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MONDO

Lunga trattativa con i libici, 'ma solo mercoledì i corpi a Roma'

Libia. Slitta l'arrivo delle salme. Governo libico: uccisi con un colpo alla nuca

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Dovrebbero rientrare oggi in Italia, dopo una lunga serie di ritardi e intoppi, le salme di Salvatore Failla e Fausto Piano, i due  tecnici italiani presi in ostaggio e uccisi in Libia durante un trasferimento. Al momento i corpi si trovano a Tripoli a disposizione delle autorità locali. Sulla ancora confusa dinamica dei fatti indaga la Procura di Roma e qui, presso l'Istituto Legale del Policlinico Gemelli, dovrebbe essere eseguita l'autopsia subito dopo l'arrivo delle salme in Italia.  

Intanto il ministro degli esteri del governo di Tripoli, Ali Abuzaakouk, in un'intervista al Messaggero ha affermato che "I due italiani deceduti, e vedrete che l'autopsia confermerà la nostra versione, sono stati uccisi con un colpo alla nuca. Quindi è stata un'esecuzione a sangue freddo compiuta da criminali tunisini che non hanno nulla a che fare con l'Islam. Queste sono le informazioni che abbiamo, ora cercheremo di capire perché lo hanno fatto. Nel frattempo facciamo le nostre condoglianze più sentite alle famiglie e speriamo che non si verifichi mai più una cosa del genere".     

Parlando della lotta all'Isis, "combattere lo Stato islamico è la nostra priorità. Accetteremo la cooperazione degli altri Paesi in termini di aiuti logistici, armamenti, munizioni. Questo vuol dire lavorare insieme per eliminare l'Isis dalla Libia, in modo che non possa colpire i nostri Paesi confinanti o l'Europa", dice il ministro. Tuttavia "se qualcuno proverà a colpire il nostro Paese senza permesso, il suo gesto verrà considerato un atto di aggressione e una violazione della nostra sovranità nazionale".   

Sulla presenza in Libia di forze europee di intelligence, "la nostra politica è quella di non avere stranieri armati in Libia. L' unico caso sono forze presenti con il generale Haftar in Cirenaica. Non rifiutiamo un lavoro comune di intelligence per combattere l'Isis, ma la nostra politica sull'argomento è chiara: ufficialmente non abbiamo nessuna forza militare straniera e lo sottolineo, militare", dichiara Abuzaakouk.  


Sembra però che 007 e diplomatici italiani, al termine di faticose trattative, abbiano raggiunto l'obiettivo di evitare l'autopsia a Tripoli, così da fare in Italia - oggi o appena sarà possibile - l'esame considerato fondamentale dalla Procura di Roma che indaga per far luce sull'ancora confusa dinamica dei fatti.

La procura romana ha affidato all'Istituto di medicina legale del Policlinico Gemelli l'autopsia. I due corpi saranno sottoposti ad accertamento radiologico e alla Tac, esami considerati utili per individuare la tipologia e la traiettoria dei proiettili e chiarire quanto accaduto al di là delle varie versioni filtrate da Sabrata. Inutile dire che il momento non è dei migliori per ottenere qualcosa dalla Libia. Mentre imperversano i 'rumors' su possibili interventi militari nel Paese nordafricano e oggi è arrivata una nuova fumata nera da Tobruk sul sì al Governo di unità nazionale, l'esecutivo 'rivale' di Tripoli non manca di usare ogni elemento per far pesare il suo ruolo e ottenere riconoscimenti politici da parte della comunità internazionale occidentale, Italia compresa, che si è dall'inizio schierata con Tobruk. Ecco, quindi, che anche una vicenda come quella degli ostaggi italiani finisce in un gioco più grande da affrontare evitando cedimenti, ma anche bracci di ferro. Il punto di equilibrio è sottile: il ritorno dei due ostaggi vivi è stato più veloce di quanto temuto, ma gli ostacoli sono stati poi messi sulla consegna delle salme. E non c'è solo Tripoli da considerare, ma anche l'autorità di Sabrata, le cui milizie hanno sferrato l'attacco ai sequestratori che ha causato anche la morte di Piano e Failla. Una concatenazione di autorità, interessi e richieste che continua a ritardare il rientro dei corpi. Fino ad arrivare allo slittamento di stasera, quando sembrava ormai tutto fatto per il rimpatrio, tanto che - a quanto si apprende - le autorità tripoline si sono fatte fotografare con gli italiani al momento della consegna per 'dimostrare la loro amicizia' con Roma.    

Non sono mancate, come sempre avviene, le polemiche sull'ipotesi che sia stato pagato un riscatto. La posizione ufficiale italiana è che non ci sia stato alcun pagamento. Naturalmente, come per ogni rapimento, si cerca di avviare una trattativa con chi ha in mano gli ostaggi ed il punto di partenza sono di norma le sue richieste. Che possono essere denaro, ma non solo. Come è stato sperimentato negli ultimi giorni.