Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/strage-Ravanusa-sette-vittime-e-due-dispersi.-Controlli-sulla-rete-del-gas-f3d14fea-2242-409b-a670-574f35ea5a4a.html | rainews/live/ | true
ITALIA

Due i sopravvissuti

Ravanusa, sette vittime e due dispersi. Controlli sulla rete del gas

A 36 ore dall'esplosione per una fuga di gas, si continua a scavare. Localizzata l'area dove "probabilmente" si trovano i due dispersi. Da un'indagine del 2014 emerge che la rete agrigentina del gas presentava situazioni di rischio. Italgas: "Irregolarità sanate laddove necessario"

Condividi
Si continua a scavare sotto quel che resta delle palazzine sbriciolate dalla furia dell'esplosione. Si continua a scavare e a sperare che le ultime due persone ancora assenti all'appello: nessuna traccia finora di Calogero e Giuseppe Carmina, di 88 e 59 anni, padre e figlio.

Ci credono i vigili del fuoco che da oltre 30 ore continuano a cercare. È stata localizzata l'area dove probabilmente "si trovano" i dispersi ed è proprio lì che sono state concentrate le ricerche.

Intanto, a 36 ore dall'esplosione di gas a Ravanusa, sale a sette il bilancio delle vittime della tragedia. E adesso si cerca con forza di capire i perché della tragedia.

Cinque giorni prima della strage di Ravanusa c'è stato un intervento di manutenzione ordinaria sull'impianto della rete di metano che non aveva evidenziato alcuna criticità. È quanto hanno accertato i carabinieri che ora dovranno acquisire il verbale d'intervento per verificare chi abbia materialmente eseguito il collaudo e se sia stato fatto a regola d'arte. 

Le indagini
Il colonnello Vittorio Stingo, comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento, ha detto che l'impianto cittadino di distribuzione del metano a Ravanusa "è frequentemente sottoposto a controllo in quanto vetusto e lo è stato anche cinque giorni fa". Si è trattato di un controllo di manutenzione ordinaria e non straordinaria, da cui non sono emerse criticità. Dovremo valutare la modalità di questo controllo", ha spiegato, aggiungendo che "non ci risultano segnalazioni recenti relative a presunte perdite di gas, nè a noi, nè alla società che gestisce l'impianto".

Nelle prossime ore gli investigatori acquisiranno il verbale di quel controllo e sentiranno chi lo ha effettuato per conto di Italgas. Per tutta la giornata di ieri sono invece stati ascoltati decine di abitanti della zona e anche i tecnici per cercare riscontri alla voce, sostenuta anche da un consigliere comunale, in base alla quale nei giorni scorsi si sarebbe sentito un odore di gas proprio nella zona in cui poi c'è stata l'esplosione.   

"Allo stato - ha però ribadito il comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento Vittorio Stingo - nessuno ha confermato l'ipotesi di un odore di gas nei giorni scorsi. Non ci sono state segnalazioni né a noi né all'Italgas né all'amministrazione comunale. In ogni caso continueremo a fare tutti gli accertamenti necessari per verificare questa voce".    Quanto alle cause che hanno provocato l'accumulo di gas nel sottosuolo, il colonnello ha sottolineato che al momento non è possibile stabilirle. "Potrebbe essere stata una frana, questa è una zona con una elevata fragilità idrogeologica, ma non è escluso neanche che ci possa essere una cavità sotterranea naturale. Non lo sappiamo ancora, lo potremo verificare quando saranno rimosse le macerie". 

"Sarà un'indagine che condurremmo  sotto il coordinamento della Procura di Agrigento con la massima scrupolosità e rapidità possibili, per garantire tutte le risposte che i cittadini si attendono", ha detto ancora Stingo. Appena si concluderà la ricerca dei dispersi, "l'area verrà messa sotto sequestro e inizieranno gli accertamenti".

I periti esperti nominati ieri dal Procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio sono già al lavoro per studiare le mappe delle reti del gas e nel pomeriggio eseguiranno il primo sopralluogo. "Il gas si è accumulato o nel sottosuolo o in un ambiente chiuso", ha detto il comandante dei vigili del fuoco di Agrigento, Giuseppe Merendino. "Nei prossimi giorni faremo accertamenti più approfonditi - ha aggiunto -  certo è che una esplosione così è un evento eccezionale". 

Relazione del 2014: "Rete gas agrigentino pericolosa" 
"Il 76% delle tratte di rete indagate deve essere sottoposto con urgenza a un intervento di risanamento": così gli amministratori giudiziari nominati dal tribunale di Palermo nel procedimento di prevenzione che interessò Italgas scrivevano nel 2014 dopo aver controllato, attraverso un pool di tecnici, la rete del metano gestita dalla società. I controlli avevano riguardato mezza Italia e anche gli impianti dell'agrigentino. Da accertamenti a campione erano emerse gravi situazioni di rischio ad esempio ad Agrigento città. La relazione degli amministratori sarà acquista dagli investigatori che indagano sulla fuga di gas di Ravanusa.

Italgas: "Irregolarità sanate laddove necessario"
"In merito alle indagini eseguite nel 2014 dagli amministratori giudiziari sulle reti di distribuzione del gas gestite da Italgas Reti, la società fa sapere che tutte le situazioni segnalate a livello nazionale sono state analizzate con il supporto di enti esterni indipendenti - università e centri di ricerca di livello nazionale - e sono state sanate laddove necessario". Lo dice in una nota Italgas a proposito della relazione degli amministratori giudiziari nominati nel procedimento di prevenzione a cui Italgas fu sottoposta. Nella relazione i tecnici dell'amministrazione giudiziaria evidenziarono irregolarità nel 76% della rete gestita da Italgas. 

Territorio fragile
"Questo comune è una terra di frane. Lo è tutta la provincia di Agrigento. Un territorio fragile colpito da piogge torrenziali ripetute e che sono seguite a un'estate torrida".  Lo dice il Prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa arrivata a Ravanusa sul luogo dell'esplosione. "Credo che occorrerà un apposito intervento normativo per quanto è successo, perché non rientra nelle normali circostanze che conducono allo stato d'emergenza o alla stato di calamita". Per il Prefetto è necessario "pensare a una sorta di stato d'emergenza per frane".

Dopo un'intera notte di scavi tra le macerie ieri i vigili del fuoco hanno estratto quattro corpi: quello di Selene Pagliarello, l'infermiera incinta al nono mese che avrebbe dovuto partorire la settimana prossima, quello del marito Giuseppe Carmina e quello del suocero Angelo Carmina. Il quarto dovrebbe essere, anche se ancora non c'è stata l'identificazione ufficiale, quello di Carmela Scibetta, la moglie del professore Pietro Carmina, il cui corpo era stato recuperato ieri assieme a quello di Enza Zagarrio, la moglie di Angelo Carmina, e di Gioachina Calogera Minacori. La donna è la moglie di Calogero Carmina e madre di Giuseppe Carmina, che sono ancora dispersi.

Sopravvissute all'esplosione sono due donne: Giuseppina Montana e Rosa Carmina, entrambe estratte dalle macerie nella tarda serata di sabato. Le operazioni di ricerca, hanno ribadito i vigili del fuoco, andranno avanti fin quando tutti i corpi non saranno stati trovati. Poi si passerà alla rimozione delle macerie per arrivare ad individuare il punto in cui c'è stata la rottura della tubatura che ha provocato la strage. Una fase che si aprirà con un nuovo sopralluogo dei magistrati e degli investigatori e che di fatto sarà il primo passo dell'inchiesta per individuare eventuali responsabili della tragedia. 

Preghiere sul luogo della strage
La gente di Ravanusa non lascia la zona della devastazione. Da sabato sera aspetta dietro il cordolo bianco e rosso. Attende che siano recuperate tutte le persone dalle macerie. A volte il suono singolo della tromba dei vigili del fuoco ferma e tiene tutti immobili e silenti: è il segnale che potrebbe esserci qualcosa. Il doppio suono fa ripartire i macchinari e le ricerche. Si parla, si prega, ci si stringe, tutti rivolti verso la devastazione che ha cambiato per sempre questo paese di 10 mila anime.