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POLITICA

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Volontario e con tassazione differente, ecco come il governo immagina il Tfr in busta paga

Lo scoglio della contrarietà delle aziende verrebbe superato grazie all’intervento delle banche. Introiti per lo Stato tra 1,7 e 5,6 miliardi

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Matteo Renzi
Volontario, anticipato dalle banche e sottoposto ad una tassazione separata. Ecco come l’esecutivo immagina di trasferire il Tfr nelle buste paga dei lavoratori. Un’idea fortemente caldeggiata dal premier Matteo Renzi, che la vorrebbe vedere realizzata nel più breve tempo possibile e che porterebbe nelle casse dello Stato tra 1 e 5 miliardi di nuove entrate, ma che non ha suscitato l’entusiasmo dei diretti interessati ed in particolare delle aziende.

E proprio per trovare una sintesi tra le richieste e i dubbi di sindacati ed aziende, il governo avrebbe messo a punto una formula in grado forse di far accettare la novità a tutti.

Adesione assolutamente volontaria
Il primo, fondamentale criterio che l’esecutivo ha in mente, è quello della volontarietà. Saranno cioè solo i lavoratori che ne faranno richiesta a ricevere l’anticipo di trattamento di fine rapporto nelle busta paga. E potranno i lavoratori anche decidere se ricevere l’importo “extra” in un’unica soluzione, probabilmente a febbraio, o se invece spalmarlo lungo le 12 mensilità. Una misura, quella della volontarietà, pensata soprattutto per venire incontro alle richieste dei sindacati.

Tassazione separata
Per i lavoratori, con l’aumento del reddito, non ci sarebbe alcun passaggio all’aliquota Irpef superiore. Resterebbe infatti la tassazione separata prevista per il Tfr che esiste oggi anche con l’entrata di questo nelle buste paga.

Fondi dalle banche
Per le imprese, che di fatto godono di un prestito da parte dei lavoratori, l’operazione sarà neutra con un meccanismo di anticipazione e traslazione del credito maturato dai lavoratori dalle imprese alle banche. Per le aziende non dovrebbe quindi cambiare sostanzialmente nulla. E questo aspetto smonta l’opposizione delle associazioni delle imprese, dalla Confindustria ai rappresentanti di commercianti e artigiani. Perché nel meccanismo suggerito dai tecnici di palazzo Chigi, l’erogazione verrebbe finanziata da un apposito "Fondo anticipo Tfr" (Fatfr) costituito dalle banche e dalla Cassa depositi e prestiti (Cdp), oppure solo dalle banche previo accordo con l’Abi, l’Associazione degli istituti di credito. Il Fondo, tra l’altro, potrebbe "approvvigionarsi sul mercato finanziario e attingere direttamente alle risorse della Banca centrale europea (Bce)".

Allo Stato tra 1 e 5mld
Per le casse dello Stato di prospettano nuove entrare: da un minimo di 1,7 miliardi a un massimo di 5,6 miliardi nel caso aderissero tutti i lavoratori.
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