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MONDO

In piazza per la democrazia

Hong Kong, le autorità: "Stop immediato alle proteste". I manifestanti non si fermano

Il governatore chiede il ritiro immediato dalle strade, ma i dimostranti non cedono: "Si dimetta". E i leader della protesta chiedono di incontrarlo. Pechino: "Pieno sostegno al governo di Hong Kong contro gli atti illegali dei manifestanti"

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I manifestanti nelle strade di Hong Kong (AP Photo/Vincent Yu)
Hong Kong
Al terzo giorno di protesta di massa, il "governatore" di Hong Kong, Leung Chun-Ying, ha chiesto la fine "immediata" delle contestazioni ed il ritiro dei manifestanti. Un appello respinto dal movimento di protesta: decine di migliaia di persone restano nelle strade, chiedono le sue dimissioni e preparano barricate temendo nuove azioni repressive da parte della polizia.
 
Leung: "Si fermino immediatamente" 
"I fondatori di Occupy Central (la principale sigla dei dimostranti) avevano detto ripetutamente che, se il movimento fosse finito fuori controllo, loro lo avrebbero fermato – ha dichiarato Leung Chun-Ying - Ora sto chiedendo loro di rispettare le loro promesse e fermare immediatamente questa campagna". Il capo del governo locale ha aggiunto che il governo di Pechino, che ha l'ultima parola sul destino di Hong Kong, non cambierà idea in seguito alle manifestazioni.

I manifestanti: "Si dimetta" 
Secca la replica dei manifestanti, che a migliaia hanno trascorso un’altra notte nelle strade del centro della città. "Se Leung Chun-Ying annunciasse le sue dimissioni questa occupazione al limite sarà sospesa temporaneamente per un breve periodo per poi decidere la prossima mossa", ha dichiarato il co-fondatore di Occupy Central Chan Kin-man, aggiungendo che questo "sarebbe un segnale molto importante che almeno il governo ha cambiato il suo atteggiamento e vuole risolvere la crisi”.

Leader della protesta chiedono l'incontro con le autorità
I leader della protesta studentesca hanno inoltre espresso la volontà di incontrare il capo del governo di Hong Kong. Gli stessi leader hanno comunicato che i luoghi occupati in questi giorni verranno chiamati "Piazza della Democrazia". 

Il sostegno di Pechino a Hong Kong
"Sosteniamo totalmente il governo della regione autonoma speciale di Hong Kong per affrontare il problema" delle "attività illegali" dei manifestanti. Così la portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying. Anche oggi, come aveva fatto ieri, Pechino ha intimato agli Usa e alla Gran Bretagna, ex potenza coloniale fino al 1997, di non interferire: "Gli affari di Hong Kong rientrano negli affari interni della Cina. Esortiamo alla cautela i partner esterni e chiediamo loro di non interferire in alcun modo negli affari interni cinesi" ha detto la portavoce della diplomazia cinese.
 
La situazione nelle strade
I contestatori della cosiddetta "Umbrella revolution" continuano a bloccare alcune delle zone del centro di Hong Kong. Ieri le autorità hanno deciso di ritirare gli agenti di polizia in assetto antisommossa, che nei giorni precedenti avevano sparato lacrimogeni e proiettili di gomma sui manifestanti e avevano effettuato delle cariche. Una mossa per calmare gli animi, che però potrebbe precedere un'ulteriore azione repressiva. Domani si festeggia il 65esimo anniversario della Repubblica Popolare Cinese e chi è sceso nelle strade teme che siano in arrivo nuovi tentativi di bloccare le proteste.