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MONDO

L'ipotesi del viceministro Ryabkov

Siria, il piano di Mosca: sì a repubblica federale

"È come la Polonia del 1939" commenta il leader druso Jumblatt. "Un pezzo a me e uno a te, ma la Siria non esiste più". Intanto, nel quinto giorno di tregua, De Mistura annuncia che il prossimo round di negoziati slitterà al 9 marzo

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Mosca non esclude che in Siria si arrivi ad un'ipotesi di Repubblica federale, se tale modello soddisferà tutte le parti. "Se a seguito di trattative e consultazioni, discutendo del futuro della Siria, i partecipanti ai negoziati che, come speriamo riprenderanno nel prossimo futuro, arriveranno all'idea consolidata che questo modello è conveniente per loro e garantisce l'obiettivo di mantenere una Siria unita, indipendente e sovrana, allora chi potrebbe fare obiezioni?" ha detto lunedì il viceministro russo agli Esteri Sergei Ryabkov. L'ipotesi che si affaccia potrebbe essere quella di un Paese diviso in parti, tra sunniti e governo siriano di Assad, senza il quale per Mosca non si può risolvere la crisi. Un piano che includerebbe anche i curdi, che la Russia vuole siano coinvolti nei negoziati. Uno scenario che ricorda quello emerso dagli accordi di Dayton per la ex Jugoslavjia nel 1995, anche se Ryabkov ha escluso "il Kosovo e altri scenari per la Siria". "Se verrà adottato un modello diverso, per noi non sarà un problema, a condizione che non venga scritto sotto dettatura da qualche parte a migliaia di chilometri dalla Siria, ma che venga elaborato attraverso negoziati", ha aggiunto il vice ministro. "È come la Polonia del 1939" commenta il leader druso Jumblatt. "Un pezzo a me e uno a te, ma la Siria non esiste più". 

Jumblatt: "Come la Polonia nel 1939"
Dalle pagine del quotidiano La Stampa arriva il commento del leader storico dei drusi Walid Jumblatt, da Beirut. "Stiamo per assistere alla spartizione della Siria. Come la Polonia nel 1939. Stati Uniti e Russia si sono già messi d'accordo. Si parla di soluzione federale. Ma sarà un federalismo mediorientale. Settario. La guerra non finirà mai davvero". Secondo Jumblatt "La tregua non significa molto. Non ci sarà mai una vera pace, ma una spartizione su base confessionale e settaria. Cioè un conflitto senza fine". "I curdi avranno la loro parte, gli alawiti la loro, e poi i sunniti. Drusi e cristiani sono alleati di complemento. Circola già una mappa realizzata dalla Rand Corporation, che dice tutto. Ma la Siria non esiste più. Un Paese distrutto, dieci milioni di profughi e sfollati".

De Mistura: colloqui di pace slittano al 9 marzo
Il colloqui di pace sulla Siria sponsorizzati dall'Onu riprenderanno a Ginevra il 9 marzo. Lo ha annunciato l'ufficio dell'inviato Onu Staffan de Mistura con una nota. "La data del 7 marzo 2016 - precisa la dichiarazione - era stata inizialmente fissata come obiettivo per la ripresa dei colloqui", ma un rinvio si è reso necessario "per lasciare tempo a sufficienza per affrontare le questioni logistiche e pratiche".


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