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MONDO

Turchia, spariti due addetti militari "forse in Italia". Ultimatum agli Usa per Gulen

Il presidente Erdogan è tornato a chiedere agli Usa l'estradizione di quello che considera il regista del golpe

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 Tre addetti militari turchi, due presso l'ambasciata turca in Grecia e uno in Bosnia, risultano dispersi dopo essere stati richiamati da Ankara nell'ambito delle indagini per il golpe militare fallito del 15 luglio. Lo rende noto un alto funzionario turco.  I due addetti militari turchi di base in Grecia sono scappati in Italia via nave il 6 agosto dopo
il fallito golpe del 15 luglio. Lo ha detto il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu alla Ntv. Le autorità italiane, sostiene il capo della diplomazia turca, sono già state informate.

I due militari sono colonnelli: Ilhan Yasitli dell'esercito e Halis Tunc della Marina. Secondo quanto ha riferito Cavusoglu, i due sono fuggiti in Italia via mare con le rispettive famiglie. Uno dei due, afferma ancora il ministro degli Esteri, aveva un fratello in Olanda e, anche in questo caso, le autorità olandesi sono state informate.


Intanto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha lanciato un ultimatum agli Usa. Il presidente turco è  tornato a chiedere l'estradizione del predicatore Fethullah Gulen, che vive in Pennsylvania ed è considerato da Ankara il regista del fallito golpe del 15 luglio. E ha chiesto a Washington di "scegliere tra noi e lui". "Presto o tardi gli Usa devono fare una scelta. La Turchia o Feto", ha avvertito. "L'ideatore del golpe Feto o la Turchia, Paese democratico", ha aggiunto.   Ancora una volta, poi, il presidente turco è tornato a ripetere che non c'è differenza stra il Pkk, considerato da Ankara "organizzazione terroristica", il sedicente Stato Islamico (Is o Daesh) e il movimento di Gulen, che vive in Pennsylvania.  "Alla fine perderanno tutti coloro che seguono il ciarlatano della Pennsylvania che ha venduto l'anima al diavolo, che seguono Daesh, che fanno sì che venga versato il sangue dei musulmani o che seguono il Pkk che per 30 anni si è reso responsabile di spargimenti di sangue per dividere il Paese", ha detto Erdogan, che è tornato anche a parlare del possibile ripristino della pena di morte per chi sarà giudicato responsabile del fallito golpe e a sostenere che la decisione finale spetterà al Parlamento. Alla folla si è rivolto anche il premier turco Binali Yildirim, che per l'ennesima volta ha minacciato "pene severe" per gli "assassini". "I golpisti credevano di poter sconfiggere la Nazione - ha detto - ma si sbagliavano".