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MONDO

Gli amici: occhiali e droga non sono di Giulio

Caso Regeni, la famiglia: "Infamanti depistaggi". Pm Roma: ricostruire iter scoperta documenti

I genitori del giovane ricercatore torturato e ucciso: "Feriti e amareggiati dall'ennesimo tentativo di depistaggio". "L'ennesima versione dei fatti sull'omicidio di Giulio Regeni è coraggiante e getta un'ombra sul rigore delle indagini svolte in Egitto", scrive, in un tweet, la presidente della Camera Laura Boldrini.

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Non convince la versione dell'Egitto sul caso Regeni. Il ministro Orlando dice: "Il governo italiano vuole la verità, non dei surrogati". L'avvocato della famiglia Regeni, Alessandra Ballerini, ai microfoni di Radio 1 Rai, ha dichiarato lo "sgomento" dei genitori di Giulio e "credo dell'Italia intera", rispetto agli "infamanti depistaggi che si susseguono in questi giorni". 

E inquirenti e investigatori romani chiederanno alla polizia egiziana di ricostruire ed approfondire l'iter che ha portato i documenti di Giulio Regeni nella disponibilità della persona presso la quale sono stati trovati. Lo faranno nell'incontro che si terrà a Roma il 5 aprile così come concordato in occasione della trasferta al Cairo del procuratore Giuseppe Pignatone e del sostituto Sergio Colaiocco. Gli inquirenti hanno accertato come 'non riconducibile' a Regeni lo zainetto mostrato alla tv egiziana.

I magistrati di piazzale Clodio, in particolare, vogliono scoprire da chi e attraverso quale canale i documenti del ricercatore universitario (passaporto, due tesserini universitari e il bancomat, mentre gli altri oggetti mostrati in televisione, a cominciare dallo zainetto con lo stemma dell'Italia, non sono considerati riconducibili a Giulio) sono arrivati nell'abitazione della parente di uno degli uomini indicato dagli egiziani come sequestratore.

Chi indaga a Roma, inoltre, è sempre in attesa, come ricordato ieri dallo stesso Pignatone, della documentazione completa relativa agli accertamenti eseguiti al Cairo, considerato che il materiale finora consegnato risulta parziale.

"L'ennesima versione dei fatti sull'omicidio di Giulio Regeni è coraggiante e getta un'ombra sul rigore delle indagini svolte in Egitto", scrive, in un tweet, la presidente della Camera Laura Boldrini.

Due mesi dopo la scomparsa del ricercatore italiano, i suoi amici al Cairo sono ancora choc. "Cerco di non pensarci", commenta al telefono con il Corriere della Sera Mohammed el Sayed, giovane avvocato che divideva con Regeni e con un’insegnante tedesca l’appartamento di Dokki. Mohammed non riconosce la borsa rossa in cui erano contenuti i documenti del coinquilino presentata ieri dalla polizia, ma sottolinea pure che non entrava nella sua stanza e non sa che accessori avesse. «L’unica cosa certa è che non fumava droga", aggiunge a proposito dei 15 grammi di hashish trovati insieme ai documenti. "Io posso dire che gli occhiali da sole ritrovati non sono i suoi», ci dice invece Amr Asaad, altro amico di Giulio.

Fonti di palazzo Chigi intanto esprimono pieno sostegno e apprezzamento al lavoro di indagine svolto dalla procura di Roma guidata dal dottor Pignatone sulla dolorosa vicenda della morte di Giulio Regeni. L'Italia - proseguono le stesse fonti - non si accontenterà mai di niente di meno della verità, di tutta la verità. Le stesse fonti confermano che i contatti diretti tra la presidenza del consiglio, nella persone del presidenza Matteo Renzi, e la famiglia Regeni sono continui e diretti, ancora oggi.  

I genitori di Giulio Regeni, in un comunicato inviato tramite l'avvocato di famiglia Alessandra Ballerini, si dicono "feriti ed amareggiati dall'ennesimo tentativo di depistaggio da parte delle autorità egiziane" sulla barbara uccisione di loro figlio Giulio che, esattamente due mesi fa, veniva rapito al Cairo e poi fatto ritrovare cadavere dopo otto giorni di tortura. "Siamo certi - aggiungono - della fermezza con la quale saprà reagire il nostro Governo a questa oltraggiosa messa in scena che peraltro e' costata la vita a cinque persone", "così come sappiamo che le istituzioni, la nostra procura ed i singoli cittadini non ci lasceranno soli a chiedere ed esigere verità". "Lo si deve non solo a Giulio - concludono - ma alla dignità di questo Paese".