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MONDO

L'annuncio all'indomani del referendum

Ucraina, i filorussi: no elezioni presidenziali nelle regioni separatiste

Una scelta, fanno sapere i leader filorussi delle regioni di Donetsk e Lugansk, dovuta all'esito plebiscitario del voto di ieri che ha visto stravincere i sì alla secessione da Kiev. E mentre Donetsk chiede a Mosca di valutare l'annessione della regione alla Russia, Lugansk si "accontenta" della federalizzazione dell'Ucraina

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Il voto a Lugansk (Epa)
Ucraina
All’indomani del referendum separatista nell’est dell’Ucraina, l'autoproclamato governatore della regione orientale e russofona di Donetsk, Denis Pushilin, ha annunciato che il 25 maggio non si terranno le elezioni presidenziali ucraine. Una scelta dovuta all'esito plebiscitario del voto di ieri (bollato come una farsa dall'Occidente) che ha visto stravincere i sì alla secessione da Kiev. Pushilin ha anche ribadito che non ci sarà un voto per chiedere l'annessione alla Russia, come quello del 16 marzo in Crimea. Sulla stessa linea i filorussi di Lugansk, altra regione dove ieri si è svolto il referendum separatista con la vittoria del sì. Anche loro, infatti, hanno annunciato che il 25 maggio non si terranno le presidenziali.
 
“Mosca valuti l’annessione di Donetsk”
Dai separatisti arriva anche un altro annuncio, sempre per bocca di Denis Pushilin, che ha chiesto alla Russia di valutare l'annessione della regione di Donetsk. "Sulla base della volontà popolare e del ripristino della giustizia storica, chiediamo alla Federazione russa di valutare l'assorbimento della repubblica popolare di Donetsk. Il popolo di Donetsk ha sempre fatto parte del mondo russo, per noi la storia della Russia è la nostra storia".

Per ora, però, il Cremlino ha invitato a "rispettare" l'esito della consultazione e ha auspicato l'avvio di un dialogo con Kiev, ma non si è spinto fino al riconoscimento dell'indipendenza.
 
A Donetsk evocata la richiesta dell’intervento di un contingente straniero
Pushilin ha aggiunto che si riserva il diritto di chiedere l'intervento di "una forza di peacekeeping" se la situazione della sicurezza nella regione - dove sono presenti le truppe di Kiev - dovesse deteriorasi. Pushilin non ha citato alcun Paese cui chiederebbe aiuto ma tutto farebbe pensare alla Russia.

Intanto l'autoproclamato sindaco separatista di Slaviansk, Vyacheslav Ponomaryov,
ha chiesto esplicitamente alle "truppe russe" oltre il confine di intervenire "per garantire la sicurezza e la stabilità della regione" di Donetsk. 

I filorussi di Lugansk favorevoli alla federalizzazione dell'Ucraina
A differenza dell'autoproclamata "Repubblica Popolare di Donetsk", che ha chiesto esplicitamente a Mosca di entrare a far parte della Federazione Russa, i 'cugini' separatisti della "Repubblica Popolare di Lugansk", sembrano accontentarsi dell'immediata federalizzazione dell'Ucraina. "Chiediamo che il governo centrale (di Kiev) ascolti la volontà espressa dal popolo ed immediatamente, come un atto d'emergenza, modifichi la Costituzione e lanci un processo di federalizzazione" dell'Ucraina. Lo ha chiesto il presidium del Consiglio di Lugansk in una dichiarazione inviata al Parlamento ucraino e ai mediatori delll'Osce. A Lugansk ritengono che trasformare l'Ucraina in una federazione di Stati indipendenti sia l'unica strada per salvare l'unità del Paese. "Altrimenti la responsabilità della disintegrazione del Paese sarà del governo centrale" prosegue il testo.