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MONDO

Migranti sfondano i muri

Profughi, dopo scontri ieri riprende la demolizione della "giungla" di Calais

Riprendono le operazioni di sgombero della parte sud della Giungla di Calais interrotte ieri a causa degli scontri. Torna a salire la tensione al confine tra Grecia e Macedonia dove ieri in centinaia hanno sfondano le barriere, respinti dalla polizia con lacrimogeni. Ue: Macedonia applichi legge internazionale. Faymann: Austria non è sala attesa di Germania e Ue

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Ricominciano le operazioni di sgombero della parte sud della Giungla di Calais interrotte ieri a causa degli scontri tra polizia, attivisti no-border e migranti. Durante la notte la polizia in tenuta antisomma ha sparato gas lacrimogeni contro i migranti che lanciavano sassi contro le squadre di demolitori. Le autorità cercano di spostare i migranti in container di spedizione situati in un'altra zona della Giungla, ma molti si rifiutano, temendo che in questo modo siano costretti a chiedere asilo in Francia ed a dover rinunciare così al loro sogno di stabilirsi nel Regno Unito.

La baraccopoli dei migranti sulle sponde della Manica è diventata la più grande bidonville di Francia. Lo smantellamento è iniziato ieri mattina con l'arrivo degli operai per abbattere i ripari di fortuna in un'area di circa un ettaro. La parte della bidonville che viene abbattuta ospita dagli 800 ai mille migranti, secondo la prefettura, 3.450 secondo le associazioni per i diritti umani. 

Negli ultimi anni i migranti in arrivo soprattutto da Siria, Afghanistan e Sudan, passano dalla "giungla" nella speranza di approfittare di un passaggio su un camion per raggiungere al Gran Bretagna. La settimana scorsa Parigi ha ottenuto il via libera, contestato da migranti e associazioni, della giustizia civile per l'evacuazione dell'area sud del campo. I migranti saranno inviati in campi d'accoglienza a Calais o in altre parti della Francia. L'area nord della "giungla", che nelle sue tende e capanne ospita tra i mille e i 3.500 rifugiati, secondo le diverse fonti, non viene toccata dalle decisione del magistratura. Un mese fa dai 500 ai 700 migranti aveva già dovuto abbandonare una fascia di cento metri che confinava con la strada che porta al porto di Calais. La crisi migratoria in atto ha aumentato la popolazione della bidonville, anche se la Francia resta al riparo dai grandi flussi. Nel corso dei mesi la coabitazione con gli abitanti delle zone vicine è diventata molto tesa, esacerbata dal ruolo dei militanti "No Border" tra i migranti, respinto in massa dai locali. Nelle ultime settimane sono stati segnalati vari episodi di aggressione nei confronti di migranti da parte degli abitanti della regione e una decina di persone è stata incriminata. Si moltiplicano anche le manifestazioni pro e contro i migranti che ogni volta rischiano di trasformarsi in battaglie.

L'obiettivo di Parigi è arrivare più a lungo termine allo smantellamento della bidonville, dove vivono ancora tra i 3.700 e i settemila migranti, nell'ambito di un "percorso per mettere al riparo i migranti di Calais", secondo il ministro dell'Interno, Bernard Cazeneuve. Il governo punta a una doppia soluzione: da un lato ospitare i migranti nel "centro di accoglienza provvisorio", container riscaldati accanto alla bidonville,  dove dall'apertura al gennaio sono andate ad abitare 1.200 persone. Dall'altro, e soprattutto, suddividerli nei 102 "Centri di accoglienza e orientamento" di tutta la Francia, lontano da Calais, dove i migranti potranno pensare a chiedere asilo in Francia invece di tentare la traversata illegale in Inghilterra.


Tensione al confine tra la Grecia e la Macedonia
E' tornata a salire la tensione al campo di Idomeni, in Grecia alla frontiera con la Macedonia, dove si registrano anche oggi proteste da parte di migranti e profughi esasperati dall'attesa per passare in Macedonia. Secondo i media macedoni, gruppi di migranti stanno cercando di rompere nuovamente la recinzione di filo spinato, come accaduto ieri quando si sono registrati violenti scontri con la polizia macedone. Rinforzi di agenti in assetto antisommossa stanno affluendo dal resto della Macedonia. Da testimonianze sul terreno si deduce che si aggrava la situazione umanitaria, mancano cibo e acqua, la situazione igienico-sanitaria è sempre più insostenibile, molti necessitano di assistenza medica. Si calcola che siano tra 7 e 8 mila i migranti che premono alla recinzione.  

Ue: Macedonia applichi legge internazionale 
Le scene che abbiamo visto alla frontiera tra Grecia e Macedonia "ci preoccupano molto" e "dimostrano che la sola soluzione è quella europea", così il portavoce della Commissione Ue Margaritis Schinas che ricorda la necessità di agire "in conformità alla legge internazionale".
 
Faymann: Austria non è sala attesa di Germania e Ue  
"L'Austria non è la sala d'attesa per la Germania". Lo ha detto il cancelliere austriaco Werner Faymann, difendendo la politica del suo Paese, che ha posto un tetto limite all'accoglienza di 37.500 richiedenti asilo l'anno. Faymann ha reagito in toni aspri alle frasi della Merkel, che in un talkshow domenica ha criticato la politica di Vienna: "Chi è favorevole ai profughi, come i nostri vicini tedeschi, può prenderli direttamente dai centri di smistamento". L'Austria è ancora a favore di una soluzione europea, "ma il piano B non può consistere nel fatto che diventi una sala d'attesa dell'Ue".