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ITALIA

Indagine Demoskopica

La metà degli italiani rinuncia alle vacanze: il 25% ha paura del virus, il 16% non ha i soldi

Tra le mete italiane più gettonate Sicilia, Toscana e Umbria. Ben 4 italiani su 10 optano per soluzioni ricettive ritenute "più sicure": appartamento preso in affitto (18,9%), casa di proprietà della famiglia (17,4%) oppure ospite di parenti o amici (5,2%)

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Nell'estate del Covid-19 il 49% degli italiani rinuncerà alle vacanze e una buona fetta lo farà per  motivi economici.E, tra quanti hanno deciso di concedersi una vacanza, solo il 5% ha prenotato. E' quanto emerge dall'indagine realizzata da Demoskopika che l'ANSA anticipa in esclusiva.  Le rinunce, i n primo luogo perché, "pur volendo", i cittadini hanno ancora timore a viaggiare (24,9%). L'8,7% del campione intervistato ha "già rinunciato, al di là del Coronavirus" ma colpisce il 15,3% del campione intervistato che non ha programmato la villeggiatura con la famiglia dichiarando di "non avere le possibilità economiche". Si tratta di quasi 8 milioni di italiani rinunciatari per "cause di forza maggiore" principalmente tra le categorie dei lavoratori autonomi (21,4%) in misura doppia rispetto ai lavoratori dipendenti (12,7%). Tra le categorie più "sofferenti" figurano gli artigiani, i commercianti, i disoccupati e gli operai e, infine - come era prevedibile - chi possiede un reddito basso (19%), rispetto a chi ha palesato una condizione economica decisamente migliore (5,3%).
 
 
La Sicilia, insieme a Toscana e Puglia, si colloca sul podio delle destinazioni più gettonate da chi ha dichiarato di trascorrere una vacanza in Italia (92,3%). Appena il 7.8%, al contrario, ha in programma un viaggio fuori dai confini nazionali. Ben 4 su 10 optano per soluzioni ricettive ritenute "più sicure": appartamento preso in affitto (18,9%), casa di proprietà della famiglia (17,4%) oppure ospite di parenti o amici (5,2%).
 
L''indagine realizzata da Demoskopika per conto del Comune di Siena ha coinvolto un campione di 1.539 cittadini intervistati. "Il turista post Covid-19 - spiega il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio - ha voglia di villeggiare quasi esclusivamente in Italia e in totale sicurezza. L'epidemia sanitaria non poteva non ripercuotersi inevitabilmente anche sui consumi turistici. In questo quadro, saranno premiate quelle destinazioni turistiche che meglio sapranno interpretare i desiderata del mercato autoctono".
 
"Rilevare l'opinione degli italiani - commenta l'assessore al turismo del Comune di Siena, Alberto Tirelli - rappresenta uno strumento fondamentale per assumere un  piano di azioni maggiormente consapevole in direzione di un rilancio concreto e più incisivo del comparto turistico”.

Codacons: vacanze saranno all'insegna de rincari
"L'indagine Demoskopika conferma il monitoraggio realizzato la settimana scorsa dal Codacons, che affermava come solo il 51% degli italiani si sarebbe concesso quest'anno una vacanza". E' quanto commenta l'associazione di consumatori aggiungendo che queste vacanze saranno "all'insegna dei rincari".

"Poco più di 30 milioni di italiani andrà questa estate in villeggiatura, con una riduzione di circa il -23% rispetto al 2019, quando il numero di persone che si concesse una villeggiatura fu di oltre 39 milioni. Anche il nostro monitoraggio vede Puglia e Sicilia in testa alla classifica delle mete più gettonate, con una crescita della montagna (Trentino in testa) rispetto agli ultimi anni", si legge.

Il "distanziamento sociale presso spiagge, strutture ricettive e locali pubblici comporterà una forte riduzione del numero di clienti giornaliero, mentre l'obbligo di sanificazione e le altre misure di sicurezza su mezzi di trasporto come aerei e traghetti e presso gli esercizi aperti al pubblico ridurrà i guadagni per società ed esercenti ed imporrà nuovi costi a loro carico. Una situazione che, inevitabilmente, comporterà un incremento dei listini in tutto il settore (dagli alberghi alle case vacanza, passando per lidi, aerei, traghetti, ristoranti, ecc.), al punto che una vacanza di 10 giorni, secondo il Codacons, arriverà a costare complessivamente fino al +20% in più rispetto allo scorso anno, passando da una spesa pro capite media di 736 euro del 2019 agli 883 euro del 2020", conclude l'associazione.