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MONDO

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Trump sfida l'Europa: "Usata dalla Germania per ottenere suoi scopi. Ha fatto bene Londra a uscire"

In un'intervista al britannico Times e al tedesco Bild il Presidente eletto ipotizza anche limitazioni per i cittadini europei che intendano viaggiare negli Stati Uniti. E spara a zero anche contro la Nato: "E' un'organizzazione obsoleta"

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Donald Trump e l'Europa, un rapporto che si sapeva non sarebbe stato facile ma che dalle prime interviste del Presidente eletto appare ancora pegiore delle peggiori previsioni. Con Trump che spara a zero sui pilastri di 70 anni di politica transatlantica, critica la Nato, critica l'Unione Europea e critca pesantemente la leader del paese leader in Europa, la cancelliera tedesca Angela Merkel.

"La Germania usa la UE come mezzo per raggiungere suoi scopi"
"L'unione europea rappresenta di base soltanto un mezzo per raggiungere gli obiettivi della Germania", dice Trump in un'intervista esclusiva a uno dei giornali più popolari in Germania, la Bild





"Errore catastrofico" di Merkel con accoglienza migranti
Angela Merkel ha commesso un "errore catastrofico" aprendo le porte del suo Paese ai migranti, dice ancora in quella intervista Trump.. "Credo che abbia fatto un errore catastrofico nel prendere tutti questi migranti illegali, prendere tutta questa gente da ovunque arrivasse", ha dichiarato il presidente americano eletto. Le conseguenze di questa politica di accoglienza "si sono fatte sentire molto chiaramente", ha aggiunto Donald Trump con un'allusione all'attacco terroristico della vigilia di Natale a Berlino. Per il presidente Usa, Berlino avrebbe fatto meglio a creare delle zone di esclusione aerea in Siria piuttosto che accogliere i rifugiati.

Contro il domininio tedesco ha fatto bene Londra a uscire dalla UE
Donald Trump ha anche accusato la Germania di dominare l'Unione europea. "Guardate l'Ue e vi ritrovate la Germania, è un grosso strumento per la Germania. E' la ragione per la quale credo che il Regno Unito abbia fatto bene ad uscirne", ha detto il presidente eletto. In ogni caso il miliardario americano ha detto di nutrire un "profondo rispetto" per la cancelliera tedesca "di gran lunga uno dei capi di governo più importanti". "La rispetto, l'apprezzo ma non la conosco, quindi non posso dire chi sosterrei" nel caso di elezioni politiche tedesche "nel caso dovessi sostenere qualcuno".


La Nato? "Organizzazione obsoleta
Per il presidente americano eletto Donald Trump è un'organizzazione "obsoleta". Nell'intervista alla Bild e al britannico Times, Trump rimprovera agli stati membri dell'Alleanza atlantica di non pagare la propria parte per la difesa comune e di appoggiarsi sugli Stati Uniti. "E' da lungo tempo che sostengo che la Nato ha dei problemi. In primo luogo che è obsoleta perché è stata concepita tanti e tanti anni fa", ha stimato il multimiliardario americano. "In secondo luogo, i paesi membri non pagano ciò che dovrebbero", ha aggiunto, riferendosi al fatto che solo pochi stati dell'Alleanza raggiungono il 2% del pil per le spese militari, che è l'obiettivo fissato dalla Nato nel 2014. "Noi dobbiamo proteggere questi Paesi, ma molti di questi non pagano quel che dovrebbero", ha detto il presidente eletto Usa, "e questo è molto ingiusto ei confronti degli Stati Uniti". 






Possibili limitazioni nei viaggi in Usa anche per gli europei 
Donald Trump manda un segnale anche al Vecchio Continente: i cittadini europei potrebbero essere interessati da alcune limitazioni per quel che riguarda i viaggi negli Stati Uniti. dice il presidente eletto nella sua prima intervista a un media britannico, il Sunday Times. Poi prevede: altri Paesi seguiranno l'esempio della Brexit e usciranno dall'Unione europea, e dà la colpa alle politiche migratorie europee, accusando la cancelliera tedesca Angela Merkel di aver fatto un "errore catastrofico" quando ha permesso l'ingresso di un milione di migranti in Germania.


Giornalisti sfrattati dalla Casa Bianca
Donald Trump sta pensando di sfrattare la stampa dalla Casa Bianca. E stando alle parole di Reince Priebus, nominato chief of the staff, i briefing quotidiani del portavoce potrebbero svolgersi fuori dalla residenza presidenziale.  I corrispondenti della Casa Bianca verrebbero infatti trasferiti dalla West Wing di Pennsylvania Avenue al vicino edifico dell'Old Executive Office.

Il primo a parlare della possibilità di un allontanamento dei giornalisti dalla Casa Bianca è stato il magazine Esquire.  La decisione sarebbe la diretta conseguenza dei rapporti sempre più tesi dall'inizio della campagna elettorale ad oggi tra il tycoon e la stampa. Tensioni culminate nel duro affondo di Trump nel corso della sua prima conferenza stampa da presidente eletto, quando ha accusato in particolare la Cnn di fabbricare 'false notizie' e il sito di informazione BuzzFeed di essere una discarica di spazzatura. Noti poi i rapporti tesissimi col Washington Post.  

Secondo alcune fonti del 'transition team' - scrive Esquire - sarebbe stato messo a punto un vero e proprio piano per smantellare le postazioni dei corrispondenti delle varie testate che da sempre si trovano accanto alla sala stampa della Casa Bianca. Tutti, dopo decenni, verrebbero ricollocati o nell'Old Executive Office Building oppure nel White House Conference Center.

Nessuna decisione, comunque, è ancora stata presa, ha affermato Sean Spicer, futuro portavoce della Casa Bianca, confermando che si è discusso della cosa anche se in termini logistici, visto che la sala stampa è considerata troppo piccola rispetto all'interesse suscitato da Trump. 

Trump: intelligence e media chiedano scusa
E a cinque giorni dal suo insediamento, Donald Trump torna ad attaccare le agenzie di intelligence e la stampa. I vertici dell'intelligence Usa "hanno compiuto un errore, e quando si sbaglia si dovrebbe chiedere scusa. Anche i media dovrebbero chiedere scusa", scrive su Twitter, tornando sulla vicenda della fuga di notizie sul dossier-scandalo in mano agli 007 che parla di informazioni compromettenti sul tycoon nelle mani di Mosca.  
Poco prima Trump aveva fatto riferimento alle parole di Bob Woodward, il giornalista investigativo che con Carl Bernstein fu autore dello scoop che portò allo scandalo del Watergate, e lo aveva ringraziato per aver definito il dossier-scandalo "un documento spazzatura che non avrebbe mai dovuto essere presentato".