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MONDO

Londra

Westminster vota per la terza volta l'accordo sulla Brexit, May rischia un' altra umiliazione

Ultime battute per la premier britannica, che fino all'ultimo sta cercando di salvare l'intesa raggiunta con Bruxelles. Intanto, ex laburisti ed ex tories pro Ue fondano il nuovo partito "Change Uk"

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Ultime battute per la premier britannica Theresa May che fino all'ultimo sta cercando di salvare il suo accordo per la Brexit. L'avvocato del governo britannico, Geoffrey Cox, ha aperto il dibattito a Westminster sul piano per la Brexit, l'accordo di divorzio dall'Ue, siglato dalla premier con Bruxelles. Il voto, che curiosamente avviene nel giorno in cui il Paese aveva previsto di materializzare l'uscita vera e propria, è atteso intorno alle 14:30 ora locale (le 15:30 in Italia). E il negoziato della May per cercare di convincere i ribelli va avanti senza sosta.

May: ultima chance per la Brexit, pronta a dimettermi
Il voto di oggi "è l'ultima opportunità" per assicurare la Brexit, ha detto la premier lanciando un estremo appello alla Camera dei Comuni, rivolto al suo partito e trasversalmente ai deputati di tutti i gruppi, prima del verdetto sul suo accordodi divorzio dall'Ue. May ha poi ribadito di essere prona a dimettersi "prima di quanto avessi previsto" pur di facilitare l'approvazione dell'accordo, non senza ricordare che anche con le sue dimissioni i numeri nel Parlamento "non cambieranno".

Stavolta al voto solo l'accordo di ritiro
I deputati voteranno per la terza volta sul piano May, ma stavolta il governo sottopone al voto solo l'accordo di ritiro (e non la dichiarazione politica) per poter accedere, in caso venga approvato, alla proroga della Brexit accettata dall'Ue per il prossimo 22 maggio. May ha promesso di dimettersi qualora riesca finalmente a far approvare il suo piano (gia' bocciato due volte, a gennaio e marzo).

In caso l'accordo non sia accettato, allora la proroga terminera' nella notte dell'11 aprile, ha ricordato Cox; e il Regno Unito avra' tempo fino all'alba del 12 aprile per poter chiedere un nuovo slittamento, in modo da poter continuare i negoziati nel tentativo di ottenere un piano diverso o ritirarsi senza accordo alcuno.

Il documento di ritiro, 585 pagine, insieme alla dichiarazione politica che fissa a grandi linee la futura relazione bilaterale è stata già bocciata a stragrande maggioranza due volte. L'avvocato dello Stato ha chiesto ai deputati di approvare l'accordo per dare certezza alle migliaia di imprese e ai milioni di cittadini che vivono nel Paese e ai britannici che risiedono nell'Ue. "E' il 29 marzo", ha ricordato, "il giorno in cui quest'aula alcuni anni fa decise che avremmo dovuto lasciare l'Unione Europea. Eppure, oggi siamo dove siamo. Questa è l'ultima opportunità per approfittare dei nostri diritti", ha detto Cox, invitando i deputati a compiere lo storico passo, mettendo fine a 46 anni di appartenenza all'Ue. 

La possibilità che l'accordo passi è remota
La possibilità che l'accordo sia approvato è comunque remota. Di fronte all'evidenza che la maggioranza del Parlamento si oppone a un'uscita no deal, molti conservatori euroscettici si sono rassegnati nei giorni scorsi ad approvare un accordo che non li soddisfa piuttosto che rischiare una Brexit a metà o un secondo referendum, che potrebbe addirittura mandare all'aria l'intero processo. Ma probabilmente non basterà, perché diversi deputati Tory euroscettici (secondo i media britannici, almeno 25 conservatori ribelli) e gli unionisti nordirlanedsi del Dup hanno già detto che non lo sosterranno per il problema del backstop, il meccanismo pensato per salvaguardare la frontiera tra le due Irlande. Si prevede che voteranno contro un accordo ritenuto dannoso per l'economia l'opposizione di centro e laburista.

Ex laburisti ed ex tories pro Ue fondano il nuovo partito "Change Uk"
Nel giorno in cui la Gran Bretagna  avrebbe dovuto lasciare la Ue, e invece si vota ai Comuni per la   terza volta l'accordo di Theresa May per la Brexit, un gruppo di deputati centristi e pro Ue fuoriusciti sia dal Labour sia dai Tories  ha presentato la registrazione di un nuovo partito, Change Uk.  Si tratta di otto ex laburisti ed tre ex conservatori che formano   attualmente il gruppo indipendente e che ora si vogliono registrare come partito "per poter candidarsi se vi saranno le elezioni europee  come risultato di una estensione dell'articolo 50", hanno detto con  quello che suona come un auspicio da parte dei deputati anti-Brexit.  "Speriamo di scuotere il sistema bipartitico ed offrire alla gente un'alternativa che possa cambiare in meglio il nostro Paese", hanno aggiunto i deputati che al momento hanno scelta l'ex tories Heidi Allen come leader. Mentre Chucka Umunna, uno dei fuoriusciti laburisti, sottolinea come dal mese scorso il gruppo sia "sommerso dal  sostegno da parte del pubblico".

Ue: l'accordo di ritiro basta per l'uscita dall'Unione
"L'accordo di ritiro negoziato da   entrambe le parti è sia necessario che sufficiente per assicurare un   ritiro ordinato del Regno Unito dall'Ue". Lo precisa il portavoce capo della Commissione Europea Margaritis Schinas, durante il briefing con la stampa a Bruxelles. "L'accordo di ritiro, naturalmente, deve essere  ratificato da entrambe le parti per entrare in vigore e in varie parti tiene conto degli orientamenti concordati tra l'Ue e il Regno Unito per la relazione futura", orientamenti che fanno parte della dichiarazione politica.  La Camera dei Comuni dovrebbe votare oggi pomeriggio sull'accordo di   ritiro; se venisse approvato, la Brexit sarebbe rinviata fino al 22 maggio. In caso contrario, l'estensione sarebbe fino al prossimo 12 aprile, data entro la quale i britannici dovrebbero indicare che cosa   intendono fare; un Consiglio Europeo straordinario potrebbe essere convocato a Bruxelles nei giorni compresi tra l'8 e il 12 aprile.

E mentre il Parlamento vota, in piazza a Londra marciano i pro Brexit. C'è la "March to leave"
Intanto, è in corso una manifestazione, dinanzi al Parlamento, del movimento euroscettico Leave Means Leave, irritato per il ritardo della data di uscita.