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ITALIA

Il ministro degli Esteri chiede all'Egitto di collaborare

L'omicidio di Giulio Regeni, Gentiloni: "L'Italia non si accontenterà di una verità di comodo"

"E' un dovere dell'Italia difendere i suoi cittadini e pretendere che, quando essi sono vittima di crimini, i colpevoli vengano assicurati alla giustizia- ha detto il ministro in un'intervista a Repubblica- Questo dovere vale tanto più nei rapporti con un Paese alleato come l'Egitto". Media egiziano, intanto, afferma: ucciso 10 ore prima del ritrovamento

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L'Italia pretende la verità e non accetterà versioni di comodo sulla morte di Giulio Regeni, il ricercatore 28enne torturato e ucciso al Cairo, in Egitto. Per il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, intervistato da Repubblica, non ci sono ragioni di realpolitik che tengano: i responsabili del delitto devono essere puniti.

"Noi abbiamo chiesto e ottenuto che al Cairo funzionari investigativi del Ros e della polizia possano partecipare alle indagini egiziane. Non ci accontenteremo di verità presunte, come già abbiamo detto in occasione dei due arresti inizialmente collegati alla morte di Giulio Regeni. Vogliamo che si individuino i reali responsabili, e che siano puniti in base alla legge", ha detto il ministro.

Nel ricordare che l'Egitto resta comunque un "partner strategico" dell'Italia con "un ruolo fondamentale per la stabilizzazione della regione", Gentiloni precisa che "qui però ci troviamo di fronte a un problema diverso, cioè il dovere dell'Italia di difendere i suoi cittadini e pretendere che, quando essi sono vittima di crimini, i colpevoli vengano assicurati alla giustizia. Questo dovere vale tanto più nei rapporti con un Paese alleato come l'Egitto".

Pm sente i genitori: mai dato segnali paura
I pm della Procura di Roma hanno ascoltato i genitori di Giulio e anche alcuni suoi amici. Nel corso del colloquio con il pm Sergio Colaiocco, titolare del fascicolo in cui si procede per omicidio, il padre e la madre di Giulio avrebbero riferito che il figlio non aveva mai fatto cenno a rischi imminenti per la propria incolumità, ma che era consapevole di trovarsi in una realtà difficile dal punto vista politico soprattutto nei giorni in cui cadeva l'anniversario della caduta di Mubarak.

NYTimes: anche gli Usa si uniranno al pressing per la verità
Ci sarà anche il caso Regeni al centro degli incontri di alto livello, a Washington e al Cairo, in questi giorni, tra esponenti dell'amministrazione Usa e del governo egiziano. Lo sostiene oggi il New York Times, secondo cui "i colloqui diplomatici al Cairo e Washington questa settimana probabilmente contribuiranno a concentrare l'attenzione internazionale sulla morte del dottorando italiano il cui corpo, con segni di pesanti percosse, è stato trovato la settimana scorsa al Cairo".

La morte di Giulio
Un massacro, fratture in varie parti del il corpo. Poi quella fatale, alla colonna cervicale. ​Secondo i primi esami autoptici, Giulio Regeni è morto così, dopo botte e sevizie orribili. Nel corso dell'esame autoptico sul cadavere di Giulio Regeni eseguito alla Sapienza non è stato possibile stabilire con certezza la data della sua morte, elemento ritenuto di particolare rilievo per la ricostruzione della vicenda, si attende l'esito di studi di laboratorio. I primi risultati dell'autopsia indicano la frattura della colonna cervicale, determinata quasi certamente da una torsione innaturale del collo del giovane da parte di una persona che gli stava di fronte, e la conseguente la rottura del midollo spinale con conseguente crisi respiratoria. Quindi la morte. Sul corpo ci sono i segni di un violento pestaggio e numerose abrasioni e lesioni. Si esclude la violenza sessuale.

Media egiziano: ucciso 10 ore prima del ritrovamento
"Fonti mediche e giudiziarie" citate dal sito del quotidiano indipendente egiziano "Al-Masry Al-Youm" riferiscono che "il rapporto del medico legale (al Cairo, ndr) ha affermato che lo studente" Giulio Regeni "e' stato ucciso 10 ore prima di essere ritrovato". Viene "escluso che egli sarebbe stato oggetto di un incidente stradale", aggiunge il sito confermando attraverso le stesse fonti che "lo studente e' stato torturato". L'indicazione temporale precisa quella fornita il 4 gennaio dal "Al-Youm 7" che, citando "inchieste preliminari", sosteneva che il corpo si trovava sul luogo del rinvenimento "da meno di tre giorni".

Fiaccolata a Fiumicello
Sotto una pioggia battente circa duemila persone hanno partecipato alla fiaccolata in memoria di Giulio. Il lungo corteo è partito dal Municipio per raggiungere il vicino centro polifunzionale dove si sono tenuti brevi interventi, primo tra questi quello del sindaco Ennio Scridel. Ha chiesto al termine che "sia fatta piena luce sulla morte del giovane cittadino". "Penso - ha aggiunto - che la famiglia abbia il diritto di sapere quanto è successo, così come questa comunità del Friuli" ma soprattutto quello che vogliamo davvero è che "il pensiero di Giulio venga portato avanti, che venga portata avanti quella difficile battaglia per i diritti dei lavoratori".

Il parroco: grazie a Dio o ad Allah per averci dato Giulio
"Grazie Giulio per questo dono della tua vita e grazie per il gravoso e doveroso impegno che ci lasci, noi cercheremo di assolverlo al meglio, ma sappi che continueremo a chiedere il tuo aiuto". E' un passo del discorso tenuto ieri sera dal parroco di Fiumicello, don Luigi Fontanot. Don Luigi ha citato Jan Palach e Paolo VI, sottolineando il "martirio" di Giulio.

I funerali si svolgeranno entro la settimana.