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MONDO

Guerra civile nell'est

Ucraina, ancora 2 morti a Kramatorsk. Ue: inchiesta sul rogo di Odessa. Rilasciati osservatori Osce

Dura condanna del rogo di Odessa da parte di Kerry. Mosca: chi appoggia Kiev è corresponsabile. Liberati gli osservatori Osce

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Odessa
La guerra civile è arrivata ufficialmente nell'est dell'Ucraina, a otto giorni dal referendum che, sul modello Crimea, vuole chiamare i cittadini della regione del Donetsk a votare per la secessione da Kiev. Dopo i morti di ieri di Odessa, oggi la violenza esplode a Kramatorsk: almeno due le vittime, 12 i feriti, secondo fonti governative.

Ieri Odessa è andata letteralmente in fiamme: un incendio doloso ha avvolto la Casa dei Sindacati causando la morte di 42 persone, 36 dei quali filorussi. Una tragedia che oggi muove la comunità internazionale e il governo di Kiev.

Dall'Unione Europea - come ha detto la baronessa Ashton - arriva la richiesta di una “inchiesta indipendente per assicurare alla giustizia i responsabili di questo crimine”.
 
Il Segretario di Stato americano, John Kerry, condanna duramente gli scontri di strada di ieri l’incendio a colpi di molotov della sede del sindacato: “Questi atti di violenza – ha detto – devono finire e tutti quelli che hanno una influenza su qualsiasi parte hanno l'obbligo di tentare di mettere fine a questa violenza". Un riferimento implicito alla Russia.

Kerry poco più tardi non manca di esplicitare al telefono con il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, la sua preoccupazione: “La Russia ritiri il sostegno ai separatisti e appoggi lo sgombero della gente dagli edifici occupati nelle citta dell'est dell'Ucraina”, ha detto mentre volava dall’Etiopia alla RDC.
 
Il portavoce del Cremlino, Dimitry Peskov, ha detto che coloro che considerano legittima la giunta – l’ha definita così – di Kiev sono corresponsabili del massacro di Odessa. Sempre da lui è arrivata la notizia che Mosca ha perso il controllo dei separatisti, dei gruppi di autodifesa che operano nel sud-est del Paese. Parole con cui esplicita l’incapacità di risolvere la crisi.
 
Sul fronte interno, la tragedia di Odessa è stata attribuita dal presidente ad interim Oleksander Turchynov ad una “provocazione straniera” e promette: “I colpevoli dell'organizzazione e la provocazione saranno castigati". Ad oggi sono state arrestate 172 persone, alcune delle quali già rilasciate. Proclamati tre giorni di lutto nazionale e il governo di Kiev ha annunciato che a breve ci saranno cambiamenti nei vertici della regione.
 
Il giorno dopo i morti di Odessa, a Sloviansk sono stati liberati i sette osservatori dell’Osce e i cinque militari ucraini che dallo scorso 25 aprile erano nelle mani dei filorussi, accusati di essere spie della Nato. Seppure profondamente addolorato per la tragedia di Odessa, il segretario generale dell'Onu Ban Ki Moon "plaude alla liberazione degli osservatori Osce in Ucraina ed esprime il suo apprezzamento per tutti coloro che hanno contribuito a facilitare il loro rilascio, compresa la Russia". Parole cui ha fatto seguire l'ennesimo appello a trovare una soluzione diplomatica alla crisi, mettendo fine alle violenze.