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MONDO

Summit a Sharm el Sheikh

Yemen, la Lega araba crea una forza militare congiunta

Quarto giorno di raid che mirano ora a eliminare missili scud

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In fuga da Sana'a (LaPresse)
I 22 paesi della Lega araba riuniti nel summit di Sharm el Sheikh hanno deciso di creare una forza militare congiunta per contrastare le minacce alla sicurezza regionale, e combattere "gruppi terroristici". Una sorta di 'Alleanza Atlantica' sunnita, ha annunciato il presidente egiziano ed ospite di casa Abdel Fattah al Sisi. 

"I leader arabi hanno deciso di concordare, in linea di principio, sulla formazione di una forza militare araba congiunta", ha detto Sisi, aggiungendo che il prossimo mese si terrà un nuovo summit in cui saranno definiti i termini dettagliati per la formazione di questa forza congiunta. Vertice cui parteciperanno non solo i leader arabi ma anche i vertici militari delle rispettive forze armate. 

L'intervento militare guidato dall'Arabia Saudita in Yemen continuerà finchè non saranno raggiunti tutti gli obiettivi: la sconfitta dei ribelli sciiti Houthi e la restaurazione della pace nel paese. Sono le parole del re saudita Salman bin Abdulaziz al vertice della Lega araba, in corso a Sharm el Sheikh. Il monarca ha precisato che il Consiglio di cooperazione del Golfo ha risposto con la missione "Decisive Storm" a "una richiesta di intervento" del presidente yemenita Abd Rabbo Mansour Hadi dopo che i ribelli Houthi si erano "rifiutati di discutere della crisi in Yemen a Riad". 


Continuano i raid
Riad ha annunciato di aver distrutto tutti i caccia rimasti all'aeronautica yemenita; i ribelli hanno abbandonato le basi aeree, mentre gli attacchi, giunti al quarto giorno, mirano ora alle postazioni di missili scud.
Intanto navi da guerra saudite hanno evacuato decine di diplomatici stranieri da Aden, la città meridionale da cui nei giorni scorsi era fuggito il presidente Abed Rabbo Mansour Hadi di fronte all'avanzata dei ribelli sciiti Houthi. 

Hadi: "Ribelli marionette dell'Iran"
Dall'Egitto, dove si è rifugiato, arriva l'accusa del presidente Hadi: "Houthi sono marionette in mano all'Iran" ed esorta gli yemeniti a scendere in piazza per imporre il suo ritorno. Stessa accusa, però più velata, arriva anche dal presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi e dall'emiro del Kuwait Sabah IV: c'è l'Iran, lasciano intendere nei loro discorsi, dietro al colpo di stato.

Avanzata Houti verso confine con Arabia Saudita
Gli Houthi, che controllano la capitale Sana'a, continuano ad avanzare su due fronti: verso i confini sauditi e sul mar arabico dove avrebbero occupato il porto di Shaqra, cento km a est di Aden. Le milizie sciite Houthi e le brigate dell'esercito yemenita fedeli all'ex presidente Ali Abdullah Saleh sarebbero riuscite a entrare in territorio saudita. Le incursioni avrebbero avuto luogo in particolare nelle regioni sud-occidentali di Jizan, Asir e Najran.