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ITALIA

La difesa della famiglia

Omicidio di Ragusa: "La mamma di Loris non ha mai tentato il suicidio"

L'avvocato della famiglia Stival smentisce l'indiscrezione del Corsera secondo cui Veronica Panarello avrebbe tentato in passato di togliersi la vita, in un caso usando una fascetta di plastica

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Ragusa
"Smentisco nel modo più assoluto che la signora Veronica Panarello abbia tentato nel passato un suicidio sia con che senza l'ausilio di fascette per elettricisti". Lo afferma in una dichiarazione l'avvocato Francesco Villardita, legale della famiglia Stival, su indiscrezioni di stampa sulla mamma del piccolo Loris secondo le quali la donna avrebbe tentato negli anni scorsi per due volte di togliersi la vita, in un caso usando una fascetta di plastica.

L'indiscrezione sul tentato suicidio con una fascetta di plastica
Il particolare è stato rivelato oggi dal Corriere della Sera: "Anni fa, - scriveva il quotidiano - quando tentò di uccidersi per la prima volta, Veronica Panarello cercò di farlo con una fascetta da elettricista. Era poco più che una ragazzina, tormentata da un’infelicità perenne e mille insicurezze che avevano a che fare in buona parte con il rapporto conflittuale fra lei e sua madre. Oggi quel dettaglio del tentato suicidio (la fascetta) sembra quasi un particolare da libro giallo e, com’è ovvio, è diventato importante per l’inchiesta". 

Fascette elettriche per legare i polsi del bambino
Il dettaglio aveva subito assunto un aspetto fondamentale per l'inchiesta: questi laccetti di plastica sarebbero infatti l'arma usata per uccidere il bambino di 8 anni. Inoltre, secondo indiscrezioni, sembra siano stati utilizzati anche per legare i polsi del bimbo di 8 anni, probabilmente prima che fosse ucciso. Nel corso dell'autopsia, infatti, sarebbero stati individuati graffi compatibili con i segni lasciati sul collo dalla fascetta usata per strangolare la piccola vittima. Un altro dettaglio, inoltre, metterebbe in dubbio la versione della madre. Un video, come già noto, immortala la Polo nera della donna a circa 50 metri dall'area di Mulino vecchio, dov'è stato recuperato il cadavere di Loris e dove la vettura non si sarebbe dovuta trovare secondo la ricostruzione della mamma: la vettura, questo il dato nuovo, impiegherebbe 9 minuti per attraversare l'area, molto più del tempo necessario. 

Telefonata con il marito
Altro elemento i 36 minuti tra le 8.49 e le 9.25, quelli in cui secondo le riprese delle telecamere Veronica Panarello rimane sola con il figlio Loris nell'abitazione di via Garibaldi e che deve ancora spiegare, la donna parla al telefono una sola volta: con il marito. È quanto sarebbe emerso dall'analisi dei tabulati del telefono della madre di Loris. Secondo i tabulati quella mattina, fino a quando si presenta alla Falcone e Borsellino per prendere Loris, Veronica Panarello avrebbe parlato al telefono una decina di volte, alcune volte ancora con il marito e le altre con appartenenti al nucleo familiare. 

L'avvocato: "Per buttare spazzatura si deve passar da lì"
Intanto Francesco Villardita, l'avvocato della famiglia Stival, torna a spiegare il perché la Polo nera di Veronica Panarello si trovasse a pochi metri dal vecchio mulino, luogo del ritrovamento del corpo del piccolo sabato 29 novembre. "Prima che uscisse fuori la telecamera, questo percorso era stato già da tempo detto alla Polizia" spiega il legale "Dire verso il Mulino Vecchio e dire verso Punta Secca è la stessa strada come direzione. Lei queste cose le ha già dette - dichiara Villardita -, perché quella è la zona dove ci sono i cassonetti, non ci sono altre zone dove ci sono i cassonetti, quindi se deve buttare la spazzatura deve passare da lì".

"Veronica è una mamma speciale"
Dopo giorni di silenzio il padre del piccolo Loris parla per difendere a "spada tratta" la moglie: "Veronica è una mamma speciale, non voglio che si infanghi il nome di mia moglie". Davide Stival, marito di Veronica Panarello, parla tramite l'avvocato Francesco Villardita: "Abbiamo un dolore immenso, non mostrate più le foto dei nostri bambini". Poi conclude con un appello alla popolazione: "Chi è a conoscenza di qualcosa, parli". L'uomo chiede anche "dateci nostro figlio al più presto". Il corpo del piccolo Loris, infatti, non è stato ancora restituito alla famiglia ma rimane all'esame dei medici legali.