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ECONOMIA

Governo pensa a un decreto con rimborsi progressivi

Pensioni, Padoan: "Ne discuteremo lunedì in Cdm". Allo studio rimborsi fino a 3.500 euro

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Pensioni sul tavolo del Consiglio dei Ministri di lunedì 18 maggio. Alla fine la conferma è arrivata dal ministro dell'Economia, quindi -  per diretta ammissione di Palazzo Chigi - dal più titotolato a parlarne.  

E' il Ministro Pier Carlo Padoan, a margine dell'assemblea della Bers a Tiblisi,  a porre fine alla ridda di voci sul possibile tempismo del provvedimento che attende il governo dopo il richiamo della Consulta che ha considerato illeggittimo lo stop all'adeguamento dell'assegno di previdenza con il carovita deciso dalla Riforma Fornero. 

Il governo ne discuterà al primo vertice dei ministri della prossima settimana, secondo quanto riporta Bloomberg. Con alcuni giorni di slittamento, era previsto infatti venerdì, per mettere a punto “tecnicamente” un decreto.
C'è inotre chi non trascura di considerarlo una previsa scelta politica. Un'intervento atteso e quindi necessario, come lo considera soprattutto il titolare del Tesoro, mentra da Palazzo Chigi sembravano autorizzati a farlo slittate dopo la tornata elettorale. 

Il Ministro del Lavoro Poletti era già stato chiaro: "Agiremo molto prima del voto".
"Il governo agirà rapidamente ma utilizzerà il tempo indispensabile per un'analisi completa e puntuale della sentenza e delle diverse ipotesi di intervento che essa ammette, al fine di evitare errori", ha spiegato durante il Question time in Parlamento intervenendo proprio in merito alle misure in cantiere dopo la sentenza della Corte costituzionale. 

Priorità sono tenere a bada i conti pubblici e l'equità del sistema previdenziale
"Minimizzare l'impatto sulla finanza pubblica", dice chiaramente Poletti, senza perdere di vista il "rispetto pieno dei principi che hanno condotto alla sentenza" e quindi "lo spirito di equità all'interno del sistema previdenziale, senza scaricare ulteriori pesi sulle generazioni future".

Il provvedimento sulle pensioni dovrà quindi tenere insieme diritti ed equità, senza alterare la cornice dei patti comunitari stretti a Bruxelles per i rientro dal debito. E il nuovo record negativo registrato dalla Banca d'Italia dimostra che la questione è e resta delicata.

Le ipotesi
Diverse le simulazioni sul tavolo, ma secondo indiscrezioni sarebbe ormai definita l'ossatura del provvedimento. Il decreto dovrebbe fare chiarezza sugli anni dal 2012 al 2015, con rimborsi progressivi per gli assegni a partire da tre volte il minimo fino a un tetto tra i 2.500 e i 3.500 euro lordi, e rimandare la soluzione per gli anni a venire, con le relative coperture, alla legge di Stabilità in autunno. Con questo schema l'impegno finanziario sarebbe circoscritto entro una forchetta compresa tra 3 e 5 miliardi di euro.