Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/terrorismo-orlando-guardia-alta-a35415f5-8308-4856-835b-bdd8a0c346a3.html | rainews/live/ | true
POLITICA

Il ministro sui migranti: 6135 i minori irreperibili

Terrorismo, Orlando: rischio radicalizzazione non allarmante, ma guardia alta

L'Italia con l'ntervento legislativo del 2015 - ricorda il Guardasigilli - è in grado di contrastare l'utilizzo del web da parte delle organizzazioni terroristiche. Ora, aggiunge: "il profilo che deve ricevere massima attenzione è quello della condivisione delle informazioni, in modo da ridurre le ancora profonde divergenze tra i vari ordinamenti europei"

Condividi
"Il monitoraggio in corso" sul rischio di radicalizzazione jihadista in carcere "dimostra che la situazione in Italia non è così allarmante come quella di altri Paesi europei". Così il ministro della Giustizia Andrea Orlando nel corso dell'audizione davanti al Comitato Schengen.

"Sono complessivamente 345 i detenuti interessati dal fenomeno della radicalizzazione in carcere, di cui è possibile fornire una distinzione in base al grado di pericolosità - ha spiegato Orlando - Tra questi, 93 per i quali non sono emersi segnali concreti di radicalizzazione, restando però sospettati e sottoposti ad osservazione. 99 che, pur non ancora classificati come radicalizzati, hanno manifestato atteggiamenti di approvazione in occasione degli attentati di Parigi, del Belgio e di Dacca".

"Dei totali 345 detenuti - ha ricordato ancora Orlando - 153 sono i detenuti classificati a forte rischio di radicalizzazione, di cui 39 sottoposti al regime detentivo di Alta Sicurezza, essendo imputati per reati di terrorismo". I detenuti che provengono da Paesi di fede musulmana "sono complessivamente 10.500 e sono 7.500 quelli che la professano. Per quanto la situazione non sia allarmante - ha ribadito il titolare del dicastero di via Arenula -, non possiamo permetterci di sottovalutare nulla, perchè il carcere è un luogo dove si realizzano forme di radicalizzazione rapida e perchè si tratta di soggetti vulnerabili. In carcere è alto il rischio che si diffondano forme di esclusione e isolamento. Sono queste le condizioni su cui il radicalismo fa leva per trasformare l'isolamento in senso di vendetta e odio contro la società".

Serve più condivisione informazioni in Ue
"Sia la magistratura che le strutture investigative che da essa dipendono, hanno maturato una lunga esperienza nel contrasto al terrorismo e gli strumenti a nostra disposizione sono adeguati" ha detto ancora il ministro Orlando. Dopo aver ricordato "l'intervento legislativo che dal 2015 ha previsto la possibilità anche di azioni 'offensive' in grado di contrastare l'utilizzo del web da parte delle organizzazioni terroristiche", Orlando ha detto che "il profilo che deve ricevere massima attenzione è, ora, quello della condivisione delle informazioni, in modo da ridurre le ancora profonde divergenze tra i vari ordinamenti europei".

"Qui risiedono gli ostacoli per il dialogo e lo scambio delle informazioni raccolte, come per la loro effettiva utilizzabilità a fini processuali. Auspichiamo, pertanto, che a livello europeo si lavori rapidamente per rendere più uniformi i sistemi processuali e le normative in materia di intercettazioni, di accesso ai dati informatici e di utilizzazione processuale degli esiti". 

Migranti: oltre 6000 minori non accompagnati sono spariti, 'fenomeno preoccupante'
Sulla questione dei migranti, Orlando ricorda che al 31 dicembre del 2015 sono 6135 i minori stranieri (non accompagnati) entrati in Italia e attualmente irreperibili. Il Guardasigilli ha parlato di "fenomeno preoccupante" dovuto al numero crescente di questi minori, "nell'ordine di decine di migliaia l'anno", che fanno ingresso nel nostro Paese o vi transitano e che rischiano di essere sfruttati dalle organizzazioni criminali.

"I segnali - ha detto Orlando - non possono essere sottovalutati. Europol ha denunciato l'esistenza di una sofisticata 'infrastruttura criminale europea' che prende di mira i migranti minori a fini di sfruttamento. Di molti di loro si perdono le tracce all'ingresso in Europa". Nel rispondere alle domande dei parlamentari Orlando ha proseguito sottolineando che tra i minori, coloro più vicini alla maggiore età hanno probabilmente seguito il percorso dei maggiorenni proseguendo il loro viaggio versoun altro paese europeo e entrando nel mercato nero.

Urge snellire procedure per domande asilo
In materia di immigrazione inoltre il ministro osserva che "sono troppe e in costante aumento le domande di asilo che rendono ancora più onerosa l'attività del singolo giudice, vigendo nel giudizio di protezione il principio dell'onere della prova attenuato. La conseguenza è che i riscontri esterni alle dichiarazioni di ciascun migrante, richiedente asilo, devono essere ricercati dallo stesso giudice del procedimento, con un lavoro complesso di analisi delle dichiarazioni e ricerca dei riscontri esterni, che rallenta i tempi delle decisioni". E' questo uno dei motivi per cui, secondo il ministro della Giustizia Andrea Orlando, "per poter fronteggiare una tale situazione, scongiurando l'accumulo di arretrato, si rende indifferibile un ulteriore snellimento della procedura di riconoscimento della protezione internazionale, che consenta ai Tribunali di tenere il passo con le iscrizioni".