iv è tema aperto. Il M5s chiude la porta ma il capogruppo Pd Andrea Marcucci non taglia i ponti: "Da giovane deputato del Partito liberale una delle prime cose che capii a Montecitorio è che in politica non si dice mai la parola mai".

Marcucci: "Maggioranza c'è ma non si può governare così, serve riflessione di Conte"
"La maggioranza esiste ma non pensiamo di  poter governare in questa situazione. Ci vuole una riflessione del  Presidente Conte, ci vuole un patto di legislatura chiaro. Dobbiamo  dimostrare che questa è una maggioranza che ha idee chiare, in grado  di coinvolgere gruppi e singoli parlamentari''. Lo dice il capogruppo  Pd a palazzo Madama Andrea Marcucci a L'aria che tira su La7.

Nencini: "Mio sì travagliato, ora la mossa tocca a Conte"
"Io ero già nella maggioranza che sosteneva il vecchio governo, il mio voto è stato travagliato, ma di coerenza". Lo ha detto a Rainews 24 il senatore del Psi Riccardo Nencini, che ieri ha votato la fiducia al governo Conte, ribadendo di "non aver ricevuto nessuna offerta, il mio voto non era decisivo peraltro"."Abbiamo deciso di aspettare la replica di Conte e di capire in cosa consistesse la sua apertura, ora si tratta di capire qual è l'evoluzione" ha aggiunto. "Sto aspettando ancora che Conte formalizzi l'apertura di credito che noi abbiamo dato ieri in aula, c'è stata una segreteria lunghissima del mio partito per decidere cosa fare, ora la mossa tocca al presidente Conte", ha concluso.

Centrodestra voterà compatto lo scostamento di bilancio
"Il Paese non può restare ostaggio di un governo incapace, arrogante e raccogliticcio. Si tratta di una minoranza di governo che continua la sfacciata e scandalosa compravendita di parlamentari e che non si fa scrupoli a imbarcare chi, eletto col centrodestra, ha tradito l’impegno preso con gli elettori. Il centrodestra intende rappresentare al Presidente della Repubblica il proprio punto di vista sulla situazione che è ormai insostenibile. Nonostante le forzature del governo e le continue scorrettezze, nonostante una pretesa autosufficienza che non esiste, il centrodestra non intende privare le famiglie e le aziende italiane degli aiuti necessari in un momento così drammatico: per questa ragione, come annunciato, voterà compatto lo scostamento di bilancio". E' quanto si legge nella nota congiunta dal centrodestra al termine del vertice alla Camera dei leader Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi (collegato via zoom).

Polverini aderirà a Centro Democratico
Renata Polverini, la ex deputata di Forza Italia che ha votato per la fiducia al governo Conte, si accinge ad aderire a Centro democratico, la formazione di Bruno Tabacci. L'adesione alla componente del gruppo misto verrà comunicata a breve.

Landini: "il governo convochi subito le parti sociali"
"Il passaggio dopo questa crisi poco comprensibile e nel rispetto delle decisioni del parlamento è che oggi i costruttori vanno cercati nel Paese. Mi aspetto che da stamattina il governo convochi le parti sociali e si inizi quel lavoro che in questo mese la discussione della crisi ha bloccato", a partire "dal confronto di merito sul del Recovery plan". Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini,ad Agorà sui Rai3. "Ora dai ringraziamenti bisogna passare ai fatti", ha aggiunto.

Sette giorni per salvare il governo
Il governo e la maggioranza hanno sette giorni per 'rimpolpare' i numeri a palazzo Madama, perché mercoledì 27 gennaio Camera e Senato voteranno la relazione sullo stato della Giustizia del ministro Alfonso Bonafede. "Voteremo contro", ha annunciato ieri Matteo Renzi. Tra sette giorni i numeri per la maggioranza a Palazzo Madama saranno esigui e i voti di Italia Viva potrebbero di fatto mandare sotto il governo. 

La data di mercoledì 27 è stata cerchiata in rosso anche sul calendario del centrodestra. Durante il vertice alla Camera, hanno ragionato i presenti, quello può essere il giorno per affondare Giuseppe Conte. "Il tempo scade tra una settimana". Mercolediì27, appunto. Alle 16 il ministro Bonafede illusterà la sua relazione alla Camera. Poi toccherà al Senato, probabilmente lo stesso giorno. Lo deciderà la conferenza dei capigruppo, convocata martedì 26 alle 15.

Scostamento di bilancio
Un via libera unanime, un voto favorevole da tutti i partiti per un passaggio fondamentale per sostenere economicamente i cittadini stremati dal Covid. Il Parlamento ha approvato in modo univoco lo scostamento di bilancio di 32 miliardi richiesto dal governo, necessario per finanziare il dl Ristori quinques. Questa volta nessuna sorpresa, i numeri ci sono e anche importanti: al Senato 291 sì e nessun no, alla Camera 523 voti favorevoli e solo 3 contrari.