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POLITICA

Il Referendum sulle riforme

E' rottura nel Pd sul Referendum. Bersani verso il 'No', Renzi: "La riforma l'ha votata tre volte"

Il premier ospite all'Arena su RaiUno replica all'ex segretario Pd Pierluigi Bersani che, dalle pagine del Corriere della Sera, ha annunciato il 'No' al Referendum sulle riforme. Oggi, redde rationem in Direzione

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Botta e risposta tra il premier Matteo Renzi e l'ex segretario Pierluigi Bersani che, dalle pagine del 'Corriere', ha fatto sapere che la posizione della minoranza Dem resta sul 'No' al Referendum sulle riforme. Renzi, ospite dell'Arena su RaiUno, ha sottolineato: "Rispetto le posizioni di tutti", ma ha anche evidenziato che "Bersani ha votato per tre volte la riforma". "Questa riforma - ha detto Renzi - non l'ho scritta io da solo a Rignano sull'Arno, è stata due anni e quattro giorni in Parlamento. Bersani l'ha votata tre volte, se cambia idea per il Referendum ognuno si farà la sua opinione".

Nel Pd la rottura sembra ormai insanabile e la Direzione del partito convocata per oggi finirà inevitabilmente per sancire una spaccatura che ieri si è consumata attraverso dichiarazioni ai giornali e alle tv. Le promesse di modifica dell'Italicum? "Chiacchiere", dice Bersani. "In combinazione con la legge elettorale, la riforma - spiega - cambia radicalmente la forma di governo. Si va verso il governo di un capo, che nomina sostanzialmente un Parlamento che decide tutto, anche con il 25% dei voti".

Già in mattinata, parole dure nei confronti di Bersani e della minoranza erano arrivate dal ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, secondo cui così "si lacera il Pd". "Il tema vero - ha detto - è che dentro il Pd e fuori dal Pd si sta utilizzando il tema referendario per contrastare Renzi. È naturale e fisiologico andare contro il premier, che ha fatto tanti cambiamenti, per chi non condivide questi cambiamenti. Ma ci sono le primarie e il congresso per sfidare Renzi dentro il partito".

Renzi: "Quando uno vota per antipatia dimostra scarsa visione del Paese"
All'Arena, Renzi ha anche distinto "Chi fa politica per cambiare il paese e chi solo per attaccare gli altri". E ha aggiunto: "Quando uno vota per antipatia è un elemento che dimostra una scarsa visione del Paese".

Parlando della riforma, ha sottolineato che "questo è l'inizio" di un percorso riformatore. "Dal primo giorno - ha detto Renzi - andai al Senato per dire che non sono qui a vivacchiare e tutti applaudirono Napolitano sull'esigenza delle riforme. Ora, finalmente, dopo 30 anni qualcuno ha fatto la riforma teorizzata da molti e votano i cittadini". "Una persona che guarda l'Arena chiede meno costi, più concretezza e maggiore semplificazione".

"Molti - ha detto ancora - fanno scenari foschi io semplicemente dico che se vince il No non cambia niente, non dico che arriverà la peste, continueremo con gli stessi numeri e gli stessi costi". "Berlusconi ha votato questa riforma in prima lettura poi la strada si è rotta quando abbiamo eletto Mattarella. E' una posizione che rispetto, ma non capisco, secondo me un sacco di gente di destra non starà dietro ai giochini politici, alla fine, votando su un quesito chiaro, gli italiani saranno più attenti a far risparmiare lo Stato che alle discussioni di Renzi, Berlusconi, D'Alema e Grillo. Noi passiamo, siamo provvisori, le istituzioni invece restano".

Bersani: "La mia posizione è sempre la stessa"
"La solita ipocrisia di chi fa finta di non capire. Con l'elezione diretta dei senatori e un radicale cambiamento dell'Italicum, con tutti i suoi limiti, la riforma costituzionale sarebbe potabile. Con la nomina dei senatori e dei deputati e con la democrazia del capo, la riforma è indigeribile. Da sempre, e in tutti i passaggi, questa è stata la mia posizione. Il resto sono chiacchiere o propaganda" replica Pier Luigi Bersani su facebook a Matteo Renzi.