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ITALIA

Raggi attende i pareri legali

Stadio Roma, è il giorno della verità. Pallotta: "Un 'no' sarebbe una catastrofe"

Il vertice tra l'amministrazione comunale e la società giallorossa è in programma alle 17 in Campidoglio. Due le opzioni sul tavolo di Palazzo Senatorio: la realizzazione dell'impianto in altro luogo, in caso l'avvocatura capitolina dovesse risocntrare elementi di illeggitimità nella delibera; la prosecuzione delle trattative sul progetto attuale per trovare un punto di caduta su una riduzione netta delle cubature. Un no allo stadio a Tor di Valle potrebbe portare il patron della Roma a un clamoroso addio

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Salvo colpi di scena finali il giorno X per lo stadio della Roma è oggi. L'incontro tra l'amministrazione comunale e i proponenti, il dg della Roma Mauro Baldissoni e il costruttore Luca Parnasi, è in programma alle 17 in Campidoglio. Per tutta la giornata di ieri, i contatti tra le parti sono andati avanti per cercare una soluzione che eviti un epilogo a colpi di carte bollate, e i proponenti potrebbero presentarsi al tavolo con una nuova proposta.

Ad oggi sono ancora diverse le opzioni sul tavolo di Palazzo Senatorio. Per percorrere la strada dell'annullamento del pubblico interesse si attendono i pareri legali richiesti all'avvocatura capitolina: in caso questa riscontrasse profili di illegittimità nella delibera approvata dalla precedente amministrazione (la giunta Marino, ndr), parte del M5S è convinta si possa procedere senza incorrere in penali, proponendo parallelamente di realizzare l'impianto in un altro luogo. La seconda strada, probabilmente l'unica per non andare allo 'scontro' con i proponenti, è la prosecuzione delle trattative sul progetto attuale per trovare un punto di caduta su una riduzione netta delle cubature, una rimodulazione delle opere pubbliche richieste ed una riperimetrazione dell'area interessata a Tor di Valle.

"Lo stadio si farà, sono in corso riunioni tecniche per trovare le soluzioni per farlo", garantisce in giornata il deputato Carlo Sibilia. E Luigi Di Maio gli fa eco: "Il fatto che esista ancora una trattativa in corso con la Roma sulla questione stadio spiega che la decisione la prenderà il sindaco". Beppe Grillo, nella Capitale ormai da quattro giorni, rispedisce la palla nel campo comunale: "C'è un Ufficio dell'Urbanistica con gente in gambissima che presto darà delle risposte. Si discute sulla collocazione attualmente prevista in una zona a rischio idrogeologico. Nessuno dice di no, diciamo di sì, ma in una parte che non sia quella". A riguardo la posizione dei proponenti è stata netta e non cambia: "Dopo 5 anni di lavori su un progetto in stato avanzato di approvazione nel rispetto di leggi, regolamenti e delibere, non è in alcun modo ipotizzabile un sito alternativo a Tor Di Valle. L'area è sicura dal punto di vista idrogeologico".

E Pallotta potrebbe mollare tutto
Una "catastrofe" per Pallotta, un "disastro" per Ceferin. Lo stadio della Roma, con tutte le problematiche connesse all'iter per il definitivo via libera ai lavori, mette d'accordo il patron giallorosso e il n.1 dell'Uefa nel caso in cui dovesse arrivare una fumata nera. Punti di vista simili, ma con presupposti differenti: il massimo dirigente del calcio europeo e' interessato piu' che altro allo sviluppo delle infrastrutture in Italia, mentre per il tycoon di Boston un eventuale 'no' da parte del Comune alla costruzione dell'impianto metterebbe in discussione in toto i progetti finanziari immaginati sin dal primo giorno in cui ha rilevato il club di Trigoria.

Lo scenario peggiore per la Roma, ovviamente, sarebbe quello di una rottura totale con il Movimento 5 Stelle e di un addio allo stadio. In quel caso, Pallotta potrebbe rifarsi con una causa da 1 miliardo di euro - anche perche' da quando l'iter e' partito sono stati gia' sottoscritti contratti di finanziamento (in particolare con la banca d'affari Goldman Sachs) e stipulati accordi a lungo termine (col colosso mondiale Aeg) per i servizi relativi alla gestione, alla programmazione e all'operativita' del nuovo stadio - e decidere di rivedere il suo impegno nel club.

A paventare un clamoroso addio, senza troppi giri di parole, e' direttamente Luciano Spalletti. "Pallotta e' uno che viene a investire da un altro paese, a migliorarlo, a creare presupposti di crescita. Secondo me c'e' anche da aspettarsi che prenda e che vada via. Poi ci si accorgera' dopo di quello che abbiamo perso" sottolinea il tecnico, lanciando anche un interrogativo: "A vederla cosi' ci sono cose che non riesco a capire. Mi viene difficile pensare che sia cosi' dura trovarsi d'accordo per una cosa da cui ne trarranno tutti beneficio. A volte viene il dubbio: chi ha interesse a non farlo fare?".

Di certo, e' difficile pensare che Pallotta continui ad attingere ai fondi personali per far fronte alle esigenze di cassa della Roma (finora ha gia' versato 78 milioni di euro). L'alternativa al metter mano al portafogli ci sarebbe: continuare a vendere i pezzi pregiati della squadra realizzando quelle plusvalenze necessarie a far quadrare i conti. Oppure ricapitalizzare, cedendo una parte delle quote a un nuovo socio.