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POLITICA

Le opposizioni: "Regolarizzazione è pessimo segnale"

Regolarizzazioni, M5S Crimi: "Noi diciamo no". Provenzano: "Accordo a un passo"

Sulla regolarizzazione di braccianti, colf e badanti resta alta la tensione nel governo. Si cerca ancora un accordo nella maggioranza. Bellanova replica a Catalfo: "Permesso di un mese insulto alla dignità delle persone"

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"Noi diciamo no alla regolarizzazione degli irregolari: se il nostro obiettivo è sostenere l'agricoltura allora dobbiamo lavorare a misure per garantire il mercato ma la soluzione non è la regolarizzazione, come se in agricoltura lavorassero solo migranti irregolari, un assunto sbagliato". Lo afferma il capo politico dei Cinque Stelle, Vito Crimi, a Uno Mattina su Rai 1.  "Noi siamo per l'emersione del lavoro nero, quello dei migranti o meno. Su quel fronte - conclude - siamo tutti insieme, siamo disponibili". Una presa di posizione netta sul tema continua a dividere il Movimento Cinque Stelle e a tenere alta la tensione nel governo.

Provenzano: "Accordo concluso al 99%"
La dichiarazione arriva mentre il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, dice ad Agorà su Rai 3 che il governo è "a un passo" dall'accordo sulla regolarizzazione dei lavoratori in nero.  "Ieri sera eravamo a un passo dall'accordo - ha detto - abbiamo inserito colf e badanti oltre ai lavoratori agricoli. E sono molto felice che parliamo di regolarizzazione anche dei lavoratori italiani che sono sfruttati nei campi". Insomma posizioni divergenti nella maggioranza che dimostrano come ancora il governo sia alla ricerca di un'intesa sulla questione. "Dobbiamo capire ora - ha aggiunto Provenzano - come accanto alla regolarizzazione del datore di lavoro possiamo dare lo strumento ai lavoratori sfruttati di emanciparsi dal ricatto dei caporali in cui si trovano in questo momento. E' un tema troppo serio e importante per piantare le bandierine, anche nel Governo, da una parte e dall'altra" perché "risponde a un'esigenza di giustizia ma anche a un'emergenza economica e per questo bisogna raggiungere un accordo e portarlo avanti nel decreto che ci apprestiamo a varare. L'accordo è raggiunto al 99%", ha concluso. E ha spiegato che "la diversita' di opinioni" e' sul "tempo necessario da dare al singolo lavoratore per dimostrare di avere un contratto e dunque convertire il suo permesso di soggiorno in permesso per motivi di lavoro, che dà più garanzie".

Bellanova replica a Catalfo: "Permesso di un mese insulto alla dignità delle persone"
Ieri la trattativa è andata avanti ad oltranza tra i 4 ministri interessati: Teresa Bellanova (Politiche agricole), Luciana Lamorgese (Interno), Nunzia Catalfo (Lavoro) e Giuseppe Provenzano (Sud).  Il ministro dell'Agricoltura ha avanzato la proposta di 6 mesi per il permesso, rinnovabili per altri 6. Il tentativo è stato quello di mediare su tre mesi ma il ministro del Lavoro Catalfo avrebbe aperto solo ad un periodo ancora più limitato. Di un mese. Una soluzione definita dal ministro Bellanova come "un insulto non alla mia intelligenza ma alla dignità delle persone rinchiuse nei ghetti" ha detto durante il programma Omnibus, su La7. La discussione coinvolge anche i capidelegazione della maggioranza.

A cercare un soluzione tecnica è il ministro Lamorgese: "C'è una condivisione di fondo - dice la titolare del Viminale - e spero si posa arrivare ad un testo condiviso". Il governo punta a tenere dentro il provvedimento anche i lavoratori italiani in nero. Sull'ok all'emersione tramite richiesta dei datori di lavoro - si apprende - l'accordo c'è. I problemi ci sono sul canale parallelo di emersione, che è quello che parte dalla domande dei lavoratori. L'ipotesi della bozza, dare un permesso di soggiorni di sei mesi rinnovabile a chi ce l'ha scaduto ed a chi ha perso il lavoro in questi mesi di emergenza Covid non viene per ora accettata dai Cinquestelle.

Non ci sono certezze sui numeri. Le stime di 600mila regolarizzabili sembrerebbero però sovradimensionate.  Sulle barricate l'opposizione, con Matteo Salvini che definisce l'ipotesi di regolarizzazione "un pessimo segnale per chi lavora e paga le tasse regolarmente". Mentre Maurizio Gasparri (Fi) la definisce "intollerabile". Mentre su Twitter la leader di Fdi Giorgia Meloni scrive: "Regolarizzare 600mila clandestini vuol dire premiare chi è arrivato in Italia violando le leggi e penalizzare gli stranieri che non sono arrivati aspettando di poterlo fare a norma di legge attraverso il decreto flussi. È un pessimo segnale. Non è ciò che fa uno Stato serio".