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ITALIA

Giudizio finale

Ruby, il giorno della Cassazione. Il pg: "L'assoluzione di Berlusconi va annullata"

La sesta sezione penale alle prese con il processo che vede imputato l'ex premier, condannato in primo grado e assolto in appello

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Roma
Al via, davanti alla sesta sezione penale della Cassazione, l'udienza del filone principale del processo Ruby, quello che ha come imputato l'ex premier Silvio Berlusconi, accusato di prostituzione minorile e concussione per costrizione, condannato in primo grado a sette anni di reclusione e assolto in appello. Contro il proscioglimento del leader di Fi ha fatto ricorso alla Suprema corte il sostituto procuratore generale di Milano Piero De Petris e, sempre in giornata, con tutta probabilità, si conoscerà quale sarà il verdetto dei supremi giudici che devono decidere se confermare definitivamente l'assoluzione di Berlusconi o rinviare gli atti a un altro giudice per un nuovo processo d'appello.   

Il pg: "Assoluzione da annullare"
La pubblica accusa, rappresentata da Eduardo Scardaccione, ha chiesto di "annullare l'assoluzione e rinviare per rimodulare la pena". Per il pg sono "pienamente provate" le accuse di concussione e prostituzione minorile, per cui, a suo avviso, la Corte d'appello non dovrà riaprire il dibattimento vero e proprio ma solo rideterminare la pena stabilita in primo grado (sette anni di reclusione).  "L'episodio nel quale Berlusconi racconta che Ruby è la nipote di Mubarak è degno di un film di Mel Brooks e tutto il mondo ci ha riso dietro", ha detto il pg Scardaccione in un passaggio della requisitoria. In relazione all'intervento sul funzionario della questura Piero Ostuni affinché l'allora minorenne Karima el Mahroug - vale a dire Ruby, fermata per un furto del 2010 fosse lasciata andare - Scardaccione non ha dubbi: "C'è stata una violenza irresistibile per ottenere il risultato indebito". Per il pg "la volontà di Ostuni è stata ibernata perché nel momento in cui riceve la richiesta di intervento da Berlusconi non capisce più nulla e fa ben 14 telefonate. C'è spazio per ritenere che la pressione fosse resistibile? - chiede il pg nella requisitoria -  No, il questore Ostuni è rimasto ghiacciato dalla sproporzione delle modalità con cui la chiamata è stata fatta. L'intervento ha avuto una potenza di fuoco tale da annullare le scelte autonome di Ostuni". Una violenza che poi, per dirla con la pubblica accusa di Piazza Cavour, è stata a sua volta esercitata da Ostuni sui suoi sottoposti realizzata con la consegna di Ruby a Nicole Minetti. Più volte nella sua requisitoria Scardaccione ha rimarcato che con la richiesta di intervento sul questore Ostuni c'è stata una violenza grave, perdurante e irresistibile". Per Scardaccione "il livello dello scontro è stato talmente disequilibrato che non ha dato spazio ad alternative. Le modalità di esecuzione della pressione - ha insistito il pg - erano tali da non consentire di uscirne in maniera onorevole. Per come il risultato è stato ottenuto, non c'è dubbio in diritto che è stata conseguita una indebita utilità".

La replica della difesa
Dopo la requisitoria del pg, la parola è passata all'avvocato Franco Coppi difensore di Berlusconi. "La sentenza della Corte d'appello - ha sostenuto Coppi - ammette che ad Arcore avvenivano fatti di prostituzione con compensi, cosa che non contestiamo nemmeno noi difensori, ma manca, in fatto, la prova che Berlusconi prima del 27 maggio sapesse che Ruby era minorenne". Per quanto riguarda l'accusa di concussione, la difesa dell'ex premier sostiene che nella vicenda "è stata rispettata puntualmente la prassi dell'affido seguita dalla questura di Milano, che poi Ostuni e la Iafrate fossero contenti di aver fatto un favore a Berlusconi, questo ve lo concediamo, ma quanto venne fatto è solo quanto previsto dalla prassi in vigore: identificazione, foto segnalazione e ricerca di una comunità per l'affido". "L'idea di affidare Ruby nasce in questura - ha proseguito Coppi - dal colloquio tra Iafrate e la Minetti, e non è un'idea di Berlusconi, il fatto che poi la Minetti si sia comportata con disinvoltura e l'abbia riportata nella casa dove abitava, è un rimprovero che va mosso alla sola Minetti".

I precedenti nella Sesta sezione penale
A presiedere il collegio, Nicola Milo: sotto la sua guida la Sesta sezione ha azzerato le condanne del processo Why Not, vicenda intorno alla quale capitolò il governo di Romano Prodi. Milo ha preso parte, inoltre, ai collegi delle Sezioni unite dei processi "Andreotti" e "Mannino", culminati con assoluzioni. Oltre a Milo, gli altri giudici dell'udienza su Ruby saranno i consiglieri di Cassazione Orlando Villoni, che è il relatore, Giorgio Fidelbo, Stefano Mogini e Gaetano De Amicis. A occuparsi della vicenda, la Procura della Cassazione schiera una toga di lunga esperienza e polso deciso, che è stato anche segretario della sezione dell'Anm del "Palazzaccio".

I protagonisti
Si tratta del sostituto procuratore generale della Suprema corte Eduardo Scardaccione che davanti al Csm non ha esitato a chiedere misure estreme come la radiazione del giudice Edi Pinatto, "famoso" per aver accumulato un ritardo di otto anni nel deposito di una sentenza. Scardaccione, inoltre, è il pg che in Cassazione si è opposto alla richiesta di trasferire da Palermo a Caltanissetta il processo sulla trattativa Stato-mafia, istanza presentata dai legali di Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno.

Prima la condanna, poi assoluzione in appello
E' un magistrato esperto nei procedimenti per truffe e tangenti ed è anche esperto in reati da "indebita pressione". Al suo attivo, il pg Scardaccione ha anche la requisitoria al processo in Cassazione a carico di Bettino Craxi e Claudio Martelli per il "tangentone" Enimont: era il 1998 e Scardaccione chiese la conferma delle loro condanne.

Coppi e Dinacci in difesa del Cav.
Ma la Sesta sezione penale annullò con rinvio il processo per riacquisire delle testimonianze, come richiesto dalle difese. Se da un lato la Sesta sezione avrà di fronte il pg Scardaccione, dall'altro, a sostenere le ragioni della difesa di Silvio Berlusconi, ci saranno il professor Franco Coppi, che si è occupato di quasi tutti i più importanti processi degli ultimi anni, e l'avvocato Filippo Dinacci. Le loro arringhe insisteranno per la conferma dell'assoluzione, partendo da una posizione di vantaggio di fronte a giudici di legittimità non inclini a rimettere in discussione il merito dei fatti e a riaprire il capitolo del "se" Berlusconi sapeva o no che Ruby era minorenne e del "se" nella telefonata a Ostuni ordinò o semplicemente suggerì di consegnare la ragazza a Nicole Minetti.