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MONDO

Passi in avanti

Nucleare Iran: Rohani e Obama, un accordo ora è possibile

“L'accordo finale è vicino, è possibile”. Parola del presidente iraniano, Hassan Rohani, che vede il traguardo all'orizzonte. Un ottimismo condiviso dal presidente americano Barack Obama

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Hassan Rohani e Barack Obama
Roma
“L'accordo finale è vicino, è possibile”. Parola del presidente iraniano, Hassan Rohani, che vede il traguardo all'orizzonte. Un ottimismo condiviso dal presidente americano Barack Obama che ammette che "l'Iran si è mosso e che esiste una possibilità anche se Teheran non ha ancora fatto tutte le concessioni necessarie per raggiungere un accordo finale sul suo programma nucleare”. Sta all'Iran, in sostanza, fare uno sforzo per superare gli ultimi ostacoli. Ostacoli che ancora ci sono e che se non rimossi potrebbero impedire di chiudere la partita. Partita sulla quale, si è detto convinto Obama in un'intervista all'Huffington Post "la vittoria di Netanyahu non avrà un impatto tangibile". 

L'appuntamento per il rush finale sul nucleare di Teheran è per metà della prossima settimana, quando mancheranno meno di sette giorni dalla 'deadline' del 31 marzo fissata per siglare la bozza di intesa che dovrebbe portare ad un accordo definito entro il 30 giugno. 

E quella del 31 marzo è una scadenza che nelle  ultime ore la Francia è tornata a criticare, definendola "una tattica sbagliata che rischia di diventare controproducente e pericolosa". Per Francois Hollande meglio sarebbe stato concentrarsi sull'accordo complessivo e definitivo da raggiungere entro giugno. E di questo ha parlato con Obama nell'ultima telefonata in cui sarebbero emerse alcune frizioni.

Anche per questo oggi Kerry è volato a Londra per incontrare i suoi alleati europei per fare il punto della situazione e per rafforzare il clima di unità. Quell'unità che sarà fondamentale alla ripresa delle trattative con Teheran la prossima settimana in Svizzera, insieme ai negoziatori di Russia e Cina. Parigi in particolare farebbe resistenza all'ipotesi di alleggerire immediatamente le sanzioni verso l'Iran appena raggiunta un'intesa, come invece auspica Obama. Hollande vorrebbe inoltre un arco temporale più ampio per le restrizioni imposte al programma nucleare di Teheran. "La Francia - ha detto il ministro degli esteri Laurent Fabius - vuole un accordo, ma un accordo forte che garantisca realmente che l'Iran possa avere accesso al nucleare civile ma non alla bomba atomica". 

A Teheran comunque stavolta ci credono davvero, e le parole di Rohani ne sono una prova. Ma a parlare è stato anche l'ayatollah Khamenei, che in un comizio per celebrare il Nowruz (il capodanno persiano) ha messo in chiaro come il negoziato con gli Stati Uniti e con le altre potenze mondiali sia solo sul programma nucleare, nell'ambito del quale l'Iran "non firmerà alcun assegno in bianco. Non stiamo parlando con gli Usa delle questioni regionali - ha quindi aggiunto - dove abbiamo obiettivi completamente diversi e opposti rispetto all'America". Anche se un obiettivo comune, seppur inconfessabile sia a Washington che a Teheran, c'è ed è quello della lotta allo stato islamico. (Fonte Ansa)