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ITALIA

Grasso: mafia vuole rialzare la testa, contrasto sia più forte

Mattarella, la strage di Capaci segnò l'avvio della riscossa morale

"Il maxiprocesso ha dimostrato come lo Stato sappia reagire - scrive il Capo dello Stato - Come gli anticorpi della mafia siano presenti nelle istituzioni e agiscano grazie all'opera di magistrati e di uomini delle forze dell'ordine" 

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"Un assassinio, a un tempo, che ha segnato la morte di valorosi servitori dello Stato, e l'avvio di una riscossa morale, l'apertura di un nuovo orizzonte di impegno grazie a ciò che si e' mosso nel Paese a partire da Palermo e dalla Sicilia, grazie alla risposta di uomini delle istituzioni, grazie al protagonismo di associazioni, di giovani, di appassionati educatori e testimoni". Così il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, nel messaggio per l'anniversario della strage.
 
Il messaggio del Capo dello Stato
Il 23 maggio è una data incancellabile per gli italiani. La memoria della strage di Capaci - a cui seguì la barbarie di via D'Amelio in una rapida quanto disumana sequela criminale - è iscritta con tratti forti nella storia della Repubblica e fa parte del nostro stesso senso civico. Un assassinio, a un tempo, che ha segnato la morte di valorosi servitori dello Stato, e l'avvio di una riscossa morale, l'apertura di un nuovo orizzonte di impegno grazie a ciò che si è mosso nel Paese a partire da Palermo e dalla Sicilia, grazie alla risposta di uomini delle istituzioni, grazie al protagonismo di associazioni, di giovani, di appassionati educatori e testimoni.

In questa giornata altamente simbolica desidero esprimere la mia vicinanza e la mia gratitudine a tutti voi presenti nell'aula bunker, a chi non si è mai scoraggiato nella battaglia contro le mafie, contro l'illegalità e contro la corruzione, a chi lo ha fatto a costo di sacrificio personale e a chi ha compreso il valore della cultura della legalità, che vive anzitutto nell'agire quotidiano.

Ringrazio, in particolare, Maria Falcone, dalla cui passione è scaturita una grande energia positiva, che contribuisce a sostenere reti di cittadinanza attiva e prosciugare così quel retroterra in cui la criminalità e il malaffare cercano di piantare le proprie radici.

Quest'anno ricorre il trentesimo anniversario del maxiprocesso ai vertici di Cosa Nostra, frutto di un lavoro di qualità, intelligenza, impegno straordinari, di cui Giovanni Falcone e Paolo Borsellino furono artefici essenziali. L'evidenza giudiziaria della mafia, e le numerose condanne sancite nelle sentenze, travolsero antiche omertà e ipocriti opportunismi, offrendo allo Stato e alla comprensione degli italiani quanto esplicito e intollerabile fosse l'attacco alla democrazia e alla convivenza. Il maxiprocesso fu una pietra angolare, premessa anche di quella mobilitazione delle coscienze che si manifestò dopo gli assassini di Falcone, di Borsellino, di Francesca Morvillo, degli uomini e delle donne delle scorte, Rocco Dicillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Agostino Catalano.

Il maxiprocesso ha dimostrato come lo Stato sappia reagire. Come gli anticorpi della mafia siano presenti nelle istituzioni e agiscano grazie all'opera di magistrati e di uomini delle forze dell'ordine. Il 23 maggio dello scorso anno, insieme a molti di voi, ho ascoltato alcune letture di studenti palermitani. Una di queste era una citazione di Giovanni Falcone: "la mafia non è affatto invincibile. Si può vincere non pretendendo l'eroismo da inermi cittadini ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni". E' questo il nostro obiettivo. Per realizzarlo occorre che la società sia viva, che la scuola aiuti a formare giovani cittadini attivi e responsabili, che la cultura sia un patrimonio accessibile e offra opportunità a  tutti, che lo sviluppo economico riduca e allarghi la forbice delle diseguaglianze e delle ingiustizie sociali. Il vostro impegno di oggi è una garanzia che questo percorso di riscossa contro le mafie proseguirà. Con questo spirito vi rivolgo il mio più cordiale saluto e augurio".

Renzi: memoria Falcone e Borsellino per ridare fiducia 
"Oggi è un giorno particolare per la storia e la nostra generazione: ci ricorda la terribile strage di Capaci. Dal punto di vista istituzionale e personale ricordo molto bene quei momenti, uno di quelli, nel mio piccolo, in cui decisi di fare giurisprudenza". Il premier Matteo Renzi ricorda che "se questo Paese è un po' più forte e libero lo deve a uomini come Falcone e Borsellino e nella loro memoria continua il nostro lavoro per combattere tutte le forme di mafia e dare fiducia agli italiani". 

Grasso: mafia "vuole rialzare testa, contrasto sia più forte" 
"Oggi dobbiamo contrastare ancora di più la mafia, in un momento  in cui cerca di alzare la testa e di fare sentire la sua presenza violenta. Ben venga questa nuova società civile, questi sindaci che tutti insieme hanno una nuova coscienza. Trent'anni fa abbiamo iniziato, questo è il risultato di trent'anni di lotta per la coscienza civile". Lo ha detto il presidente del Senato Piero Grasso, all'esterno dell'Aula bunker del carcere Ucciardone, dove ha ricordato i trent'anni dall'inizio del maxiprocesso e dopo essersi intrattenuto con i bambini e i ragazzi che hanno preso parte alle manifestazioni per il ventiquattresimo anniversario della strage di Capaci.

"L'agromafia e lo sfruttamento dei terreni - ha aggiunto anche riferimento al grave agguato nei Nebrodi - frutta quanto il traffico degli stupefacenti. E' ora che ciascuno paghi quello che spetta negli affitti dei pascoli e nessuno cerchi di avvantaggiarsi con una posizione di privilegio". 

Bindi: smascherare chi usa antimafia per altri interessi
"L'antimafia in difficolta'? Si reagisce smascherando chi ha usato l'antimafia per scopi diversi dalla lotta alla mafia e si reagisce rilanciando il vero movimento antimafia del quale c'è ancora molto bisogno, che è quello che combatte la mafia e non persegue altri interessi". Lo ha detto il presidente della Commissione Nazionale Antimafia Rosy Bindi a margine della cerimonia di commemorazione per il 24esimo anniversario della strage di Capaci presso l'aula bunker del
carcere dell'Ucciardone a Palermo.

Maria Falcone: grazie a questi giovani mafia avrà una fine 
"Incontrando spesso i giovani, posso dire che tanto è cambiato, anche grazie ai nostri insegnanti, e i ragazzi a poco a poco stanno creando una società diversa. La speranza è che finalmente si avverino le parole di Giovanni quando diceva 'la mafia è un fatto umano e avrà la sua fine'. Ecco perchè siamo qua, per fare memoria, ma per dare anche ai nostri giovani quei valori necessari per creare una società diversa". Lo ha detto nell'Aula Bunker dell'Ucciardone, a Palermo, la presidente della Fondazione Giovanni e Francesca Falcone, Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso dalla mafia nella strage di Capaci di 24 anni.