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POLITICA

Ora il testo passa al Senato

Riforma costituzionale: la Camera approva il Ddl Boschi. Renzi: "Paese più semplice e più giusto"

Il testo approvato contiene la revisione del Titolo V della Costituzione e la trasformazione dell'attuale Senato in una Camera delle Regioni.  A favore hanno votato Pd, Area popolare (Ncd più Scelta civica), Per l'Italia- Centro democratico e Scelta civica. Contrari Forza Italia, Lega, Fdl-An, Alternativa libera e Sel. Malumori in Forza Italia, in 17 scrivono documento critico verso la linea

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Proteste in aula di Sel
Roma
La Camera ha approvato in seconda lettura le riforme costituzionali, che ora tornano in Senato. A Montecitorio i sì sono stati 357, 125 i no e 7 gli astenuti. A favore hanno votato Pd, Area popolare (Ncd più Scelta civica), Per l'Italia- Centro democratico e Scelta civica. Contrari Forza Italia, Lega, Fdl-An, Alternativa libera e Sel.​ Il testo approvato contiene la revisione del Titolo V della Costituzione e la trasformazione dell'attuale Senato in una Camera delle Regioni. Soddisfazione del presidente del Consiglio Matteo Renzi: "Voto riforme ok alla Camera. Un paese più semplice e più giusto" e ringrazia il ministro Boschi, il relatore Fiano e tutta la maggioranza.

Un voto segnato dalle polemiche all'interno dei principali gruppi parlamentari. Nel Pd, la minoranza vota a favore ma annuncia linea dura sull'Italicum. Alle critiche di esponenti dem risponde il ministro Boschi: "Ci confronteremo nelle prossime settimane. L'importante è non interrompere il percorso delle riforme". Forza Italia vota no ma in 17 scrivono documento critico: "Il gruppo non è né unito né persuaso dalla linea che è stata scelta". Sel vota mostrando copia della Costituzione. I grillini escono dall'aula contestando la linea del premier. Toninelli: "Rovinano la Carta, metodi fascisti". 

Renzi su Facebook: "Vicina fine bicameralismo, qualcosa si muove"
Dopo il voto di stamane alla Camera sulla riforma costituzionale "la fine del bicameralismo paritario è più vicina, l'Italia diventerà un paese più semplice, più giusto e più veloce", scrive il presidente del Consiglio su Facebook. "Fino a qualche settimana fa nei media se si parlava di Jobs act era perché si dovevano raccontare le proteste di chi non lo voleva, ora che è in vigore si inizia a fare la contabilità delle assunzioni", sottolinea, con riferimento alla riforma del  lavoro fatta dal governo. "C'è ancora molto da fare, lo sappiamo. E lo faremo - aggiunge - Ma intanto qualcosa si muove. E nell'Italia che era immobile da anni già questa è una notizia. Forza, che è davvero la volta buona".

Forza Italia spaccata, in 17 scrivono documento
Forza Italia vota compatta per il no, ma all'interno del partito lievitano i malumori. In 17 scrivono un documento per contestare la linea di Berlusconi. "Voteremo contro  fanno sapere - non per disciplina di gruppo ma per affetto e lealtà" nei confronti del leader. Ma, sottolineano i firmatari, tra cui Gianfranco Rotondi, Luigi Cesaro e Paolo Russo: "Ti diciamo che non ci iscriveremo al Comitato per il no contro queste riforme, andando a sostenere le stesse tesi del Movimento 5 Stelle o di Sel, né riteniamo che un partito come il nostro possa subire i diktat di chi si propone, prima di eventuali alleanze in vista delle elezioni regionali, di 'verificare il nostro comportamento in Parlamento'. Lo troviamo offensivo per la nostra dignità di partito e di parlamentari". 

M5s, Toninelli: "Riforme rovinano Carta, metodi fascisti"
Critiche piovono anche dai Cinquestelle che abbandonano l'aula durante il voto. "È davvero doloroso per me essere qui oggi ma lo faccio con l'orgoglio di chi ha il compito di testimoniare la contrarietà al tentativo di rovinare la Costituzione imposto con metodi fascisti" ha detto in Aula il deputato M5S Danilo Toninelli durante le dichiarazioni di voto.

Sel protesta e mostra la Costituzione 
Protesta di Sel mentre è in corso la votazione sulle riforme costituzionali: i deputati, infatti, che hanno votato contro il ddl Boschi, hanno mostrato la Costituzione proprio mentre l'aula stava votando sul provvedimento. La presidente della Camera, Luara Boldrini, li ha richiamati a posare la Costituzione. 

Bersani, o si cambia o ultima volta voto sì 
 "Il Patto del Nazareno non c'è più, non si dica che non si tocca niente. O si modifica in modo sensato l'Italicum o io non voto più sì sulla legge elettorale e di conseguenza sulle riforme perchè il combinato disposto crea una situazione insostenibile per la democrazia" ha detto l'ex segretario del Pd Bersani dopo il voto finale alla Camera.