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MONDO

L'inchiesta

Russiagate, cos'è il "grand jury" e cosa significa per Donald Trump

Il 'grand jury' nominato a Washington dallo 'special counsel' sul Russiagate, Robert Mueller, è al lavoro già da alcune settimane nel quadro della sua inchiesta su possibili collusioni fra il Cremlino e la campagna di Trump. Secondo il New York Times, ha già formalizzato mandati

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Il 'grand jury' nominato a Washington dallo 'special counsel' sul Russiagate, Robert Mueller, è al lavoro già da alcune settimane nel quadro della sua inchiesta su possibili collusioni fra il Cremlino e la campagna di Trump, scrive il Washington Post citando due persone al corrente dell'inchiesta, secondo cui questo sviluppo testimonia come prosegua in modo "aggressivo" il lavoro per la raccolta di elementi di prova. Il New York Times precisa che in questo periodo, da alcune settimane cioè, il nuovo 'grand jury' sul Russiagate, ha già formalizzato mandati. Da tempo,  Mueller sta ampliando il team legale che lavora sull'inchiesta, team a cui si è aggiunto di recente Greg Anders, un avvocato specializzato in reati economici e finanziari e corruzione internazionale che aveva già lavorato al Dipartimento della giustizia. L'inchiesta di Mueller ora include anche la questione del licenziamento del direttore dell'Fbi James Comey e dell'eventuale ostruzione alla giustizia da parte di Trump con questa mossa.

Il 'grand jury' di Washington si affianca a quello, al lavoro da prima della nomina di Mueller lo scorso maggio, di Alexandria, in Virginia, concentrato sui casi di Paul Manafort e Michael Flynn. Ma il 'grand jury' di Washington, scrive il NYT, ha formalizzato provvedimenti per l'acquisizione di "documenti sugli affari" dell'ex Consigliere per la sicurezza nazionale. Non è chiaro se i recenti mandati investano altri esponenti della campagna di Trump. La nomina del 'grand jury' a Washington "mi arriva come notizia, ma come notizia positiva nel senso che indica che potrebbe accelerare una soluzione del lavoro di Mueller che la Casa Bianca ha tutto l'interesse a vedere conclusa in modo giusto. Come abbiamo detto in passato, siamo pronti a cooperare pienamente con Mueller", ha commentato Ty Cobb, il consulente legale della Casa Bianca.

La domanda che circola è: "Cosa significa l'ultima mossa dell'ex direttore dell'Fbi, incaricato a maggio dell'inchiesta Russiagate, per il futuro del presidente degli Stati uniti?".

Mueller avrebbe nominato il nuovo gran jury sulla scorta di prove
La decisione indica innanzitutto che ci sono prove tali della commissione di un reato da convincere Mueller ad aprire un'inchiesta penale sulla vicenda dei rapporti tra i consiglieri di Trump e la Russia. Solo un "Grand Jury", un istituto giuridico che deriva dalla common law anglosassone e che sopravvive solo nei sistema giudiziario di Usa e Liberia, può emettere un rinvio a giudizio, che è l'unico strumento di imputazione in caso di reati contro la Costituzione Usa. La selezione di un gran giurì non significa che Mueller punti a un rinvio a giudizio, anche se raramente le indagini che coinvolgono un gran giurì si concludono con un non luogo a procedere.

Il gran giurì, che consiste di 16-23 membri, scelti a caso tra i comuni cittadini e selezionati da un tribunale federale, è un importante strumento che consente al procuratore di emettere mandati per acquisire documentazione o altre prove. Può anche emettere mandati di comparizione di testimoni, che sono obbligati a presentarsi e a essere interrogati sotto giuramento davanti al collegio.

I mandati di comparizione del gran giurì sono strumenti d'indagine fondamentali, perciò questo viene istituito all'inizio di un'inchiesta, non alla fine. I rinvii a giudizio si chiedono alla fine dell'inchiesta, dopo aver ascoltato tutti i testimoni e raccolto tutto il materiale. Quindi di fatto Mueller ha appena cominciato il suo lavoro. E' possibile, però, che per cominciare Mueller chieda il rinvio a giudizio di un personaggio di livello medio-basso della campagna di Trump, nella speranza di convincerlo a collaborare con l'inchiesta.

Il lavoro del gran giurì è segreto e il suoi membri hanno l'obbligo del silenzio così come i procuratori che conducono l'inchiesta. Ma i testimoni chiamati possono rivelare il contenuto dei mandati di comparizione e ciò che avviene nell'aula del gran giurì, quindi lo stillicidio di notizie e indiscrezioni sull'indagine con tutta probabilità continuerà. Quando un testimone è interrogato da un gran giurì non è permessa la presenza di altri, tranne i giurati e il procuratore e le norme che regolano gli interrogatori nei processi non valgono. Spesso quindi i legali dei testimoni sotto mandato chiedono che l'audizione avvenga alla loro presenza, con la partecipazione di un agente dell'Fbi. La presenza dell'agente fa sì che mentire durante l'interrogatorio diventi un reato penale, ma il legale presente può assistere il testimone.

Se una testimonianza è particolarmente importante, il procuratore può chiedere che avvenga sotto giuramento davanti al gran giurì. Il presidente Bill Clinton comparve davanti al gran giurì nell'inchiesta su Monica Lewinski e il procuratore indipendente Kenneth Starr lo accusò di "spergiuro e falsa testimonianza", il che condusse al suo impeachment da parte della Camera, dominata dai repubblicani. Quanto a Trump, probabilmente occorrerà attendere ancora parecchio per sapere se ha violato o meno la legge.