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ITALIA

Università Bocconi di Milano

Liliana Segre: "Io non perdono e non dimentico. Ma non odio"

Ripercorrendo la sua storia di deportata nel campo di concentramento, la senatrice a vita ha ricordato come si è trovata "senza parole" e "stupita" davanti al male che vedeva intorno a lei, a "quell'odio organizzato che vedevo e che poi ho combattuto sempre". "Mi ci sono voluti 45 anni per riuscire ad andare a parlare davanti agli studenti, senza mai nominare la parola odio e vendetta e fare il mio dovere di testimone"

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Dopo giorni e settimane di attacchi e polemiche torna a parlare Liliana Segre. "Io non perdono e non dimentico, ma non odio. E la trasmissione del non odio e battersi contro l'odio è un ammaestramento utile per i ragazzi e per tutti, perchè l'atmosfera dovuta all'ignoranza e all'indifferenza, che è stata la regina del mondo di allora, c'è purtroppo anche oggi", dice la senatrice a vita, parlando alla conferenza Science for peace, organizzata all'Università Bocconi di Milano dalla Fondazione Umberto Veronesi.

"Mi ci sono voluti 45 anni per riuscire a fare il mio dovere di testimone"
Liliana Segre, ripercorrendo la sua storia di deportata nel campo di concentramento, ha ricordato come si è trovata "senza parole" e "stupita" davanti al male che vedeva intorno a lei, a "quell'odio organizzato che vedevo e che poi ho combattuto sempre". Tornata a Milano una volta uscita dal lager, di fronte alle persone vicino a lei che non volevano sentir parlare di quello che aveva vissuto, ha "iniziato prestissimo, già nei primi giorni dopo il mio ritorno, a tacere - racconta - Mi ci sono voluti 45 anni per riuscire ad andare a parlare davanti agli studenti, senza mai nominare la parola odio e vendetta e fare il mio dovere di testimone".

Grazie a Mattarella per "averle spalancato la porta del Senato"
Un ringraziamento sentito al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per "averle spalancato la porta del Senato", nominandola senatrice a vita, dopo che da piccola le era stata "sbarrata la porta della scuola" perché ebrea, una ferita che si porta ancora dentro, ha detto ancora la senatrice a vita. "Io sono sempre ferita dalla chiusura della porta della scuola che subii da bambina - ha detto - e ringrazio Mattarella che mi ha fatto spalancare la porta del Senato, e anche per avermi detto di averlo fatto pensando a mio padre e a quanto avevo sofferto come figlia". La senatrice a vita ha anche spiegato come appena entrata in Senato, le è venuto in mente "di combattere i discorsi dell'odio perchè questa lotta è dentro di lei fortissima. Non si può vivere con le parole dell'odio".

Folla a manifestazione di solidarietà- "Mi ha fatto piacere"
L'affollata manifestazione che si e' tenuta lunedi' scorso a Milano, al Binario 21 dove ha sede il memoriale della Shoah, per esprimere solidarieta' a Liliana Segre attaccata e minacciata su internet, ha "fatto piacere" alla senatrice a vita. "Certo che mi ha fatto piacere - ha sottolineato - Era bello, con tutti quegli ombrelli colorati".