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POLITICA

Dopo la sentenza della Consulta

Pensioni, verso decreto nel Cdm di lunedì. Poletti: interverremo prima delle elezioni

La misura per restituire la quota di perequazione delle pensioni bloccata dal governo Monti potrebbe essere stabilita all'inizio della prossima settimana e non venerdì. Il ministro: useremo il tempo indispensabile per un'analisi completa e puntuale della sentenza

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Il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti (Ansa)
Roma
Alcuni giorni di slittamento, da venerdì a lunedì, per mettere a punto “tecnicamente” la norma. Il testo del decreto legge con il quale l’esecutivo restituirebbe la quota di perequazione delle pensioni bloccata dal governo Monti potrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri convocato all’inizio della prossima settimana.
 
Poletti: agiremo molto prima delle elezioni
La soluzione scelta dal governo, ha garantito il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, arriverà comunque “molto prima delle elezioni”. "Il governo agirà rapidamente ma utilizzerà il tempo indispensabile per un'analisi completa e puntuale della sentenza e delle diverse ipotesi di intervento che essa ammette, al fine di evitare errori", ha spiegato al question time sulla sentenza della Corte costituzionale. "Al momento - ha aggiunto - il governo nella sua collegialità non ha ancora assunto una decisione specifica nel merito".

"Minimizzare impatto su finanza pubblica"
Per dare attuazione alla sentenza della Consulta, ha assicurato Poletti, l'esecutivo agirà sulla base di diversi "principi" e "condizioni": il "rispetto pieno dei principi che hanno condotto alla sentenza", affrontando la situazione "con spirito di equità all'interno del sistema previdenziale senza scaricare ulteriori pesi sulle generazioni future". Inoltre ha anche ribadito la necessità di "una soluzione che minimizzi l'impatto" sulla finanza pubblica e "permetta di rispettare i parametri del Def".

Le ipotesi
Diverse le simulazioni sul tavolo, ma secondo indiscrezioni sarebbe ormai definita l'ossatura del provvedimento. Il decreto dovrebbe fare chiarezza sugli anni dal 2012 al 2015, con rimborsi progressivi per gli assegni a partire da tre volte il minimo fino ad un tetto tra i 2.500 e i 3.500 euro lordi, e rimandare la soluzione per gli anni a venire, con le relative coperture, alla legge di Stabilità in autunno. Con questo schema l'impegno finanziario sarebbe circoscritto entro una forchetta compresa tra 3 e 5 miliardi di euro.