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ECONOMIA

Palazzo Chigi smentisce vertice: "Contatti continui"

Pensioni, il governo stringe. Boschi: "Al vaglio varie soluzioni". Provvedimento lunedì in cdm

Il governo non aspetterà le prossime elezioni regionali del 31 maggio per approvare il decreto dopo la sentenza della Corte Costituzionale sulle pensioni che ha bocciato lo stop all'adeguamento al carovita previsto dalla Riforma Fornero. Si va verso il recupero pieno sull'inflazione fino a 1.500 euro

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Il governo stringe sulle pensioni. "Sarebbero al vaglio varie soluzioni" sottolinea il ministro delle riforme costituzionali Maria Elena Boschi precisando che il governo si muoverà nei limiti dei parametri e del bilancio.

La decisione del Governo sul rimborso per la mancata indicizzazione delle pensioni oltre tre volte il minimo è alle battute finali e probabilmente un provvedimento arriverà già lunedì in Consiglio dei ministri per un primo giro di tavolo. Il mini rimborso previsto - comunque solo per gli assegni da pensione sotto una certa fascia di reddito - dovrebbe essere lievemente superiore a tre miliardi. Nessun tavolo tecnico invece questa sera. Palazzo Chigi smentisce le indiscrezioni. 

Gradualità dei rimborsi
Il limite per ottenere i rimborsi sul mancato recupero dell'inflazione previsto dal decreto 'Salva Italia' per il 2012-2013 dovrebbe essere a 5-6 volte il minimo (circa 2.500-3.000 euro lordi) ed è probabile che il rimborso sia per fasce di reddito. Fino alla fascia che si deciderà (oltre il taglio sarà netto) si dovrebbe dare il recupero pieno dell'inflazione fino ai primi 1.500 euro di reddito (in pratica se uno ha una pensione di 2.300 euro prende l'indicizzazione solo sui primi 1.500).

Costi
Questa ipotesi, per quanto più in linea con la sentenza della Consulta che nei giorni scorsi ha bocciato il blocco dell'indicizzazione del Governo Monti perché non progressivo né temporaneo, rischia però di essere molto costosa (sono circa 4,3 milioni i pensionati con redditi tra i 1.500 e i 2.500 euro e a tutti questi bisognerebbe dare l'indicizzazione sui primi 1.500 euro quindi su un monte di redditi annui totali di 77 miliardi sui 99 complessivi di queste fasce). L'altra ipotesi, meno costosa e quindi più praticabile per salvaguardare i conti pubblici, è di un rimborso sul reddito complessivo dei pensionati tra 1.500 e 2.500-3.000 euro con percentuali basse (si potrebbe partire dal 50%) e discendenti con il crescere del reddito).  

Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti a margine di un convegno sul Jobs act ha detto che al momento "non c'è nessuna decisione", ma che il Consiglio dei ministri è il luogo dove queste decisioni possono essere prese. In un'intervista il sottosegretario all'Economia, Enrico Zanetti ha sottolineato come che la via migliore sia quella di un provvedimento in più tappe: lunedì le linee guida e, più avanti, il decreto. "Meglio prendersi più tempo - ha detto - per costruire una gradualità dei rimborsi, che tenga conto non solo dell'assegno ma anche dei contributi versati. La sintesi finale - ha precisato - compete a Renzi e Padoan, ma questa soluzione riscuote ampi consensi".    

Critici i Cinque Stelle: la soluzione a cui starebbe pensando il governo, dice Luigi De Maio, "a me non convince: questa legge è stata fatta male, e la votò anche il Pd, ma ora se non applichiamo il dettato della Corte rischiamo di trovarci con migliaia di ricorsi che creeranno ancora di più una voragine nei nostri conti pubblici".