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POLITICA

Palazzo Madama

Riforme, il governo accelera: Ddl Boschi approda in aula al Senato

Le opposizioni hanno provato a mantenere il testo in Commissione con il ritiro di tutti gli emendamenti. Ma Governo e maggioranza hanno chiesto ed ottenuto che la Conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama calendarizzasse subito il ddl Boschi per l'Aula. Un passo che ha spinto le opposizioni a parlare di "forzatura inaccettabile"

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Senato (ansa)
Il governo accelera sulle riforme costituzionali: il ddl Boschi approda in aula al Senato, nonostante il tentativo delle opposizioni di mantenere il testo in Commissione col ritiro degli emendamenti.

Seduta sospesa fino alle 15
La seduta in Senato è stata sospesa e  riprenderà con la presentazione di un'ulteriore pregiudiziale (dopo quelle già  presentate da Sel, M5s, Fi e Lega) alla riforma della Costituzione.

La presidente di  turno Valeria
Fedeli (Pd) ha sospeso la seduta per dare la possibilità ai senatori di partecipare alla messa commemorativa di Donato Bruno, l'esponente di Forza Italia morto un mese fa.

Palazzo Chigi: Renzi non ha mai detto abolisco Senato e faccio museo
Intanto l'ufficio stampa di Palazzo Chigi smentisce la frase "abolisco il Senato e ci faccio un museo" attribuita oggi al presidente del Consiglio da un quotidiano (La Stampa, ndr), "frase volgare e assurda che Renzi non ha pronunciato né pensato o riferito", aggiunge l'ufficio stampa.  

Il calendario
Il calendario dei lavori per l'esame del ddl si preannuncia serratissimo, con "sedute uniche", senza interruzioni quindi, se non quelle decise dalla presidenza. Domani invece i lavori si concluderanno alle 17.

La settimana prossima sono previste sedute martedì e giovedì dalle 9,30 alle 20 e mercoledì dalle 9,30 senza orario di chiusura. Mercoledì 23 settembre infine è stato fissato alle 9 il termine per la presentazione degli emendamenti.

Ddl salta i lavori della Commissione
Le opposizioni hanno provato a mantenere il testo in Commissione con il ritiro di tutti gli emendamenti. Ma governo e maggioranza hanno chiesto ed ottenuto che la Conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama calendarizzasse subito il ddl Boschi per l'Aula. Un passo che ha spinto le opposizioni a parlare di "forzatura inaccettabile".

Zanda: "Da opposizioni manovra politica"
La mossa di Lega, Sel e M5S, definita una "manovra politica" dal capogruppo Dem, Luigi Zanda, non è bastata quindi per far cambiare idea alla maggioranza. L'esame dei circa 3000 emendamenti rimasti, secondo il ragionamento dell'esecutivo, avrebbe potuto mettere a rischio l'obiettivo di portare a casa il ddl Boschi entro il 15 ottobre. Ecco allora l'ennesimo colpo di scena. Una sorpresa visto che lo stesso segretario del Pd, Matteo Renzi, ha convocato per lunedì alle 15.30 la direzione del partito proprio sulle Riforme costituzionali, direzione durante la quale, si apprende, Renzi chiederà un voto sulla sua relazione.

L'approvazione dopo lo scontro
Dopo due ore di conferenza dei capigruppo alla fine a maggioranza è stata approvata la richiesta del Pd di portare all'esame dell'assemblea il ddl Boschi. Il via libera al calendario è arrivato però dall'aula dopo una discussione molto accessa, con le forze della minoranza che hanno minacciato battaglia. Le opposizioni hanno chiesto anche l'intervento di Sergio Mattarella e proposto dei calendari alternativi, ma non hanno ottenuto nessu risultato.

Castaldi (M5S): "Fate schifo"
"Fate schifo, siete una vergogna" ha urlato prima del voto, rivolto alla maggioranza, il presidente dei senatori M5S, Gianluca Castaldi. "Il M5S non ha rititato i suoi emendamenti. È gravissimo saltare la discussione parlamentare e andare subito in aula", ha commentato il senatore M5S Vito Crimi.

Romani: "Forzatura inaccettabile"
Paolo Romani, presidente dei senatori di Forza Italia, al termine della conferenza dei capigruppo ha definito la mossa della maggioranza "Una forzatura inaccettabile". Romani ha infatti segnato che il ritiro delle norme di modifica e la richiesta di un comitato ristretto "poteva preludere a un approfondimento ma nonostante questo atto di generosità verso la maggioranza questa ha ritenuto di chiedere comunque di andare in aula". Della stessa idea Loredana De Petris, capogruppo di Sel, che ha definito l'accelerazione "una forzatura".

Finocchiaro: "Impossibile continuare in Commissione"
Secondo quanto ha riferito la stessa De Petris, la presidente Finocchiaro, convocata da Grasso a partecipare alla riunione, ha detto che "non ci sono le condizioni per proseguire in commissione" nonostante il ritiro degli emendamenti da parte delle opposizioni. A spiegare meglio questo passaggio il pentastellato Gianluca Castaldi, che riportato ai giornalisti le parole dell'esponente Dem "non è per un problema di emendamenti ma per un problema politico interno al Partito democratico".

Valanga di emendamenti
Quindi da oggi discussione generale fino a mercoledì 23 settembre, quando scade anche il termine per la presentazione degli emendamenti. Che potrebbero essere una valanga, visto che Calderoli ha annunciato di volerne presentare 8 milioni. "Abbiamo gli strumenti parlamentari per fronteggiare questa situazione" ha detto Francesco Verducci, così come il sottosegretario alle riforme Luciano Pizzetti. Un riferimento a tutti gli escamotage del Regolamento (canguro, tagliola, emendamenti predittivi, ecc) per aggirare l'ostruzionismo.

Bersani: "Nessuno vuole far cadere il governo"
Intanto Pierluigi Bersani - chiedendo di lasciare i margini di discussione al Parlamento - ha assicurato che "nessuno vuole fare cadere il governo", prendendo di petto il sospetto che il premier Renzi e la maggioranza del Pd ha verso i bersaniani. Un sospetto che renderà duro il confronto lunedì alla direzione del Pd, dove Renzi chiederà un pronunciamento del Partito.