Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/obama-isis-kayla-riscatti-terrorismo-dba53a7b-4ec0-4b51-a17a-f34f41bf71f1.html | rainews/live/ | true
MONDO

Terrorismo

Dopo la morte di Kayla, parla Obama: "Ho il cuore spezzato, ma non paghiamo riscatti"

Il presidente ribadisce la massima fermezza anche dopo l'uccisione dell'ostaggio americana: "Tentammo di liberarla". Polemica per una frase sull'attacco al negozio kosher di Parigi

Condividi
Il cuore di Barack Obama è "spezzato", assicura il presidente, per la fine della giovane Kayla. Ma la linea sugli ostaggi americani in mano ai terroristi, Isis in testa, resta quella della massima fermezza: "Gli Stati Uniti non pagano i riscatti". Punto e basta. In una lunga intervista rilasciata al sito BuzzFeed, il presidente si dice straziato per la morte della la giovane cooperante  in mano ai jihadisti dell'Isis. "Dire alle famiglie che gli Usa non pagano i riscatti è la cosa più dura che abbia mai fatto. Ma questo è un punto fermo della nostra politica".

"Non paghiamo riscatti"
"La ragione - spiega Obama - è che se cominciassimo a farlo non solo finanzieremmo il massacro di persone innocenti, ma rafforzeremmo la loro organizzazione e di fatto renderemmo gli americani ancor di più un bersaglio di futuri rapimenti". E pazienza se invece altri Paesi europei i riscatti li pagano: una politica che la Casa Bianca ufficialmente non ha mai condiviso e non condividerà mai, in sintonia con il Regno Unito. Obama si difende con forza quindi da chi lo accusa di non fare abbastanza per salvare gli ostaggi americani: "Non è vero, non penso sia una cosa corretta dire che il governo non fa tutto quello che può. Noi dedichiamo e abbiamo dedicato enormi risorse  per liberare i prigionieri o gli ostaggi ovunque nel mondo", rivendica il presidente.

Il fallito blitz
Rivelando come Kayla era fra gli ostaggi che gli Stati Uniti tentarono di liberare la scorsa estate con un blitz in Siria, operazione che però fallì. "Probabilmente non ci riuscimmo per un giorno o due", si rammarica. Un episodio, quello ricordato da Obama, riconducibile al fallito blitz delle forze speciali Usa la scorsa estate presso una raffineria nel nord della Siria. Intanto fa però discutere un'altra intervista rilasciata dal presidente: quella al sito Vox, in cui nel descrivere l'attentato al supermercato kosher di Parigi, lo stesso giorno dell'attacco a Charlie Hebdo, Obama evita di parlare di atto antisemita. Ma di un terrorista che ha sparato a caso su un gruppo di persone. Frase che ha creato qualche imbarazzo e che ha costretto la Casa Bianca a difendersi.   

La polemica sull'attacco di Parigi
"Il presidente ha voluto dire che in quel negozio c'erano anche altre persone non della comunità ebraica", si è affrettato a precisare il suo portavoce Josh Earnst. Tuttavia, anche la portavoce del dipartimento di Stato, Jennifer Psaki, si è rifiutata di definire antisemita l'attacco. E la polemica con settori della comunità ebraica sembra destinata a montare.