MONDO
Basilica di San Paolo fuori le mura
Il Papa: "L'unità dei cristiani si fa camminando insieme. Superare proselitismo e competizione"
"Tante controversie tra cristiani, ereditate dal passato, si possono superare mettendo da parte ogni atteggiamento polemico o apologetico" ha sottolineato il Pontefice. Durante la celebrazione Bergoglio ha voluto ricordare anche i cristiani perseguitati
"L'unità dei cristiani si fa nel cammino, mai è ferma" e "non sarà il frutto di raffinate
discussioni teoriche, nelle quali ciascuno tenterà di convincere l'altro della fondatezza delle proprie opinioni". Ne è convinto Papa Francesco, che presiedendo - nella Basilica di san Paolo fuori le mura - la celebrazione ecumenica conclusiva della Settimana dell'Unità dei cristiani, ha assicurato: "Tante controversie tra cristiani, ereditate dal passato, si possono superare mettendo da parte ogni atteggiamento polemico o apologetico". "Verrà il Figlio dell'uomo e ci troverà ancora nelle discussioni", ha ammonito il Papa.
L'invito di Bergoglio a quanti sono impegnati nel dialogo tra i cristiani di appartenenze diverse, e dunque sia ai fedeli cattolici sia a quelli delle diverse denominazioni cristiane, è stato ad "evitare di chiudersi nei propri particolarismi ed esclusivismi", rinunciando a "imporre uniformità secondo piani meramente umani".
Secondo Francesco, "la ricerca dell'unità dei cristiani non può essere appannaggio solo di qualche singolo o comunità religiosa particolarmente sensibile a tale problematica". Mentre, "la reciproca conoscenza delle diverse tradizioni di vita consacrata ed un fecondo scambio di esperienze può essere utile per la vitalità di ogni forma di vita religiosa nelle diverse Chiese e Comunità ecclesiali".
"Tutti - ha ricordato il Papa dopo che il moderatore delle comunità valdesi e metodiste in Italia, Valdo Bertolot, aveva letto il racconto evangelico dell'incontro di Gesù con la samaritana - siamo chiamati all'evangelizzazione" e "il comune impegno ad annunciare il Vangelo permette di superare ogni forma di proselitismo e la tentazione di competizione".
"Siamo tutti al servizio dell'unico e medesimo Vangelo!", ha ribadito il Pontefice rivolgendo, "con questa gioiosa certezza", i suoi cordiali e fraterni saluti a sua eminenza il Metropolita Gennadios, rappresentante del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, e a sua grazia David Moxon, rappresentante personale a Roma dell'arcivescovo di Canterbury, dottor Justin Welby, come a tutti i rappresentanti delle diverse Chiese e comunità ecclesiali presenti nella Basilica "in occasione della celebrazione nella Festa della Conversione di San Paolo".
Il Papa ricorda i cristiani perseguitati
Durante la celebrazione il Papa ha voluto ricordare anche i cristiani perseguitati. "In questo momento di preghiera per l'unità vorrei ricordare i nostri martiri di oggi. Loro danno testimonianza di Gesù Cristo e vengono perseguitati e uccisi perché cristiani, senza fare distinzioni da parte dei persecutori della confessione alla quale appartengono: sono cristiani e per questo perseguitati". E ha aggiunto: "Questo è l'ecumenismo del sangue".
discussioni teoriche, nelle quali ciascuno tenterà di convincere l'altro della fondatezza delle proprie opinioni". Ne è convinto Papa Francesco, che presiedendo - nella Basilica di san Paolo fuori le mura - la celebrazione ecumenica conclusiva della Settimana dell'Unità dei cristiani, ha assicurato: "Tante controversie tra cristiani, ereditate dal passato, si possono superare mettendo da parte ogni atteggiamento polemico o apologetico". "Verrà il Figlio dell'uomo e ci troverà ancora nelle discussioni", ha ammonito il Papa.
L'invito di Bergoglio a quanti sono impegnati nel dialogo tra i cristiani di appartenenze diverse, e dunque sia ai fedeli cattolici sia a quelli delle diverse denominazioni cristiane, è stato ad "evitare di chiudersi nei propri particolarismi ed esclusivismi", rinunciando a "imporre uniformità secondo piani meramente umani".
Secondo Francesco, "la ricerca dell'unità dei cristiani non può essere appannaggio solo di qualche singolo o comunità religiosa particolarmente sensibile a tale problematica". Mentre, "la reciproca conoscenza delle diverse tradizioni di vita consacrata ed un fecondo scambio di esperienze può essere utile per la vitalità di ogni forma di vita religiosa nelle diverse Chiese e Comunità ecclesiali".
"Tutti - ha ricordato il Papa dopo che il moderatore delle comunità valdesi e metodiste in Italia, Valdo Bertolot, aveva letto il racconto evangelico dell'incontro di Gesù con la samaritana - siamo chiamati all'evangelizzazione" e "il comune impegno ad annunciare il Vangelo permette di superare ogni forma di proselitismo e la tentazione di competizione".
"Siamo tutti al servizio dell'unico e medesimo Vangelo!", ha ribadito il Pontefice rivolgendo, "con questa gioiosa certezza", i suoi cordiali e fraterni saluti a sua eminenza il Metropolita Gennadios, rappresentante del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, e a sua grazia David Moxon, rappresentante personale a Roma dell'arcivescovo di Canterbury, dottor Justin Welby, come a tutti i rappresentanti delle diverse Chiese e comunità ecclesiali presenti nella Basilica "in occasione della celebrazione nella Festa della Conversione di San Paolo".
Il Papa ricorda i cristiani perseguitati
Durante la celebrazione il Papa ha voluto ricordare anche i cristiani perseguitati. "In questo momento di preghiera per l'unità vorrei ricordare i nostri martiri di oggi. Loro danno testimonianza di Gesù Cristo e vengono perseguitati e uccisi perché cristiani, senza fare distinzioni da parte dei persecutori della confessione alla quale appartengono: sono cristiani e per questo perseguitati". E ha aggiunto: "Questo è l'ecumenismo del sangue".