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MONDO

Irrompe il tema degli attacchi terroristici nel viaggio del presidente Usa

Strage a Bruxelles, Obama da Cuba: "Tutti uniti contro il terrorismo"

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, parlando a fianco del presidente cubano Raul Castro, ha condannato gli attacchi terroristici a Bruxelles, e ha promesso "l'America farà di tutto per assicurare che i responsabili di questi atti paghino per ciò che hanno fatto"

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Il terrorismo, i morti ed i feriti di Bruxelles irrompono a Cuba, e modificano parte del discorso di Obama, nella seconda giornata della storica visita del presidente Usa a Cuba. "L'America farà di tutto per assicurare che i responsabili di questi atti paghino per ciò che hanno fatto", ha detto il presidente americano parlando a fianco di Raul Castro. 

Il presidente americano ha esortato la comunità internazionale a rimanere "unita" per far fronte al terrorismo. Obama ha cominciato il suo discorso al popolo cubano nel Gran Teatro Alicia Alonso dell'Avana, parlando proprio degli attentati odierni a Bruxelles. "Dobbiamo rimanere uniti indipendentemente dalla nazionalità, dalla razza e dalla la fede nella lotta contro l'orrore del terrorismo. Possiamo sconfiggere e sconfiggeremo coloro che mettono a rischio la nostra sicurezza e la sicurezza delle genti in tutto il mondo". 

Obama: "Addio guerra fredda" 
"Sono qui per seppellire la Guerra fredda". Queste parole del presidente Obama pronunciate al Gran Teatro sono anche state trasmesse in diretta televisiva a tutto il popolo cubano. "L'Avana è soltanto a 90 minuti dalla Florida, - ha concluso il leader americano - ma per arrivare qui abbiamo dovuto viaggiare oltre le barriere dell'ideologia e della storia, del dolore e della separazione".

Ideali delle rivoluzioni, giusta espressione in democrazia
"Gli ideali, punto iniziale di ogni rivoluzione, trovano la giusta espressione nella democrazia", ha continuato il Presidente degli Stati Uniti. "Non vengo qui a distruggere, ma ad invitare a costruire", ha detto in particolare ai giovani. "Ci sono molti problemi nella nostra società, ma è con la democrazia che si risolvono", ha detto ancora Obama.

Il messaggio di Obama ai cubani
"Serve un libero e aperto scambio di idee" per realizzare le riforme necessarie a Cuba. "So che si tratta di temi delicati, soprattutto perché ne parla un presidente americano. Non vogliamo imporre il nostro sistema
politico o economico qui. Riconosciamo che tutti i Paesi, tutti i popoli" devono scegliere il modello che preferiscono, ha detto Obama. "Credo che ogni persona debba essere uguale davanti alla legge, che ogni bambino meriti la dignità che arriva dalla salute e dall'istruzione. Credo - ha proseguito - che i cittadini debbano parlare senza paura, organizzare e criticare il governo, protestare pacificamente, e che non debbano esserci detenzioni arbitrarie di persone che esercitano questi diritti". "Credo che ogni persona debba esercitare il diritto alla libertà  di culto e sì, credo in elezioni libere e democratiche. Non tutti saranno d'accordo con me" ha aggiunto Obama. "Non è un segreto che i nostri governi siano in disaccordo" su molte questioni, ha detto il presidente degli Stati Uniti. "Disuguaglianza economica, pena di morte, discriminazione razziale, guerre all'estero. Sono solo esempi, lui ha una lista molto più lunga" ha scherzato Obama, parlando di Raul Castro. "C'è troppo denaro nella politica statunitense, ma in America è ancora possibile, per uno come me, perseguire e raggiungere l'incarico maggiore", quello di presidente. "Ci sono ancora enormi problemi nella nostra società , ma la democrazia è il modo in cui li risolviamo". "Non devi avere paura" delle opinioni dei cubani, ha poi detto rivolgendosi direttamente a Raul Castro, verso la conclusione del suo discorso. "La mia speranza è che Cuba abbia un ruolo nel mondo occidentale e che lo abbia da partner degli Stati Uniti". "C'è già un'evoluzione in corso a Cuba, un cambio generazionale". "Siamo stati parte di blocchi differenti e continueremo ad avere profonde differenze. Ma siamo tutti americani, siamo in una nuova era" ha aggiunto Obama. "È arrivato il momento di lasciare il passato alle nostre spalle. È il momento per noi di guardare avanti. Un futuro di speranza". "Il mio tempo qui a Cuba ha rinnovato la mia speranza e la mia fiducia in quello che i cubani possono fare. Faremo questo viaggio insieme". "Si se puede", ha concluso Obama traducendo in spagnolo il suo 'Yes, we can' coniato per la campagna elettorale.

La fine dell'embargo
Obama ha anche parlato dell'embargo, uno dei temi centrali della visita del presidente nel Paese caraibico. "Come presidente degli Stati Uniti, ho chiesto al nostro Congresso di toglierlo". "È un peso" sul popolo cubano, ma "anche se lo togliessimo domani, i cubani non potrebbero realizzare il loro potenziale senza un cambiamento continuo qui a Cuba"; per esempio, "i cubani devono avere la possibilità di aprire un'azienda in poco tempo, oppure devono avere accesso a Internet e alle informazioni online". "Nonostante le divergenze tra Cuba e gli Stati Uniti - ha aggiunto - abbiamo deciso di riprendere i rapporti commerciali e sono state aperte le porte al business americano sull'isola". "Incoraggiamo il turismo americano che porterà denaro a Cuba, alle piccole aziende cubane, farà aumentare l'occupazione e porterà benessere ai cittadini cubani".

Incontro Obama-dissidenti
Al termine dell'incontro al Gran Teatro, nell'Ambasciata Usa Obama ha incontrato dei dissidenti cubani. "Richiede grande coraggio essere attivo nella vita civile qui a Cuba", ha detto il Presidente. "La mia speranza - ha aggiunto Obama - è che ascoltandoli possiamo continuare a definire la nostra politica in modo che il popolo cubano possa vivere in libertà e in prosperità".