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MONDO

La crisi di Caracas

Venezuela in piazza contro Maduro. Leader dell'opposizione Guaidó si autoproclama presidente

Il passo del presidente dell'Assemblea nazionale: giura come successore di Maduro dopo che da Washington il presidente Usa si era detto pronto a riconoscerlo. Almeno 8 vittime alla vigilia della grande manifestazione di oggi

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Ore di tensione altissima a Caracas. Il leader dell'opposizione Juan Guaidó ha giurato come nuovo presidente durante la grande manifestazione organizzata contro il presidente Maduro nel giorno che ricorda la fine nel 1958 della dittatura di Pérez Jiménez. Sviluppi che arrivano dopo che da Washington si  erano fatti più insistenti i rumors di un riconoscimento da parte degli Stati Uniti di un eventuale presidente autoproclamato. Un invito raccolto dal capo dell'opposizione proprio nelle ore in cui anche Papa Francesco è atteso nel continente, per le Giornate della gioventù a Panamá.

Il giuramento di Guaidó
Guaidó si è proclamato "Presidente ad interim" del Paese mentre la Corte suprema ha ordinato l'apertura di un'inchiesta penale nei confronti della stessa Assemblea Nazionale, dove siede una maggioranza di oppositori del presidente Nicolás Maduro. "Giuro di assumere formalmente i poteri nazionali dell'esecutivo come presidente ad interim del Venezuela fino alla fine dell'usurpazione, la creazione di un governo di transizione e lo svolgimento di libere elezioni", ha annunciato Guaidó nel corso di una manifestazione alla quale hanno partecipato decine di migliaia di persone.

Il riconoscimento di Usa, Canada e Messico
Il presidente Usa, Donald Trump, riconosce Juan Guaidó presidente ad interim del Venezuela. Lo annuncia la Casa Bianca in una nota. Trump incoraggia inoltre gli altri governi occidentali a fare lo stesso. "Oggi riconosco ufficialmente il presidente dell'Assemblea nazionale venezuelana, Juan Guaidó, come presidente ad interim del Venezuela", recita la dichiarazione di Trump. "Nel suo ruolo di unica branca legittima del governo debitamente eletto dal popolo venezuelano, l'Assemblea nazionale ha invocato la Costituzione del Paese per dichiarare illegittimo Nicolas Maduro e quindi vacante la presidenza. Il popolo del Venezuela ha coraggiosamente detto la propria contro Maduro e il suo regime e ha chiesto libertà e Stato di diritto", prosegue l'inquilino della Casa Bianca, assicurando che continuerà a "usare appieno il peso del potere economico e diplomatico degli Stati Uniti per spingere per il ripristino della democrazia venezuelana".

L'invito agli Stati americani: "Seguitemi"
Poi Trump si rivolge agli altri Paesi: "Incoraggiamo altri governi dell'emisfero occidentale a riconoscere il presidente dell'Assemblea nazionale Guaidó come presidente ad interim del Venezuela e lavoreremo in modo costruttivo con loro a sostegno degli sforzi per ripristinare la legittimità costituzionale". Infine conclude: "Continuiamo a ritenere il regime illegittimo di Maduro direttamente responsabile di ogni minaccia possa porre alla sicurezza del popolo venezuelano. Come il presidente ad interim Guaidó ha rilevato ieri: 'La violenza è l'arma dell'usurpatore; abbiamo solo un'azione chiara: restare uniti e saldi per un Venezuela democratico e libero'". Poco dopo, anche il Canada e il Messico hanno annunciato di riconoscere il nuovo presidente, come i maggiori governi sudamericani.

Maduro a diplomatici Usa: avete 72 ore per lasciare il Paese
"Ho deciso di rompere le relazioni diplomatiche e politiche con il governo imperialista degli Stati Uniti", ha dichiarato il presidente venezuelano Maduro, parlando ai suoi sostenitori davanti al palazzo presidenziale Miraflores a Caracas. "Andatevene, dannazione", ha affermato Maduro dando ai diplomatici americani 72 ore per lasciare il Paese dopo che il presidente Donald Trump ha riconosciuto il leader dell'opposizione Juan Guaidó, che si è autoproclamato presidente ad interim.

Il riconoscimento dell'Osa
Il Segretario dell'Organizzazione degli Stati Americani (Osa), Luis Almagro, ha immediatamente riconosciuto il leader dell'opposizione venezuelana come presidente ad interim del Paese, dopo che il presidente del Parlamento ha giurato l'incarico nel corso di una manifestazione dell'opposizione a Caracas.

Argentina ricionosce Guaidó presidente
Il presidente dell'Argentina, Mauricio Macri, ha annunciato oggi che riconosce il leader del parlamento del Venezuela, Juan Guaidó, come "presidente in carica" del Venezuela."Voglio esprimere il mio sostegno per la decisione del presidente dell'Assemblea nazionale del Venezuela, Juan Guaidó, riconoscendolo come presidente responsabile di quel paese", ha scritto Macri nel suo account Twitter.
Macri ha dichiarato che il suo governo confida, "come gli altri Paesi del gruppo di Lima, che la decisione dell'Assemblea e del suo presidente porterà al ripristino della democrazia". Il capo dello Stato argentino ha affermato che il ripristino della democrazia deve avvenire "attraverso elezioni libere e trasparenti, con tutta la forza della Costituzione e la partecipazione dei leader dell'opposizione". "L'Argentina sosterrà tutti gli sforzi per ricostruire la democrazia venezuelana e il ripristino di condizioni di vita dignitose per tutti i suoi cittadini", ha aggiunto il presidente argentino.

Brasile e altri 4 Stati latinoamericani riconoscono subito Guaidó
I governi del Brasile, della Colombia, del Perú, dell'Ecuador e del Costa Rica hanno annunciato a Davos che riconoscono il presidente del Parlamento del Venezuela, Juan Guaidó, come "presidente del Venezuela". L'annuncio è stato fatto al termine di una riunione al Forum econonicio mondiale al quale hanno partecipato il presidente brasiliano Jair Bolsonaro, quello della Colombia Iván Duque, quello del Costa Rica Carlos Alvarado, quello dell'Ecuador Lenín Moreno, e la vicepresidente del Perú, Mercedes Aráoz.

Al contrario, il presidente della Bolivia, Evo Morales, si schiera con Maduro e non riconosce Guaidó alla guida del Paese. 

Il videomessaggio di Pence agli oppositori: "Siamo con voi"
Già ieri, alla vigilia delle proteste, gli Stati Uniti si erano apertamente schieraticon l'opposizione, con un videomessaggio del vicepresidente Mike Pence: "Siamo con voi. E lo saremo finché la democrazia sarà restaurata e recupererete il vostro diritto alla libertà". "In nome del presidente Donald Trump e di tutti gli americani, lasciatemi esprimere il deciso sostegno degli Stati Uniti al popolo del Venezuela che chiede libertà". "Maduro è un dittatore con un potere illegittimo. Non ha mai vinto elezioni libere e regolari e ha mantenuto il potere imprigionando chiunque osasse opporsi" ha detto Pence.

Tusk appoggia Guaidó: "Europa sostenga forze democratiche"
Donald Tusk appoggia Guaidó e lo fa via Twitter: "Spero che tutta l'Europa si unisca a sostegno delle forze democratiche #Venezuela". Il presidente del Consiglio europeo aggiunge che "a differenza di Maduro, l'Assemblea parlamentare, compreso Juan Guaidó ha un mandato democratico da parte dei cittadini venezuelani".

Morti negli scontri
Almeno otto persone sono morte durante gli scontri nelle proteste anti-governative esplose in Venezuela nelle ultime ore, come hanno confermato all'Efe fonti ufficiali.  Tra queste, sei le vittime registrati durante i disordini che si sono sviluppati nelle manifestazioni contro il presidente Maduro, mentre altre due persone sarebbero morte a est di Caracas "in episodi in cui non erano coinvolti funzionari dell'ordine pubblico", sui quali si sta già indagando. Intanto la Ong Foro penal venezolano (Fpv) ha segnalato 43 persone arrestate e "vari feriti" nelle proteste delle ultime 48 ore. 



Grande manifestazione, migliaia in piazza
Migliaia di venezuelani sono scesi in piazza in 23 Stati del Paese e a Caracas per protestare contro Maduro, mobilitati dall'opposizione, che non riconosce la legittimità del presidente.  La polizia ha lanciato gas lacrimogeni contro alcuni dei cortei.